Niccolò Moriconi, meglio noto come Ultimo, si confessa in una lunga intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera”. Tifoso sfegatato della Roma, il cantautore che a 27 anni riempie gli stadi ha un docufilm in uscita, “Vivo coi sogni appesi”. Ultimo aveva otto anni quando ha cominciato a suonare il pianoforte. “L’ho studiato per dieci anni – esordisce – Mio papà Sandro mi spingeva su una strada più protetta, ma mia mamma Anna mi ha sempre incoraggiato. È una sorcina persa, ascoltavamo Renato Zero tutto il giorno. C’è un verso che mi è rimasto impresso: sana ingenuità. Io sono così: sanamente ingenuo”.
“Non eravamo poveri, il piatto in tavola non è mai mancato”
A trasmettergli la fede giallorossa è stato il padre al punto che il suo primo ricordo è il seguente: “Abbiamo vinto lo scudetto. Ho solo cinque anni, papà non può portarmi con lui allo stadio; però mi porta a casa una zolla del prato dell’Olimpico, avvolta in una sciarpa giallorossa”. Il padre di Ultimo “fino al 2010 aveva una società di costruzioni”. “Non eravamo poveri, il piatto in tavola non è mai mancato, pur vivendo in un quartiere molto popolare, san Basilio, che poi è a un chilometro e mezzo da dove sto adesso – racconta – Mi sentivo un privilegiato, ho sempre vissuto questa doppia condizione, e ho imparato molto su entrambi i lati. Continuo a frequentare lo stesso bar, da Stefano. E i miei amici sono sempre gli stessi del parchetto (…) Sono sempre stato un’anima tormentata, quando stavo male passavo i pomeriggi là, con le cuffie e la sigaretta”.
“Mi sono presentato ad Amici, a X Factor e a Sanremo Giovani ma non mi hanno preso”
Il successo arriva dopo sette “no”. “Mi sono presentato tre volte ad Amici, due volte a X Factor, due volte a Sanremo Giovani, al tempo di Carlo Conti, e non mi hanno mai preso – svela – Doveva andare così. Eppure cantavo le canzoni che poi sono piaciute a migliaia di ragazzi: Sogni appesi, Giusy, Piccola stella. Conosco tanti artisti bravi che non sono emersi. Io sono stato fortunato a riuscire al momento giusto”. “Il palco è l’unico posto in cui mi sento al sicuro – spiega – Ma ogni volta prima di salirci sono convinto di stare per svenire”. Ultimo è notoriamente ipocondriaco: “Vorrei avere tutto sotto controllo; ma nessuno può avere tutto sotto controllo. È cominciato quando a sedici anni, per preparare un esame di ammissione a un liceo, mi sono fatto un’intera caffettiera e mi è venuta la tachicardia. Mi sottopongo a due, tre visite alla settimana. Devo ricordarmi di bere più acqua, perché l’ecografia indica che sono sempre disidratato. Ora da tredici giorni ho smesso di fumare. Ma mi sa che ricomincio. So che è sbagliato, ma senza è tremendo”.
“Ho frequentato a lungo uno psichiatra e una psicoterapeuta”
“Ha provato anche le droghe?”, chiede il giornalista Aldo Cazzullo che lo ha intervistato per il “Corsera”. “Ogni tanto la sera una canna me la faccio, soprattutto in California dove è legale – replica il cantautore romano – Mi rilassa. Non dico sia giusto, è meglio non farlo, così come è meglio non bere coca-cola e non mangiare hamburger da McDonald’s. Non ho il mito della marijuana, ma credo che andrebbe legalizzata”. “È vero che a sua mamma scrive: tra due anni muoio?”, incalza Cazzullo. Ultimo conferma: “Glielo dico da tanto tempo ormai… Sto per perdere una scommessa con un medico mio amico: ‘Se superi i 27 anni, mi porti a cena’. A gennaio ne compio 28, mi sa che dovrò pagare io”. “Ho frequentato a lungo uno psichiatra e una psicoterapeuta, Raffaella, le sono molto affezionato – confida – Non c’è nulla di male ad avere un problema; il vero problema è negare di averne. Parli a un medico, ma in realtà stai parlando a te stesso. È importante parlarsi, conoscersi, capire cosa c’è dietro a quello che siamo”.
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“Sono tornato a Sanremo perchè volevo riappacificarmi con il festival”
Ultimo ha un rapporto complicato con il “Festival di Sanremo” dopo l’incidente diplomatico con la sala stampa avvenuto nell’anno in cui si classificò secondo alle spalle di Mahmood. “Sono tornato quest’anno a Sanremo, proprio perché l’avevo lasciato in un modo che non mi era piaciuto, e volevo riappacificarmi con il festival – spiega – Non ne avevo certo bisogno per rialzarmi, ero reduce dal Circo Massimo e da quindici stadi, ma volevo esprimere la mia riconoscenza per quel palco e per quello che c’è dietro, per tutto quello che rappresenta”. I giornalisti della sala stampa hanno esultato quando hanno scoperto che non si era posizionato tra i primi tre. “Ci sono rimasto male. Soprattutto per loro – confessa – Non sono una vittima, me te magno. Fai quel che cavolo vuoi, me ne sbatto, vorrei solo sapere: perché? Perché sei contento se Ultimo arriva quarto? Cosa c’è nella tua testa? Perché esulti, perché mi schernisci con quei gesti?”.
“Sono amatissimo ma a volte sono anche bersaglio di un odio senza motivo”
Ultimo si risponde da solo: “Forse perché non sono passato da voi giornalisti. Perché sono arrivato direttamente al pubblico. Perché faccio malvolentieri la promozione dei dischi, questa forse è la prima vera intervista della mia vita, anche perché stiamo parlando da due ore e non mi sembra di star facendo un’intervista. Forse perché vivo per i fatti miei, di carattere sono schivo, solitario, e questa mia lontananza viene interpretata come se me la tirassi. Forse perché ho iniziato con un’etichetta indipendente, poi quando ho visto che il mondo della musica è pieno di personaggi squallidi che si approfittano degli artisti alle prime armi mi sono fatto un’etichetta mia, la Ultimo Records. Se sono molto amato? Sì, tantissimo, ma a volte sono anche bersaglio di un odio senza motivo. Però poi mi do i pizzichi e mi dico: svegliati, sei fortunato, vivi di musica; ed essere Ultimo non significa aver perso”.
La prima volta e l’incontro con Jacqueline Luna
La conversazione si sposta sulla sfera privata. “La mia prima volta? Non è bello dirlo, ma non fu importante. Quasi non la ricordo”, confessa. Ultimo ha avuto una lunga storia d’amore con Federica Lelli: “Con lei fu speciale, in una canzone ricordo il 22 settembre, il giorno in cui la portai sulla ruota di Londra…”. Adesso nel suo cuore c’è Jacqueline Luna Di Giacomo, nata 23 anni fa dalla relazione tra Heather Parisi e l’ortopedico romano Giovanni Di Giacomo. Il cantautore racconta il loro primo incontro: “Ho visto la foto di una giacca disegnata da lei, con una pezza a forma di chitarra, e le ho scritto: ‘Vuoi essere la chitarrista del mio prossimo tour?’. Ci siamo dati appuntamento a Trastevere, il quartiere dove è nata. Sono arrivato con uno zainetto e quattro birre. Abbiamo parlato tutta la sera, era tanto che non passavo una sera normale. Il giorno dopo lei partiva per l’America”. Ultimo ha dedicato alla fidanzata la canzone “Quel filo che ci unisce”.
“La mia città perfetta è Londra: bella con un velo di malinconia”
“Ci eravamo innamorati, senza esserci mai dati un bacio – aggiunge – Ha una naturalezza, una solarità, un modo di essere invisibile ai più. Volevo capire cosa si nascondeva dietro di lei. Così appena è stato possibile l’ho raggiunta in America”, “A Los Angeles mi piace correre e camminare nel verde, tra le colline e il mare – conclude Ultimo – Ma la mia città perfetta è Londra: bella con un velo di malinconia, imponente e fragile. Poi certo a Roma sto veramente bene. Mi basta. Ho tatuato il Colosseo su un avambraccio e sul collo Fateme canta’”.