15 Maggio 2021, 08:16
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Dopo la chiacchieratissima intervista ad Anna Corona (LEGGI QUI), “Quarto Grado” dà voce a Toni Pipitone che, all’epoca della scomparsa di Denise Pipitone, era sposato con Piera Maggio. L’uomo ha scoperto l’1 settembre 2004, ovvero il giorno del sequestro della bambina, di non essere il suo padre naturale. Denise, infatti, è nata dalla relazione clandestina tra Piera Maggio e Pietro Pulizzi. Quest’ultimo era sposato con Anna Corona da cui ha avuto due figlie, Jessica e Alice.
Toni Pipitone è risultato estraneo ai fatti perché al momento della scomparsa di Denise era al lavoro. L’uomo si è subito attivato e si è messo alla ricerca della bambina che considera sua figlia e che spera di poter riabbracciare. Dall’unione tra Piera Maggio e Toni Pipitone è nato un figlio, Kevin, che – come confidato dalla madre – presto dovrebbe convolare a nozze.
“La bambina è Pipitone, io sono Pipitone, è figlia mia e me la devono riportare indietro – dice Toni a “Quarto Grado” – Io sono stato messo in mezzo non perché ero il papà della bambina ed ero sposato allora con la signora (Piera Maggio, ndr.) e Denise era figlia mia. La bambina stravedeva per me. Quante volte a Mazara…io allora avevo il fuoristrada tutto decappottabile…la bambina andava a Mazara, tutta contenta. Si camminava a Mazara, voleva andare in spiaggia, la portavo in spiaggia. Abbiamo vissuto dei momenti bellissimi. Fino all’ultima notte, ha dormito con me. ‘Papà, ti voglio bene. Tu non morirai mai’, ‘Tu non diventerai mai vecchio’. ‘Non ti addormentare’, mi diceva. Perché si spaventava se mi addormentavo prima io e lei aveva paura del buio. Mi chiamava ‘Papi, ti voglio bene’, sempre a dirmi così. Ma che vogliamo…che io penso che non è figlia mia?”.
“Lavoravo, studiavo perché mi dovevo diplomare – ricorda – Ero stanco, sfinito, ogni sera, per cinque anni ho fatto ‘sta vita. Tutte le sere che mi appoggiavo dieci minuti…Kevin veniva…sette-otto anni il bambino….veniva sopra di me. ‘Papà ti voglio bene’. Denise dall’altro divano appena vedeva questo, veniva, acchiappava Kevin, lo toglieva, ‘Papà è mio’, e si metteva al posto di Kevin. La bambina con me era sempre allegra, rideva, mi baciava. Con me si divertiva, la facevo giocare”.
Pipitone confessa che non avrebbe mai potuto immaginare quello che sarebbe accaduto l’1 settembre 2004: “Nella mia mente non esisteva niente del genere. Come tutti gli altri giorni, io sono andato a lavorare. Ho smesso a mezzogiorno e sono andato a casa (…) Alle 12.10 circa sono arrivato a casa e già subito si è cominciato a sentire ‘Ma dov’è, ma dov’è’. La bambina non è stata vista da nessuno più dalle 11.30 in poi. Subito c’è stato l’allarme. Io nell’immediatezza ho preso la macchina e, non mi ricordo chi avevo sopra, qualche cugina, ho cominciato a girare Mazara Mazara. Ho detto ‘ma qua…com’è che non si trova…allora ‘sta bambina che è in giro da sola…’”.
“All’inizio le piste erano tante. Si andava a cercare nei pozzi, si andava a cercare dai Rom, nelle campagne, da tutte le parti – conclude – C’è stata una mala organizzazione dell’indagine. Io non ho mirato su nessuno, per me tutti sospettati erano. Io so soltanto che mi manca la bambina e non so chi è stato. ‘Sta bambina si trova? La mia figura deve essere immediatamente presente quando si ritroverà la bambina perché io sono stato e sono il suo papà”.
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