29 Febbraio 2016, 11:04
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Vittorio Sgarbi è furioso. Dove sta la novità, direte voi? Stavolta, il critico d’arte si è scagliato contro Fabio Fazio e Massimo Gramellini, rei di aver espresso il loro parere a “Che Fuori Tempo Che Fa” sulla polemica che ha travolto nei giorni scorsi Elisabetta Sgarbi. Com’è noto, la sorella del più celebre Vittorio è finita nell’occhio del ciclone per aver mostrato davanti alle telecamere il libro inedito di Umberto Eco nel giorno dei funerali dello scrittore presso il Castello Sforzesco di Milano. Elisabetta Sgarbi è direttrice de La Nave di Teseo, casa editoriale fondata da Eco.
“Ora si può discutere sull’opportunità di vendere un libro in presenza del cadavere dello scrittore.. – ha commentato Gramellini – Però trovo ipocrita indignarsi, perché chi ascoltava in quel momento in televisione Elisabetta Sgarbi era interessato a tutto ciò che riguardava Eco, quindi anche a ricevere informazioni sull’imminente uscita del libro inedito. Io mi limito a fare un altro genere di considerazione. Cosa avrebbe detto o scritto l’intellighenzia culturale italiana se durante i funerali di un autore Mondadori Marina Berlusconi avesse sfoderato dalla borsetta il suo ultimo inedito? Diciamoci la verità, siamo tutti commercianti, a destra e a sinistra. E chi lo nega è un ipocrita. Tra l’altro non c’è nulla di male ad essere commercianti, a vendere una cosa che si è fatta col cuore.. Il doppiopesismo è una cosa che non mi piace..”.
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Vittorio Sgarbi ha affidato il proprio disappunto ad un post pubblicato su Facebook: “Una penosa coppia di fatto, Massimo Gramellini e Fabio Fazio, hanno osato attaccare mia sorella per avere mostrato il nuovo libro di Umberto Eco, pubblicato dalla casa editrice di Eco, al funerale di Eco. Due piccoli killer. I quali pretenderebbero che, per ricordare un uomo che ha vissuto per i libri, s’ignorassero i suoi libri. In compenso Gramellini scrive libri che vende grazie alla complicità del suo partner, cercando di commuovere con i buoni sentimenti e speculando persino sulla morte di sua madre. Si possono, dunque, vendere libri con l’esibizione del proprio dolore e non si può onorare un regista ricordando i film che ha fatto, un musicista facendone sentire le musiche, uno scrittore mostrandone i libri?”.
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29 Febbraio 2016, 11:04