Giulia Bongiorno: "Turetta? Sentenza sbagliata. Ecco perchè"

Giulia Bongiorno: “Turetta? Sentenza sbagliata. Ecco perchè”

Daniela Vitello

Giulia Bongiorno: “Turetta? Sentenza sbagliata. Ecco perchè”

| 10/04/2025
Giulia Bongiorno: “Turetta? Sentenza sbagliata. Ecco perchè”

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È ancora polemica sulle motivazioni della sentenza che ha condannato all’ergastolo Filippo Turetta per il femminicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Com’è noto, i giudici della Corte d’Assise di Venezia non hanno riconosciuto le aggravanti della crudeltà e dello stalking ma solo quella della premeditazione. Sulla questione interviene la penalista Giulia Bongiorno. “In generale l’aggravante della crudeltà – spiega in un’intervista al “Corriere della Sera” – viene applicata nei delitti efferati, quando si infliggono alla vittima sofferenze ulteriori a quelle già necessarie a ucciderla. Mostrando l’assenza di pietà che contraddistingue l’uomo civile”. Nella sentenza di condanna di Filippo Turetta si legge che 75 coltellate non sono segno di crudeltà ma conseguenza della inesperienza e della inabilità dell’assassino reo confesso.
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Giulia Bongiorno (Foto da video)

“Così la crudeltà verrebbe applicata solo agli omicidi compiuti da killer professionisti”

“Per la Cassazione non esiste un limite numerico oltre il quale scatta l’aggravante della crudeltà ed è necessario che vengano inflitte sofferenze aggiuntive”, ribadisce Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia del Senato e fondatrice dell’Onlus Doppia Difesa. Per poi aggiungere: “Non mi convince affatto la motivazione addotta per escludere l’aggravante. Ha escluso la crudeltà facendo leva sul fatto che l’imputato aveva agito con inesperienza e inabilità: questo non gli avrebbe permesso di infliggere colpi più efficaci, idonei a provocare la morte istantaneamente. Ma con questo ragionamento si cancella di fatto l’aggravante perché sarebbe applicabile soltanto agli omicidi compiuti da killer professionisti o da esperti di anatomia”. Riguardo al mancato riconoscimento dell’aggravante dello stalking, dice: “Bisognerebbe conoscere a fondo gli atti per rispondere. La sentenza afferma che non vi è prova dello stato di ansia o di paura che sono necessari a potersi ritenere sussistente il delitto di atti persecutori”.

Filippo Turetta (Foto da video)

“Di fronte alle prime avvisaglie di una persecuzione bisogna rivolgersi all’autorità giudiziaria”

Giulia Bongiorno considera utili le iniziative introdotte nelle scuole dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. “La scommessa è insistere su concetti essenziali come il rispetto, cercando di far capire ai più giovani che a volte si sottovalutano le conseguenze delle piccole e grandi discriminazioni – dichiara – Un tema decisivo, al quale vorrei che si prestasse particolare attenzione, è la denuncia: di fronte alle prime avvisaglie di una persecuzione bisogna rivolgersi all’autorità giudiziaria. Purtroppo, spesso la vittima tende a pensare di poter gestire la situazione in autonomia. Naturalmente gli organi competenti devono saper valutare il caso e dare una risposta tempestiva e adeguata. Ricordo che esiste il Codice Rosso, pensato appunto come un’ambulanza che corre a sirene spiegate in soccorso di chi denuncia. La velocità, in questi casi, può fare la differenza tra la vita e la morte”.

Pubblicato il 10/04/2025 12:35

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