Vittorino Andreoli, 84 anni, psichiatra di fama internazionale, ha pubblicato il libro “Lettera sull’amore” in cui indaga il rapporto dei giovani di oggi con il sess0 e i sentimenti. Il quadro che ne esce non è affatto confortante. Il primo errore che si fa è pensare che l’amore sia “qualcosa di programmabile”. “E invece è una danza, una danza a due, imprevedibile – spiega il professionista veronese in un’intervista al “Corriere della Sera” – Dove c’è spazio anche per il conflitto. Non mi fido delle coppie che non litigano mai, quelle dove tutto è perfetto. La qualità dell’amore è così vasta e spaziosa che accoglie anche la contrapposizione e la risolve con la vita stessa. Quando vedo una coppia dove tutto va troppo bene, penso sempre che sia da curare”.
“I giovani vivono il sesso come una delle tante performance che il mondo ci impone”
“Quello che vedo intorno a noi è una sempre più marcata riduzione dell’amore a sessualità fisica e questo è dannoso – sottolinea Vittorino Andreoli – Ridotta la sessualità al significato fisico, ha messo in evidenza difficoltà o quantomeno un’ansia da prestazione, che finisce per rendere il gioco tra i corpi una prova difficile e spesso un fallimento, che non si riduce solo al mancato soddisfacimento del piacere, ma influisce pesantemente sul desiderio. Il segnale più evidente di questa condizione è nel grande uso di stimolanti e facilitanti l’azione erettile negli adolescenti maschi, mentre nelle femmine sono aumentate le richieste di terapie antifrigidità”. Il professore non ha dubbi. Oggi gli adolescenti “vivono il sesso non come un magnifico scambio di piacere e di vita, ma come una delle tante performance che il mondo oggi ci impone”.
“Non penso che il tradimento abbia la forza di distruggere una storia d’amore”
La conversazione si sposta sulla fine di un amore. “L’aspetto più frequente, cercando oggi le motivazioni, sono proprio le nuove storie: si pretende allora che sia impossibile continuare con quella persona quando si è presi dalla nuova – spiega Vittorino Andreoli – Come entrasse in gioco il destino e non fosse una questione di responsabilità. E i segni dominanti riconducono all’Eros, non a condizioni che riportano al bisogno dell’altro o dell’altra”. A proposito di tradimento dice: “Non penso che questa consapevolezza, sebbene molto spiacevole, abbia la forza di distruggere una storia d’amore. Credo non si debba accettare il tradimento, ma che possa rientrare tra quelle crisi che un legame d’amore sa affrontare, elaborare e risolvere insieme, una di quelle conflittualità alle quali accennavamo all’inizio di questa intervista”.
“L’amore finisce quando finisce uno dei due protagonisti della storia, mai in altri casi”
“Credo, invece, che a far finire un amore possa essere un cambiamento di personalità di uno dei due – afferma lo specialista – Il cambiamento di personalità fa sì che uno dei due componenti della coppia cambi al punto di diventare irriconoscibile all’altro, quasi un estraneo, e che, in un certo senso, muoia, lasciando il vuoto. Penso a un arresto, a un’ascesa di notorietà tale da trasformare irrimediabilmente qualcuno, oppure a una malattia improvvisa. L’amore finisce quando finisce uno dei due protagonisti della storia, mai in altri casi, secondo il mio parere”.
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“Nella relazione d’amore diventa difficile riconoscersi senza l’altro”
Di contro, ci sono coppie che resistono al tempo che passa. “Se si può fare l’amore con la stessa persona per tutta la vita? Certo – sentenzia il noto psichiatra – L’amore è un legame esclusivo e, a caratterizzarlo non è un principio né filosofico né religioso, ma è la biologia stessa, la costituzione dell’umano che vuole proiettare sulla persona la propria fragilità, in una combinazione che non è separabile. Nella relazione d’amore diventa difficile riconoscersi senza l’altro e da quel momento, la propria storia è anche quella dell’altro. Ritorna il grande pronome che caratterizza l’amore, il ‘noi’”.