13 Aprile 2022, 18:35
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Sono passati 20 anni dalla scomparsa di Alex Baroni. La stella della musica italiana morì il 13 aprile 2002 a soli 35 anni. Venticinque giorni prima, era rimasto vittima di un incidente in moto. Non si risvegliò mai più dal coma in cui era sprofondato. Alex Baroni aveva alle spalle una storia durata cinque anni con la collega Giorgia che non l’ha mai dimenticato e che oggi, nel ventesimo anniversario della sua scomparsa, lo ricorda con parole struggenti. “20 anni senza Alex, figlio fratello amico compagno, e Artista irripetibile, il tempo non cancella niente”, scrive la cantante tra le Instagram Stories.
Figlio di un fisico e di una matematica, Alex Baroni si era laureato in Chimica presso l’Università degli Studi di Milano e per alcuni anni aveva insegnato in istituti tecnici pubblici e privati. A 17 anni, rimase coinvolto in un incidente motociclistico a causa del quale restò a letto per un anno. In quel periodo, cominciò a coltivare il suo interesse per la musica. A scoprire le sue doti canore fu Eros Ramazzotti che lo volle come corista. Nel 1997, la sua prima volta al “Festival di Sanremo” con il brano “Cambiare”.
A fare da Cupido tra Alex Baroni e Giorgia fu Massimo Calabrese, produttore del cantante scomparso 20 anni fa. “Lei mi chiamò e mi disse ‘ma chi è questo?’ (dopo l’esibizione di Baroni a Sanremo Giovani, ndr.). Risposi ‘te piace, eh?’ – raccontò nel 2019 a “Vieni da me” – Qualche tempo dopo, io e Alex fummo invitati da Giorgia ad un concerto al Sistina e li presentai in camerino. Fu colpa mia. Finito il concerto, andammo a cena insieme. Beh, ho capito subito…Insomma, una cosa molto bella”.
Nel 2019, ospite di “Verissimo”, Giorgia parlò per la prima volta del trauma per la perdita dell’ex compagno Alex Baroni: “La sua morte è stata una voragine, un buco nero nella mia vita e in quella dei suoi genitori, di suo fratello, della compagna che aveva in quel momento, dei suoi amici e dei suoi ammiratori. Ognuno di noi ha un momento nella vita in cui passa attraverso il tunnel del dolore. Se decidi di attraversarlo e arrivare dall’altra parte, non sei più la stessa persona. O ti attacchi alla vita o muori anche tu. Se decidi di sopravvivere devi cercare degli strumenti per andare avanti. E’ vero che uno va avanti, però è come se fosse accaduto un attimo fa. Questo è anche un modo per tenere vive le persone, per tenerle accanto. Ho avuto molte persone che mi hanno aiutato in quel periodo”.
“Ho avuto un crollo totale – confessò – E’ stata una cosa troppo violenta, una cosa ingiusta a cui non ero preparata. Non avevamo finito di dirci le cose. Infatti ho imparato che non bisogna lasciare nulla in sospeso, né un ‘va a quel paese’ né un ‘ti voglio bene’. Uno deve imparare che le cose vanno vissute nel momento in cui ci sono. La sera prima di morire mi ha lasciato un messaggio sul telefono al quale non ho risposto, non ne ho avuto il tempo. Questo messaggio l’ho conservato per molto tempo, poi quel maledetto telefono non me l’ha fatto trovare più… L’ho presa come un segno, ho capito che dovevo affrontare la cosa in un altro modo, non rimanere attaccata a quello che era stato. Ci vuole tempo per risollevarsi. Una ventina d’anni di psicanalisi…”.
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13 Aprile 2022, 18:35