Cosa fa oggi Totò Cascio? L’attore siciliano che è stato il bambino prodigio di “Nuovo cinema Paradiso”, ha 44 anni e vive in Sicilia. All’epoca in cui recitò nel film diretto da Giuseppe Tornatore, che nel 1980 si è aggiudicato l’Oscar per il “Miglior film straniero”, aveva 8 anni. Purtroppo la sua carriera è stata bruscamente interrotta dalla retinite pigmentosa, una malattia degenerativa della vista. A svelare cosa fa oggi è lo stesso Totò Cascio in un’intervista al “Corriere della Sera”: “Mio padre ha investito i miei guadagni e abbiamo aperto due supermercati, a Palazzo Adriano e a Chiusa Sclafani. Uno lo gestisco io. Sono luoghi fantastici anche se, purtroppo, vivono lo stesso dramma di altre aree della Sicilia: si stanno spopolando. Se non si danno una svegliata rischiano di restare dei bei paesi fantasma. Se mi sono trovato bene? Fino ad ora sì. Adesso che ho ripreso in mano la mia vita cominciano a starmi stretti”.
“Ho lavorato fino al 2001 e mi sono risvegliato nel 2015”
Totò Cascio si è fermato per 15 anni. “Ho lavorato fino al 2001 e mi sono risvegliato nel 2015 – confida – Quando ho capito che dovevo accettare la malattia. La retinite pigmentosa mi ha reso quasi cieco e mi sono rinchiuso nel mio guscio (…) Per me esisteva solo la notte: l’unico momento della giornata in cui riuscivo a vedere benissimo. Sognavo di giocare a calcio, la mia grande passione. La notte avevo un’altra vita”. L’attore siciliano parla di anni molto duri: “Dalla gloria è arrivata la prova. All’inizio la prova non l’ho accettata. Speravo nella scienza, nei microchip, nei miracoli. Intanto gli anni passavano. Alla fine ho capito che l’unico rimedio era accettare. E quando ho accettato e condiviso il problema è cambiato tutto (…) Mi chiamavano in tv e per il cinema. Ero io che rifiutavo ogni invito”.
“Andrea Bocelli mi ha insegnato che la disabilità non è un disonore”
“Chi mi è stato vicino? Del mondo del cinema nessuno, ma per colpa mia – ammette Totò Cascio – Ero io a nascondermi. Per farlo inventavo continuamente scuse. I primi anni nessuno sapeva della malattia (…) Dire pubblicamente il nome della mia malattia fu liberatorio. Da quel momento è cambiato tutto”. L’incontro con Andrea Bocelli è stato determinante. “Per anni ho vissuto la malattia come una vergogna – racconta Totò Cascio – Lui mi ha insegnato un concetto semplice: la disabilità non è un disonore. Poi ha fatto pure la prefazione al mio libro”.
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L’incontro con Giuseppe Tornatore, regista di “Nuovo cinema Paradiso”
L’attore torna indietro con la memoria all’incontro con Giuseppe Tornatore. “All’inizio mi sembrò uno molto severo, rigoroso – confessa – Mi faceva chiacchierare. Voleva che parlassi. Mi chiese se ero mai stato al cinema. Risposi: ‘No, a Palazzo Adriano non ce ne sono’. E ancora: ‘Cos’è il cinema secondo te?’ E io risposi: ‘Sarà forse una grande televisione?!’. Da lì ha capito. Gli piaceva il mio modo di parlare”. “Dopo qualche settimana, venni convocato – continua il bambino prodigio di “Nuovo cinema Paradiso” – Andai con mio padre in un hotel di Cefalù. In ballo eravamo rimasti in due. Quella volta ci fece recitare una battuta del film. Era la scena delle pellicole, quando Totò dice: ‘Alfredo, me le posso prendere?’ (…) Tempo dopo Tornatore mi disse che anche prima di quell’incontro aveva già scelto me”.
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Oggi Totò Cascio è tornato al cinema: “Ho partecipato a due film”
Cosa fa oggi Totò Cascio? “Attualmente sono ancora in giro con il mio libro – svela – E, soprattutto, sono tornato al cinema. Ho già partecipato a due film, di Aurelio Grimaldi e Maurizio Trapani e ho tanti progetti. Sono felicissimo di essermi ripreso la mia vita (…) Oggi sono grato alla vita per quello che mi ha dato e non ho più tempo per lamentarmi per ciò che non ho più. La vita è straordinariamente imprevedibile ed è bella proprio per questo”.