Giorni di apprensione per Vittorio Sgarbi ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma per una forte depressione che si somma ad altri problemi di salute. Ad esortarlo a rialzarsi e a non soccombere al mal di vivere è l’amico Marcello Veneziani dalle pagine del quotidiano “La Verità”. “Vittorio, alzati e cammina – recita la lettera-appello del giornalista e scrittore – Tu non sei Lazzaro, tantomeno io sono Gesù ma il messaggio che covo da tempo e non trovo mai il momento e le parole per dirtelo, si riassume in quelle due esortazioni. Alzati e cammina. Dico a te, Vittorio Sgarbi, ricoverato da giorni all’Ospedale Gemelli a due passi dal Papa, sprofondato nell’ombra nera della depressione dopo una vita che ne ha viste di tutti i colori, non solo su tela. Non so se Sgarbi vi sia simpatico, antipatico, insopportabile o indifferente (questi ultimi saranno pochissimi) ma so che un talento davvero raro come il tuo, esuberante di energie, curioso e goloso d’arte e di vita, non può lasciarsi andare così. So che negli ultimi tempi hai passato tanti guai, di ogni tipo; so pure che la vita è una parabola inesorabile che non concede proroghe ed esoneri speciali; ma non puoi passare dalla parte del male di vivere. Non si addice la bandiera bianca a chi ha cantato la policromia nella vita e dell’arte”.

Marcello Veneziani: “Lascia che sia la vita a decidere la fine”
“Rialzarsi è un consiglio che vale per chiunque ma nel tuo caso non è un consiglio, è un imperativo – afferma Marcello Veneziani – tu non puoi permetterti di passare dalla parte del nemico e parteggiare contro la vita. Non puoi arrenderti tu che hai vissuto la vita al massimo, hai vissuto più giorni in una notte, più vite in una vita sola, dissipandola, strapazzandola, invadendo le vite altrui; devi essere grato per quel che hai vissuto, e ora devi riconvertire in bene il bello che hai ricevuto e propagato. Non arrenderti muto alla senilità (…) La vecchiaia è già in sé una malattia (…) Non fummo noi a darci la vita, non tocca a noi stabilire quando finire. Lascia che sia lei o Chi per lei a decidere la fine, come decise il nostro inizio e ci gettò nell’avventura di vivere (…) Tu non puoi abbandonare perché la tua mente è ancora lucida e fertile, e può dare agli altri più di quanto tu possa immaginare, nonostante la tua altissima considerazione di te stesso. So che ti riesce difficile pensarlo, ostaggio come sei del tuo Io, ma la tua vita non è solo tua, è pure di chi ti ama, ti ascolta, ti legge, ti vuole bene, è nato dal tuo seme”.

“Per farti reagire e tirar fuori lo Sgarbi incaz*oso che conosciamo sono pronto a insultarti”
Marcello Veneziani definisce Vittorio Sgarbi “un missionario di bellezza, che fa bene all’uomo e al mondo quanto la bontà e la carità”. “Per farti reagire e tirar fuori lo Sgarbi incaz*oso che conosciamo da sempre sono pronto a insultarti – dice – stron*o che non sei altro, egoista e narciso, capra, capra, vigliacca come una pecora, tira fuori l’orgoglio, se hai coraggio. Torna a bordo, ca*zo! Fatti vedere, fatti sentire, non svignartela così. Non lo avrai mai sospettato, e in verità non lo sospettavo neanch’io, ma ti voglio bene. E non sono il solo, vicino a te c’è qualche piccolo santo che soffre per te solo a vederti così. Non fai molto per meritartelo, ma ti amano per quello che sei, non per quello che fai (…) Quando sarà tempo verranno a prenderti loro, tua madre e tuo padre; non andartene per conto tuo. Per una vita sei arrivato in ritardo, ora non pensare di partire in anticipo”.
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Vittorio Sgarbi ricoverato per depressione, la compagna e la sorella in ansia
Per Marcello Veneziani, la depressione di cui soffre Vittorio Sgarbi è “figlia del suo narcisismo ferito”. “Il suo universo si sta restringendo – spiega in un’intervista al “Corriere della Sera” – drammatico per chi è stato convinto di poter cavalcare il mondo. Una dimensione dell’io sproporzionata rispetto al passato e che lo porta ad atteggiamenti distruttivi. La depressione è purtroppo un’ottima alleata della malattia. Ma conoscendo Vittorio non escludo affatto un risorgimento personale. Penso che potrebbe riuscire a ritrovare il giusto impeto per riprendere la sua strada. Credo però debba affrontare un passaggio molto importante. Deve passare attraverso una sorta di ‘piccola morte’ lasciandosi alle spalle il ‘Vittorio Uno’, dicendogli addio, per aprire il capitolo del ‘Vittorio Due’”. La storica compagna Sabrina Colle e la sorella Elisabetta vivono giorni di ansia ma in tanti sono preoccupati per il critico d’arte. “C’è per esempio Santino, un ex carabiniere che lo segue come collaboratore con una devozione assoluta – racconta Marcello Veneziani – Vittorio sa suscitare sentimenti forti anche di ira che poi, quasi alchemicamente, possono diventare sentimenti forti di affetto”.