“Matteo Messina Denaro si è nascosto per 30 anni nelle sue terre tra Castelvetrano, suo paese d’origine, e Campobello di Mazara dove sono stati scoperti alcuni dei suoi covi. In questi giorni gli inquirenti hanno individuato diverse persone che hanno avuto a che fare con lui. Possibile che nessuno abbia riconosciuto un boss così famoso e latitante da anni? Qualcuno sapeva e non ha parlato? C’è oppure no omertà a Campobello di Mazara?”. Di questi interrogativi si è discusso ieri sera a “Dritto e Rovescio”.
Il commento choc: “Matteo Messina Denaro ha fatto del bene”
L’inviato della trasmissione di Rete 4 condotta da Paolo Del Debbio è andato in giro per Campobello intervistando alcuni abitanti. Queste alcune delle risposte date al giornalista di “Dritto e Rovescio”: “L’ho conosciuto 30 anni fa, era una persona molto elegante, perbene”, “Che avrei fatto se l’avessi riconosciuto? Niente”, “Disponibile, affabile, per Castelvetrano ha fatto del bene. Per me è una brava persona”, “L’omertà c’è sempre stata perché è confacente col nostro spirito”, “E’ la paura dell’assenza dello Stato, qui ognuno si fa i fatti suoi”.
Tony Sperandeo: “Ancora queste domande fate?”
Paolo Del Debbio ha dato la parola a Tony Sperandeo, ospite in studio. “Da siciliano sono molto offeso – ha esordito l’attore palermitano – Ancora che fate queste domande ai compaesani. Non ci rendiamo conto che se uno dice ‘Sì, l’ho visto’ se ne va subito in galera perché passa per favoreggiamento?”. “Mica la colpa è di chi ha fatto la domanda. La colpa è di chi ha risposto”, ha evidenziato Giuseppe Cruciani, anche lui ospite in studio.
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Giuseppe Cruciani: “Le domande sono correttissime”
Sperandeo l’ha subito bloccato: “Tu non cominciare, un attimo…La colpa è di chi ha fatto la domanda. Non devono andare dalla povera gente, devono andare dai carabinieri e negli uffici preposti che fanno il loro lavoro. Perché non l’avete arrestato?”. “Scusi, lei sta accusando il giornalista che ha fatto il servizio?”, ha chiesto Cruciani. “No io non sto accusando nessuno”, ha ribattuto l’attore. “Come no? Ha detto che ha sbagliato a fare quelle domande e che non bisogna andare dalla povera gente. La colpa non è di chi fa le domande che sono correttissime”, ha fatto presente il conduttore de “La Zanzara”.
“Dovresti essere offeso per quelli che dicono che il boss ha fatto del bene”
“A me sembrano una presa in giro, un’offesa per i siciliani onesti”, ha insistito Sperandeo che di recente è balzato agli onori della cronaca per una protesta inscenata a bordo di un aereo che gli è costata lo sbarco immediato. “L’offesa è quelli che dicono che Matteo Messina Denaro ha fatto del bene – ha sottolineato Giuseppe Cruciani – Dovresti essere offeso per questo, non per le domande dei giornalisti”. “Quelli che dicono che ha fatto del bene, io li contesto – ha tenuto a precisare l’attore siciliano – Picchì stai canciannu, scusa?”.
“E’ evidente che c’è un clima omertoso in molte città siciliane”
Paolo Del Debbio è intervenuto con una battuta cercando di sdrammatizzare: “Siccome mi ricordo le parti che fai nei film, ho paura ad interromperti”. “C’è un’Italia di serie A che parte dalla Svizzera e arriva a Roma e un’Italia di serie B da Napoli a scendere, anche di serie C. Noi non abbiamo niente”, ha aggiunto Sperandeo. Cruciani ha sbuffato: “Che c’entra? Che in un paese un signore dice che Matteo Messina Denaro ha fatto del bene? Quello è un cretino”. “No, m’ha fari parrari – ha replicato l’attore – Io non sto parlando di questo. Perché mi devi pungere? Io non sto parlando di questo signore”. “E’ evidente che c’è un clima omertoso in molte città siciliane – ha sentenziato il conduttore de “La Zanzara” – Dove si è rifugiato? A Brescia, a Napoli, a Roma? Era in un posto dove si sentiva sicuro”.
L’attore: “Non lo accetto! Le forze dell’ordine e lo Stato ci aiutino”
“Io questo non lo accetto – ha tuonato Tony Sperandeo – L’hanno preso, sono arrivati i carabinieri, la finanza, mezza Italia in Sicilia. Che non se ne vadano più, che rimangano là e ci diano una mano anche per cambiare la mentalità. No che poi se ne vanno! I siciliani hanno bisogno di essere sostenuti, di essere difesi dallo Stato. E lo Stato è stato sempre colluso con la mafia, altrimenti non saremmo una Sicilia da serie C. Lascia perdere!”. “Per la verità, le forze dell’ordine che hanno fatto questa operazione risiedono in Sicilia, non è che sono venuti tutti da Roma”, ha puntualizzato Paolo Del Debbio.