Valeria Bruni Tedeschi è stata ospite della puntata di “Belve” andata in onda martedì 10 dicembre. Nel corso dell’intervista ha parlato della sua famiglia d’origine, della carriera e del legame con sua sorella Carla Bruni ma anche della superstizione. “Che belva si sente?”, esordisce la padrona di casa. “Sono un leone, ma quello che mi sento io è un insetto”. Francesca Fagnani allora confessa alla sua ospite di aver sentito per telefono la sorella Carla Bruni: “Mi ha detto che fa la formica, ma in realtà è una belva”. “Ha ragione lei”, conferma sorridendo la regista e attrice. Poi ammette: “Ho dei momenti di difficoltà quando faccio le interviste, non so chi sono, mi sento come se avessi una maschera che vorrei togliere, ma mi vergogno di questo. Sono anche bugiarda, ma si vede, non sono una brava bugiarda”. Poi aggiunge: “Sono autodistruttiva e ipocrita, ma soprattutto molto superstiziosa”. “Anche io sono superstiziosa”, rivela Francesca Fagnani. “Ho un problema con i numeri, non mi piace l’1, il 2, l’11… Se cerco una casa è che mi dicono che è al civico con il numero 2 non la prendo. Ma non mi piace neanche il 92, l’83, il 74 e così via. Tutto quello che arriva al 2 “, confida Valeria Bruni Tedeschi.
Tra le risate, poi, continua: “Ho difficoltà a capire che piede mettere prima quando cammino, per ogni confine, di solito il destro. Non vale, però, quando giro una scena e nelle situazioni di emergenza, per esempio se c’è un incendio e devo scappare”. Dopo anni di terapia, poi, ammette di aver superato il problema con il verde: “Ora mi posso vestire con questo colore”.
Valeria Bruni Tedeschi confessa a “Belve”: “Sono stata abusata a sette anni, l’ho detto alla mia amica”
Francesca Fagnani parla poi della famiglia di Valeria Bruni Tedeschi e del fatto, ormai noto, che la sorella Carla Bruni sia il frutto di una relazione extraconiugale della madre. “Che famiglia è la sua?”, chiede. “La famiglia può essere una guerra, ma anche un rifugio – rivela -. Era tutto molto nascosto, sembrava che tutto fosse normale. Ho saputo a trent’anni che mia sorella non era figlia di mio padre, il giorno del mio compleanno. Non è che si vedevano gli amanti arrivare, sembrava che tutto fosse normale. Per me è stato uno shock. Mio padre mi disse che aveva un dubbio, ricordo che io stavo mangiando un mandarino. Gli ho detto che non mi importava. L’ho saputo prima io di lei. Prima di parlare in famiglia di questo segreto c’è voluto molto tempo. Mia sorella è la mia vita, questo segreto mi ha condizionato”. “Come era lei da ragazzina?”, domanda la conduttrice. “Da adolescente ero molto triste più che arrabbiata”, dichiara Valeria Bruni Tedeschi.
L’attrice racconta poi di un abuso subito durante l’infanzia: “Non mi sono tenuta dentro nulla, grazie anche al fatto che scrivo. Era un’epoca in cui non si prendevano sul serio le persone abusate. Poi sui bambini quasi non era considerata una cosa grave, avevo 7 anni. Ricordo il mio primo ‘me too’ perché è successo a me e alla mia migliore amica, Silvia, con la stessa persona, e questo dirci ‘anch’io’ ci ha salvate”.
“Un agente mi disse che potevo fare l’attrice ma dovevo evitare di sorridere”
Valeria Bruni Tedeschi parla del suo rapporto con la recitazione e la regia: “Mi sono resa conto che non funzionavo come attrice quindi ho parlato con me stessa, chiedendomi scusa. Mi posizionavo su due sgabelli diversi per parlare a me stessa sia come regista, che come attrice. E’ un lavoro molto importante da fare”. Poi aggiunge: “Un agente mi disse che potevo fare l’attrice ma dovevo evitare di sorridere. A quell’epoca lì una ragazza doveva avere certi canoni. La mia bocca non andava bene, non mi piace ma è il mio strumento”. “Quando ricevo un premio per me è complicato, non me li godo – ammette – Del successo mi piace la possibilità di fare altre cose, ma mi spaventa il fatto che potrebbe sparire”. L’attrice spiega poi che le dispiace quando di lei dicono che è capricciosa e ammette che, da brava regista, le piace comandare ma anche nel senso di occuparsi degli altri.
Poi confida: “Ho la stessa psicanalista da 25 anni, ho provato a cambiare, ma poi torno sempre da lei. Per superare l’ansia mi affido a un monaco buddista, a volte oscillo tra lui e l’ansiolitico. Di solito mi affido a tutti e due”.
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“Mi dispiace che i miei film abbiano ferito mia sorella, ma non c’era soluzione”
Valeria Bruni Tedeschi torna sulla questione dei film ispirati alla sua famiglia, criticati dalla sorella. “Si è spinta troppo in là nella rappresentazione altrui, in questo caso di Carla?”, domanda Francesca Fagnani. “Ho ferito delle persone facendo i miei film, e questa è una cosa che mi dispiace realmente, profondamente – replica l’attrice – Mio fratello non c’è più, però è una cosa di cui mi sento non in colpa, ma mi dispiace. Ma so che per fare il mio lavoro ho bisogno della realtà e poi ho bisogno di poter farne quello che voglio, sennò non posso farlo, il mio lavoro”. “Quando ha messo in scena o scriveva lei ha pensato che poteva far dispiacere?”, incalza la conduttrice. “Delle volte sì, e l’ho fatto lo stesso – risponde -. Ho immaginato che loro si sarebbero potuti riconoscere e, nonostante questo, per il bisogno di una scena ho superato il dispiacere degli altri. Questo fa parte del nostro lavoro. Mi dispiace che questo abbia ferito mia sorella, ma non c’era soluzione. Non si può perdere il rapporto con una sorella per un film, ma sono prepotente e alla fine sono andata avanti”.
“Si è mai sentita bella?”, chiede la conduttrice alla sua ospite. “No, ma c’è stato un periodo intorno ai 40 anni in cui mi sentivo bene – ribatte lei – Per me la sensualità è gioia e io so gioire. Una volta sono anche svenuta dalle risate quando ero piccola”.
“Sono stata traumatizzata dall’aver assistito al linciaggio mediatico del mio compagno”
Valeria Bruni Tedeschi ha 33 anni in più del suo attuale compagno, l’attore Sofiane Bennacer e spiega che la scelta di un uomo con questa grande differenza d’età “ha a che fare con la voglia di mettere in disordine il tempo”. Poi commenta con Francesca Fagnani le pesanti accuse di stupro al compagno: “Ho sempre creduto nella sua innocenza. Io ho vissuto il fatto che sia stato calpestato ogni principio di presunzione di innocenza, sono stata testimone di una deriva del me too”. “Sono stata traumatizzata dall’aver assistito a un linciaggio mediatico – aggiunge la regista -. Ho visto quando è stato messo in copertina con il sangue sulle mani. Non ne voglio parlare e non ho nemmeno il diritto di parlarne. Penso che il me too sia stata una liberazione della parola di cui c’era bisogno, però, soprattutto in Francia, il me too rimane in un campo chiuso, il cinema, il teatro. Non credo che un’operaia, un’impiegata possa denunciare…”.
“Ho provato l’eroina e ho pensato che fosse incredibile. Perchè ho smesso”
L’attrice ha perso un fratello a soli 46 anni a causa di complicanze legate al virus dell’HIV. L’uomo aveva confidato dei suoi problemi di salute solo all’altra sorella, Carla Bruni. “Ho molti rimpianti rispetto a mio fratello”, ammette la regista con tristezza. A proposito delle droghe, l’attrice svela: “Ho provato un po’ tutto. Ho fumato, ho provato la cocaina, l’eroina, ho provato l’Mdma. Da giovane, ho provato però non ho continuato”. Francesca Fagnani la incalza: “Con l’eroina ha rischiato”. “Ho trovato che fosse incredibile, meraviglioso – spiega Valeria Bruni Tedeschi -. E ho deciso di non provare mai più. Avevo un mio fidanzato che era eroinomane e che è morto di eroina e una volta l’ho provata. E ho capito”. La sua più grande trasgressione adesso è prendere l’autobus senza pagare: “Entro con il cane da dietro e non pago mai il biglietto”, confessa. “Non cerco di essere felice, cerco di essere in pace, gioiosa, ma non lo sono ancora”, conclude.