Sanremo, Tony Effe: "Una volta a settimana studio italiano"

Sanremo, Tony Effe: “Sono una persona gentile, una volta a settimana studio italiano”

Daniela Vitello

Sanremo, Tony Effe: “Sono una persona gentile, una volta a settimana studio italiano”

| 24/01/2025
Sanremo, Tony Effe: “Sono una persona gentile, una volta a settimana studio italiano”

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Tony Effe, all’anagrafe Nicolò Rapisarda, è tra i protagonisti più chiacchierati del 75esimo Festival di Sanremo. Il brano presentato a Carlo Conti si intitola “Damme ‘na mano” e strizza l’occhio a Franco Califano. Dopo aver messo in stand by il progetto della Dark Polo Gang, il rapper 33enne ha sfondato come solista. È suo il disco più venduto del 2024 e si intitola “Icon”. Con il singolo “Sesso e Samba”, in cui ha duettato con Gaia, ha dominato l’estate. Tony Effe si racconta in un’intervista al “Corriere della Sera”. Il rapper parla della fidanzata, l’influencer Giulia De Lellis, con cui è andato a convivere. Ma anche della sua famiglia d’origine e della sua infanzia. “A casa mia comanda mamma”, premette. “Nato e cresciuto a Roma, rione Monti quando era un rione prevalentemente popolare – continua – Con l’arrivo di Monicelli ha cominciato a essere alla moda. Papà orafo, mamma cameriera in un hotel. Oggi in pensione, anche se ogni tanto va a dare una mano nel ristorante di mio zio, serve ai tavoli, non riesce a stare ferma”.
Nicolò Rapisarda viveva in una casa di novanta metri quadri. “Mamma, papà, io, e nonna che dormiva in salotto. La madre di mio padre che viveva con noi – ricorda – A volte mia madre s’innervosiva con mio padre perché voleva invitare le amiche a cena, ma con nonna in salotto era complicato”.
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Tony Effe e Gaia (Foto Instagram)

Tony Effe, da “Viaggi di nozze” di Carlo Verdone a Sanremo

Il rapper ha debuttato davanti alla macchina da presa quando era ancora un bambino. “A quattro anni vengo preso come attore in Viaggi di nozze di Carlo Verdone – rivela – Da lì divento una specie di bambino prodigio, molto richiesto. Alle elementari uscivo da scuola alle quattro e ogni giorno andavo a fare un provino, mi portava mia madre. Avrei preferito giocare, ma capivo che quello era un modo per aiutare economicamente la mia famiglia. Ero un ragazzino disciplinato”. “Grazie al mio lavoro in famiglia c’erano più soldi, non tantissimi, ma di più – confessa – Con quei soldi i miei si sono comprati la Punto verde acqua. Per mesi hanno parlato di questa Punto verde acqua, era il loro sogno, e alla fine se la sono comprata. Ogni tanto glielo ricordo: coi soldi miei vi siete comprati la Punto”. Dopo il diploma preso con la scuola paritaria dopo essere stato bocciato di volte, Tony Effe va a lavorare con il padre. “Imparo a saldare e a incastonare – racconta – Saldare ok, incastonare no. Incastonare è complicato, si tratta di un lavoro di altissima precisione, e io ho poca pazienza. Intanto però sul lavoro, a forza di saldare e incastonare, mi nasce la passione per i diamanti. M’inscrivo a un corso per certificare le pietre. I tre più bravi ottenevano l’attestato e un viaggio a Anversa in visita al Banco dei diamanti. Io sono fra i tre”.

Tony Effe (Foto Instagram)

“Sono gentile con le donne, certe accuse mi hanno fatto davvero male”

Ben presto però Tony Effe preferisce la musica ai gioielli. Le canzoni firmate con la Dark Polo Gang sono divisive: “Abbiamo vent’anni. Quelli della nostra generazione ci capiscono, i grandi no. Mia madre sconvolta diceva: ‘Ma per forza di violenza devi parlare?’ Cercavo di spiegarle che raccontare non è vivere. L’ha capito nel tempo. Di certo quando ho cantato con Emma (Taxi sulla luna, ndr.) si è spostata totalmente dalla mia parte. Mia madre è fan di Emma. Sono una persona gentile, soprattutto con le donne”. Il rapper ha sofferto per l’esclusione dal concerto di Capodanno organizzato dal Campidoglio al Circo Massimo. L’accusa che lo ha ferito di più è “che i miei testi istigassero all’odio di genere”. “Ci sono stato male – confida – Il rap ha un suo linguaggio. Io racconto ciò che vedo, mai confondere lo sguardo, l’immaginario con la persona. Ripeto: un conto è raccontare, un altro è vivere. Stephen King allora cos’è, un serial killer? (…) Certe accuse mi hanno fatto davvero male”. “Mia madre dice: ‘Sei un ragazzo perbene’ – aggiunge – Parole per me importanti. Non tanto perché lei mi conosce, quanto perché è stata la prima a non capire la mia musica”.

Tony Effe e Giulia De Lellis (Foto Instagram)

“Esco poco, preferisco rimanere a casa con La carica dei 101”

Tony Effe dice di essere cambiato rispetto agli anni della Dark Polo Gang. “Ho una fidanzata con cui convivo. Esco poco, prima avevo il bisogno di uscire sempre, andare nei locali, alle feste – argomenta – Ora preferisco rimanere a casa con La carica dei 101 (…) Una volta a settimana faccio italiano. Analisi dei testi (…) Sento di avere molto da imparare. Voglio migliorarmi”. “Sono cresciuto lentamente”, conclude. Com’è trapelato nei giorni scorsi, il rapper prende lezioni di canto da un mese e mezzo per presentarsi al meglio sul palco dell’Ariston.

Pubblicato il 24/01/2025 18:28

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