Giovedì 9 marzo torna “Pechino Express”. Le nuove puntate dell’adventure game condotto da Costantino Della Gherardesca ed Enzo Miccio saranno trasmesse su Sky e in streaming su NOW. L’avventura, stavolta, si svilupperà tra India, Borneo malese e Cambogia. Nel cast figura anche Totò Schillaci che ha deciso di condividere questa esperienza insieme alla moglie Barbara Lombardo.
“Un anno fa mi hanno trovato un tumore al colon retto”
In un’intervista rilasciata a “Sportweek”, l’eroe delle Notti Magiche di Italia 90 confessa di aver tentennato quando ha ricevuto la proposta per partecipare alla nona edizione di “Pechino Express” essendo reduce dalla lotta contro un cancro. “A gennaio di un anno fa mi trovano un tumore al colon retto – racconta – a febbraio mi operano per la prima volta, due mesi dopo la seconda”.
“Su ‘Pechino Express’ ero dubbioso, ho detto sì solo perchè ero con mia moglie”
“Quando arriva la proposta di Pechino Express mi prendono i dubbi – confessa – perché sapevo che sarebbe stata tosta. I medici mi dicono ‘Sei guarito, riprenditi la tua vita’. Barbara insiste. Dico sì solo perché lei sarebbe stata con me. Questa avventura è stata una rivincita sulla malattia e su quello che si era portata dietro: depressione e pensieri di morte. L’India? Impatto devastante. Mi aspettavo un’India di colori e profumi, ho trovato molta povertà. Traffico, sporcizia, bagni a cielo aperto, puzza dappertutto, bambini laceri e a piedi nudi… Ma la gente ha un cuore grande: ti ospita, ti offre da mangiare… Facevo vedere la mia foto in Nazionale, venivo riconosciuto e mi davano indicazioni su dove andare”.
“Rispetto a quando ero ragazzo, Palermo è molto migliorata”
Totò Schillaci, 58 anni fa, torna indietro con la memoria agli inizi da calciatore: “Da bambino giocavo sull’asfalto del quartiere Cep, uno dei più popolari e difficili di Palermo. Famiglia modesta, tre fratelli e una sorella, papà faceva il muratore. Era il mio primo e più grande tifoso, mi ha accompagnato dappertutto pur di farmi giocare. Io ho cercato di aiutare: ho fatto il gommista, il garzone di pasticceria, l’ambulante… Ho smesso quando mi prese il Messina. Com’è oggi Palermo? Rispetto a quando ero ragazzo, Palermo è molto migliorata. Allora c’era un morto al giorno per le strade”.
“Avrei giocato nel Palermo anche gratis”
“Di sicuro adoro Palermo e mi dà molto fastidio vederla associata solo alla criminalità, perché offre tante cose belle – aggiunge – Bisogna investire sui quartieri, questo sì, togliendo i giovani dalle strade. Ho rilevato questo centro sportivo, il Louis Ribolla, in una zona popolare, proprio per restituire qualcosa di quanto mi è stato dato dalla città. Mi rimane un solo rimpianto: non aver mai vestito la maglia del Palermo. Lo avrei fatto anche gratis”.
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Totò Schillaci e l’arresto di Matteo Messina Denaro
Dopo la scoperta del tumore, Totò Schillaci si è curato presso la clinica oncologica La Maddalena, la stessa dove lo scorso 16 gennaio è stato arrestato il superlatitante Matteo Messina Denaro. Quel giorno, l’ex calciatore era lì. “Erano le 8.15 del mattino – ricorda – aspettavo la mia visita di controllo, perché lì sono in cura dai dottori Mezzatesta e Mandalà. Avevo appena finito la colazione al bar, in un attimo mi sono ritrovato circondato da persone incappucciate con le armi spianate. Ho pensato a un attentato. Poi i carabinieri si sono qualificati, ma per un attimo io e quelli intorno a me ci siamo spaventati, c’era confusione. Una persona come Messina Denaro che circola tranquillamente per la città e va in clinica come un cittadino qualsiasi, mi dà da pensare. Ho una mia teoria, ma ben venga se un problema che si trascinava da trent’anni è stato risolto”.