Tony Effe assicura che oltre a “Sesso e Samba” e la sua bellezza c’è di più. Il rapper, in un’intervista rilasciata a “GQ”, ha parlato di sé a 360 gradi giurando di essere molto di più di quello che appare. “Metto in conto che una persona che mi conosce da ieri, che sente solo una mia canzone o vede sui social una cosa che ho detto o fatto sei anni fa, si faccia un’idea un po’ superficiale e magari esprima un giudizio di conseguenza”, esordisce. Poi aggiunge: “Ci sta, lo capisco e lo accetto, ma io credo che se davvero scopri qualcuno, e magari ne diventi fan o anche solo ti incuriosisce, la cosa migliore da fare è approfondire, conoscere, capire. I giudizi istantanei dati fuori contesto valgono quel che valgono. Li capisco ma gli do poco peso onestamente. Non si giudica nessuno da un video sul feed di TikTok”.
Il cantante, 33 anni, tre volte disco di platino, nasce come uno dei membri della “Dark Polo Gang”, un gruppo trap. Del passato dice: “Fondamentalmente non rinnego niente. Però sicuramente sto crescendo e cerco di migliorarmi ogni giorno di più. Ho comunque una responsabilità molto più grande di quella che avevo prima. Sono anche cresciuto di età, tutta una serie di cose che mi portano comunque a voler migliorarmi”.
“Non trasmetto umiltà anche se io poi sono la persona più umile del mondo”
Parlando del suo percorso artistico Tony Effe rivela: “Prima di Icon, il mio ultimo disco, tutti conoscevano il mio lato più scherzoso, più estremo, più trap. Con questo album sento di aver tirato fuori altre sfaccettature di me stesso, la mia parte più sensibile. Poi certo, su Instagram il mio personaggio è da sempre comunque uno che ostenta. Però, per me, ha sempre voluto dire in fondo che se ce l’ho fatta io, potevano farcela tutti. Io ho sempre voluto parlare ai ragazzi come me, e infatti in molti mi hanno capito. Poi, certo, quel tipo di atteggiamento scatena anche tanto odio. Come posso dire, non trasmetto umiltà anche se io poi sono la persona più umile del mondo. Nella vita di tutti i giorni, sul lavoro, in studio. Sono uno che ascolta gli altri, dialoga. Poi la gente magari si basa su una canzone e dice “Ah, visto, ecco chi è Tony”. Ma magari quella canzone è semplicemente un racconto di un determinato periodo.
“Prima facevo solo lo splatter, l’horror, il thriller – continua -. Adesso magari scrivo un po’ più d’amore. Semplicemente mi piace raccontare vari tipi di situazioni; c’è il periodo in cui mi sento più sensibile e quindi racconto delle cose, periodi in cui sono più fomentato e quindi sono più tipo ‘spacco tutto, sono il più forte del mondo’, periodi in cui sto di merda e così via”.
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“Io sono uno molto del popolo, il prototipo di ragazzo che puoi trovare nelle piazze”
Dell’enorme successo che l’ha travolto il rapper dice: “Secondo me in qualche modo è venuto fuori il personaggio simpatico ma anche l’artista. Questi risultati non me li aspettavo neanche io, sono sincero. E poi forse l’ascoltatore medio che non mi conosce è un po’ passato da ‘Tony Effe è un deficiente’ a ‘Tony Effe è un deficiente, però sto ascoltando le sue canzoni’. Magari mi sentono per radio, non hanno del tutto cambiato il loro giudizio su di me, però si ritrovano a cantare i miei pezzi e ritornelli”. “Io sono uno molto del popolo – assicura -. Forse sono un po’ il prototipo di ragazzo che puoi trovare nelle piazze. Quanti Tony ci sono a Napoli, a Roma, a Milano? Credo di avere un certo tipo di carisma che mi rende un personaggio molto italiano. È un po’ come quando ti piace la ragazza della porta accanto e la trovi più bella di tutte le varie superstar. L’accessibilità è una chiave sicuramente”.
“A scuola ero sempre tipo ‘lui è quello che fa i film’ e questa cosa mi dava fastidio”
Tony Effe vive un rapporto conflittuale con il suo aspetto fisico e con questo nuovo ruolo da sex symbol. “Sin da bambino sono sempre stato abituato a essere il bello del gruppo – ammette -. A scuola ero sempre tipo ‘lui è quello che fa i film, che bello che è, no?’ e questa cosa mi dava fastidio. Era l’unica cosa che mi dicevano. Da ragazzetto adolescente io mi imbruttivo, mi facevo i capelli con la lametta, le sopracciglia, cose così. Poi ho capito che era una cosa che faceva parte di me e allora ho iniziato a giocarci: con le persone quando mi chiedono le foto, sui social, in pubblico. Ho sempre detto che sono il più bello di Italia, capito, è diventata una mia cifra. È tipico dei rapper dire ‘io sono il più forte, io sono il più bravo’ e allora io ho iniziato a dire ‘io sono il più bello’. Fa parte di quel Tony scherzoso e goliardico di cui parlavamo prima”.
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“Sto tanto a casa e gioco alla Playstation è l’unica cosa che mi fa staccare veramente”
Tony Effe ammette di avere tante passioni oltre a quella per la musica e cita la moda e il cinema. “Mi piacciono diverse cose – spiega – Però, viene tutto dopo la musica per me. Sono molto onesto: in alcuni periodi meno intensi musicalmente, ha senso dedicarsi ad altre cose, perché no. Però, la roba figa, anche da altri mondi, ti arriva quando stai spaccando con la musica, con il tuo lavoro. L’attore, fra l’altro, l’ho fatto da bambino. Mi piacerebbe rifarlo. Se mi piace la mia vita? Sì, mi piace. Quando non ho niente da fare, un po’ mi deprimo, ma ci sta. Prima più o meno facevo le stesse cose, però, magari, il week-end uscivo, mi sfogavo un po’. Invece, adesso no. Il mio sfogo, adesso, magari è mangiarmi il McDonald’s il venerdì notte all’una”. “Io sono uno molto schematico – aggiunge – non riuscirei mai a fare la vita da modella, per esempio, sempre in giro, un giorno qua e uno là. Impazzirei. Vedere il mio armadio, la mia palestra, le mie cose, mi aiuta a tenere una routine, e la routine mi aiuta a costruire un percorso. Sto tanto a casa e gioco alla Playstation, al momento è l’unica cosa che mi fa staccare veramente”.
“Se sto al telefono, comunque non mi rilasso, entro su Instagram, vedo, faccio… – spiega ancora -. È sempre lavoro, bene o male, no? Perché non è che sui social guardo gli asini che volano. Vedo i concerti, la moda, e ritorno a quella roba lì. Con la Play stacco, come con lo sport, con il calcio…”.
“Con gli altri rapper c’è una competizione leale. Siamo diventati grandi insieme”
Tony Effe sostiene di condurre una vita semplice come molti ragazzi della sua età: “Mi piace lo sport. Ecco, d’estate, per esempio, a Milano sto bene perché prendo la bici. Spesso andavo a giocare al Parco Sempione da solo, giocavo a basket. Ora fa freddo ovviamente, però d’estate io andavo davvero in Sempione in ciabatte da solo, a giocare coi ragazzi. Io sono questo. I fan mi conoscono davvero, sanno chi sono. Tanti artisti non si espongono perché magari sono molto impostati, non si possono aprire troppo perché se no, magari, casca il personaggio, va a sapere. Quindi, io me la vivo molto bene da quel punto di vista. Saluto, ringrazio, sono io”. Sul rapporto con gli altri rapper come Sfera Ebbasta, Ghali e Tedua svela: “Tra noi c’è una competizione leale. Siamo diventati grandi insieme sia a livello artistico che a livello umano, ci conosciamo tutti da una vita. C’è quindi sempre una sorta di spinta reciproca”.
“Ho comprato da poco uno studio, penso si debba fare almeno un disco all’anno”
Tony Effe parla infine dei suoi progetti in cantiere. “Sto già lavorando a musica nuova – rivela -. Sono in studio sempre. Se esci con un album, hai successo, fai tanti dischi di platino, poi magari ti fermi un po’ e quando torni in studio non sei più lo stesso, o hai perso un determinato potere. La costanza è tutto per me in questo lavoro, è come andare in bicicletta tutti i giorni per migliorare”. “Ho comprato da poco uno studio, ho deciso di investirci, quindi sicuramente sarò molto, ma molto più produttivo. In generale io credo che, per come va la musica adesso, si debba fare almeno un disco all’anno. È tutto molto più rapido, c’è meno tempo in generale. Cioè, se avessimo fatto Crack musica adesso, non sarebbe stato così di culto perché è tutto più veloce. Quindi tocca darci dentro. Io ci sono”, conclude.