Sull’addio amarissimo di Massimo Giletti a “La7” è calato il silenzio. A riaprire la questione è Urbano Cairo. Ospite al “Festival della Tv” di Dogliani, l’editore è stato intervistato da Francesca Fagnani. A riportare alcuni passaggi dell’attesissimo “match” sono stati il “Corriere della Sera” e “La Stampa”. La “belva” non si è lasciata scappare l’occasione di chiedergli il motivo per cui ha deciso di chiudere “Non è l’Arena” quando mancavano ancora nove puntate al termine.
“Nell’ultimo biennio i costi della trasmissione erano diventati insostenibili”
“Prima di tutto ci tengo a precisare che Giletti ha fatto 6 anni e 197 puntate su La7, potendo lavorare in piena autonomia – ha risposto Urbano Cairo – Poi va detto che nell’ultimo biennio i costi della trasmissione erano diventati insostenibili. Lui si era impuntato di passare dalla domenica al mercoledì, un’operazione che gli ha fatto perdere quasi due punti di share mai recuperati nonostante poi sia tornato alla domenica. Per i costi, ne avevo parlato del resto con lo stesso Giletti e Mazzi, il suo agente o amico non ho ben capito, già nel mese di gennaio”.
“Contattai Fabio Fazio sei anni fa ma lui decise di restare in Rai”
“Se va via Giletti non è che chiude La7 – ha tenuto a precisare il presidente di Rcs – abbiamo tante trasmissioni e ottimi giornalisti, a cominciare dal direttore del tg Enrico Mentana, Lilli Gruber, Corrado Formigli, Giovanni Floris, Andrea Purgatori e tutti possono parlare di tutti i temi”. Urbano Cairo ha raccontato un aneddoto su Fabio Fazio, migrato dalla Rai a Discovery: “Lo contattai sei anni fa, andai a casa sua a pranzo, fu un buon incontro ma lui decise di restare in Rai. Non me lo potevo permettere? Se mi sono permesso Giletti potevo permettermi anche Fazio”. Quindi ha confermato che la trattativa per portare Massimo Gramellini a La7 è in corso: “E’ già con noi al Corriere della Sera e sarebbe una cosa bellissima se venisse. Però non è ancora fatta”.
“La7 rete di sinistra? Io l’ho trovata già così e rispetto il suo Dna”
Alla domanda “E’ di destra o di sinistra?”, Urbano Cairo ha risposto: “La7 viene considerata una rete di sinistra, ma io l’ho trovata già così ed è difficile, oltre che controproducente, cambiare il suo Dna. Meglio rispettarlo: io lascio molta libertà, ma non mi definisco né di destra né di sinistra, anche perché sono categorie superate. Semplicemente, credo che chiunque faccia politica debba gestire bene le poche risorse che abbiamo, tagliare gli sprechi e dare un’opportunità di lavoro ai tanti giovani che ancora non ce l’hanno”. Di scendere in politica, al momento, non se ne parla: “Nella vita, mai dire mai, è una regola ma la vedo molto difficile: ho 4.500 dipendenti, 9.000 famiglie che dipendono da noi, mi sembra molto difficile”.
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“Per me Silvio Berlusconi è stato un grande maestro, uno che non molla mai”
Urbano Cairo ha ripercorso gli inizi della sua carriera, in Fininvest: “Per me Silvio Berlusconi è stato un grande maestro, uno che non molla mai, in grado di ribaltare la partita anche quando ormai per tutti era persa. Poi le nostre strade si sono divise, ma è andata bene così, perché è giusto a un certo punto provare a essere se stessi”. Alla fine dell’intervista, come riporta “La Stampa”, Urbano Cairo si è sbilanciato su Francesca Fagnani, compagna di Enrico Mentana, direttore del tg di La7: “E’ davvero brava, pochi sanno essere così sciolti e brillanti. Ha creato un format e lo usa benissimo”.