Uomo va a fuoco con la sua auto sul Grande raccordo anulare di Roma, una scena sconvolgente con un tragico epilogo. E’ successo lo scorso 6 febbraio. L’automobilista, un uomo di 53 anni, è morto in ospedale per le gravissime ustioni un mese e mezzo dopo l’accaduto. Poco dopo l’incidente ha iniziato a circolare in rete un video dell’uomo che scende dall’auto andata a fuoco mentre cerca da solo di spegnere le fiamme che lo avvolgono. L’autore del filmato, agghiacciante non soltanto dal punto di vista delle immagini ma anche per il commento di chi lo ha girato, è stato in seguito rintracciato e denunciato per omissione di soccorso. Chi impugna lo smartphone, il passeggero di un’auto in transito, non invita il guidatore a fermarsi per prestare soccorso né si mostra preoccupato, ma ironizza su quanto sta accadendo e continua a riprendere nonostante l’evidente gravità della situazione.
Uomo va a fuoco, il giovane che ha filmato è indagato per omissioni di soccorso
La drammatica sequenza era inizialmente finita in rete, rilanciata da Welcome to Favelas, che aveva poi deciso di rimuoverla. Ma la clip era già diventata virale. Alice Martinelli, inviata de “Le Iene” ha rintracciato e intervistato il giovane autore del video. Alla Iena che gli chiede se avesse capito che si trattava di una situazione di pericolo per quella persona, risponde: “Certo che l’ho capito. Ho postato il video per una sorta di denuncia di degrado, perché nessuno si è fermato”. Una giustificazione senza alcun senso. “Si chiama effetto spettatore, in casi del genere se nessuno interviene è come se la responsabilità venisse suddivisa per tutti gli spettatori”, spiega una psicoterapeuta intervistata da “Le Iene”. Un fenomeno che la psicologia sociale studia da anni. Se ci sono più persone soltanto il 30% interviene, se sei da sola l’80%. Ci sono tre reazioni possibili a un fatto traumatico, c’è chi si blocca, chi fugge via e chi lotta. Oggi c’è anche chi registra: “Se conosci la vittima sei più propenso a intervenire e se pensi che la vittima sia meritevole”.
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“Quando ho rivisto il video ho pensato: ‘Non sono io quello’”
“Ho postato il video perché nell’era in cui viviamo siamo un po’ assuefatti a condividere qualunque cosa, per protagonismo, non pensando che poteva succedere tutto questo”, si giustifica ancora il ragazzo. Nel video dice: “Ah zio stai prendendo fuoco, Madonna, sento che caldo, mamma mia”. Una frase di scherno e decisamente fuori luogo. “L’ho detta perché ero un po’ scioccato per la situazione – si difende – Quando ho rivisto il video ho pensato ‘non sono io quello’ sono stato molto male quando ho saputo che quell’uomo è morto anche se dentro di me penso di non averlo ucciso io. Notti insonni, attacchi d’ansia che non avevo mai avuto prima”. E conclude: “Mi dispiace di aver fatto un video di cui mi pento. Se tornassi indietro prenderei il telefono per chiamare i soccorsi”.