“Non vado in ferie dal 1981, chi è intelligente rimane a casa”. Così parlava qualche settimana fa Vittorio Feltri svelando la sua allergia alle vacanze in un lungo editoriale su “Libero”. Domenica 13 agosto il “Corriere della Sera” lo ha intercettato al lavoro, intento a chiudere “Libero” (tra qualche giorno tornerà, per la terza volta a “Il Giornale”).
“L’esperienza del mare la lascio volentieri agli altri”
“Sarà mica al mare…”, ha esordito il giornalista che gli ha strappato qualche battuta al telefono. “Al mare, io? Mi rompo già abbastanza le scatole a Milano, figuriamoci al mare – ha ribadito Vittorio Feltri – Ma sempre meglio di andare in ferie. Una tortura. Non faccio ferie da 45 anni. Peraltro io al mare non ci ho mai messo piede. Mi dicono che l’acqua sia salata ma non ho mai avuto modo di verificarlo. Per carità. Nel mare finiscono le deiezioni di tutto il mondo. Andranno anche prima nel Seveso, poi nell’Adda e nel Po, ma alla fine dove si piazzano? Nel mare. Per cui, questa esperienza la lascio volentieri agli altri”. Insomma, non solo il direttore editoriale di “Libero” non ha cambiato idea sulle ferie ma ha arricchito il suo racconto con nuove “rivelazioni”.
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“Dal 1981 mi procuro di lavorare ogni santo giorno”
Qualche settimana fa, Vittorio Feltri aveva confessato di considerare le ferie “motivo di stress e addirittura di malessere psicofisico”: “Non godo delle ferie dal lontano 1981, da allora mi procuro di lavorare ogni santo giorno dell’anno, inclusi sabati e domeniche, quando sono sempre presente in redazione (…) A mio avviso il periodo dell’anno migliore per godere della città nonché di pace e riposo, ricaricando mente e corpo, è senza dubbio proprio il mese di agosto, quando il caldo inizia a non essere più asfissiante, il traffico è assente, le vie silenziose, e, in generale, gli spazi diventano più vivibili (…) È in questo momento che ci possiamo accorgere di quanto sia bello, persino struggente o poetico, un tramonto in città, o un’alba, di quanto sia elegante un palazzo, o piacevole un angolo nascosto della metropoli”.
“Dalle ferie si rientra più poveri, più grassi e più vecchi”
“Chi è intelligente rimane dove sta – aveva sentenziato – si ferma, conserva le ferie usufruendone quando nessuno si muove e le tariffe si abbassano, o le vive a chilometro zero, spendendo zero, preservando la salute oltre che il conto in banca. Al ritorno in ufficio avrà modo di notare sui colleghi gli effetti devastanti delle vacanze fuoriporta: chili in più dovuti agli eccessi tipici del frangente, pelle arrostita, occhiaie… Si rientra più poveri, più grassi e più vecchi. Tornare dalle vacanze è quasi come tornare da un campo di battaglia”.