18 Marzo 2024, 18:09
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Tiziana Panella parla della grande paura provata per il malore del compagno, il professor Vittorio Emanuele Parsi. Il noto politologo si è sentito male poco prima di Natale. La giornalista, conduttrice di “Tagadà” in onda su La7, in un’intervista al “Corriere della Sera” svela: “Ho tirato un solo quando mi ha stretto la mano e ho capito che mi sentiva. Ma ho respirato davvero solo quando lui è uscito dalla terapia intensiva”. Lo scorso 27 dicembre, Vittorio Emanuele Parsi è stato sottoposto d’urgenza a un delicatissimo intervento chirurgico. Dopo la paura, la lenta ripresa. La giornalista racconta: “Io e Vittorio saremmo dovuti partire il giorno dopo, andare al caldo per le vacanze. Lui era a Cortina per la presentazione del suo libro. E mi ha chiamato che stava male. Poi il 28 mattina la notizia del trasporto in elisoccorso verso Treviso per l’operazione. Sono corsa e quando sono arrivata da Roma, era in sala operatoria”.
Tiziana Panella ricorda quei momenti drammatici: “In terapia intensiva, sempre lì, con le sue figlie e l’ex moglie. Momenti di grande amore perché ho toccato con mano quanto amore c’era attorno a lui. Ma mi porto dietro la paura devastante”.
Tiziana Panella ha trovato un modo per superare la paura: “Gli scrivevo tutte le sere, un breve diario della giornata, via WhatsApp. E poi stavo con le sue figlie e la sua ex moglie: prima non avevo rapporti con loro, ma la conoscenza e l’amore per lui ci hanno fatto diventare una famiglia unita. Ciascuno con il suo dolore”. Tiziana Panella è cresciuta a Caserta. “Una famiglia bella, grande, unita – racconta – i miei fratelli erano quelli belli, io quella intelligente…quando l’ho capito, che ero una ragazza piacente, era troppo tardi. Ma davvero non l’ho mai considerato un punto di forza e questo mi ha aiutato perché mi ha evitato di distrarmi e di confidare sul mio aspetto fisico. Direi che sono più consapevole oggi di essere piacevole, che a 20 anni”.
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Il suo grande amore è stata la danza ma poi ha scelto il giornalismo. “Perché sono troppo alta – spiega – Ho una struttura fisica mediterranea che non ha mai aiutato. Ma essendo testarda, amavo a tal punto la danza classica che ho lavorato sul mio corpo per costringerlo ad essere compatibile. La danza è rigore in tutto: orari, abbigliamento, capelli. Se non eri perfetta ti sbattevano fuori. Un obiettivo verso la perfezione. Un’autodisciplina che ho dovuto interrompere a 21 anni perché avevo sottoposto il mio corpo a uno stress incredibile. Ho dovuto scegliere e fermarmi”. L’amore per il giornalismo nasce a scuola: “È cominciato in seconda media. Ho avuto una prof di italiano fuori dal comune. A 12 anni mi ha portato a visitare il carcere di Caserta e questo mi ha consentito di aprire il cuore e lo sguardo sul mondo. Mi disse: ‘Andiamo a vedere cos’è la libertà’. E da allora ho capito che è sano non dare le cose per scontate”.
Il primo contratto con la Rai arriva nel 1994. La prima esperienza è la conduzione di “Chi l’ha visto?”. Di quell’esperienza ricorda: “Non dimentico la disperazione dei genitori. Essendo madre capisco molto bene che non sapere dov’è tuo figlio è devastante. Credo che sia il livello estremo di sofferenza che possa esistere, probabilmente peggio della morte”. Poi arriva l’esperienza con Michele Santoro: “Per me è il Maestro. Con lui ho sperimentato una grande libertà. Ricordo quando mi ha assegnato un servizio sull’emergenza rifiuti in Campania: ‘Parti domani, e fai tu’. Io vado, giro, torno, monto il servizio. Poi in sala montaggio, lui guarda l’intero filmato e fa solo minuscoli spostamenti o tagli che sono dei veri tocchi da Maestro. Un senso televisivo e giornalistico incredibili. Con lui sperimentavi la fiducia. Il messaggio era: ‘Non ti do indicazioni, mi fido’”. “Il giorno dopo il programma si analizzava la curva degli ascolti tutti insieme e lì non c’erano sconti per nessuno. Ti diceva in modo diretto quello che non andava, e lo diceva anche a se stesso”, continua.
“In tv ho un’autocensura incredibile, un pudore fortissimo – svela Tiziana Panella parlando di se stessa -. Specie quando racconto storie dure: se c’è il dolore di un altro, non posso essere io a piangere. È una forma di rispetto. A La7 sono arrivata grazie a Gad Lerner che mi ha chiamata per fare il Tg della sera. Tutto è durato come un gatto in tangenziale perché è cambiato subito il direttore, ma non ho mai avuto il rimpianto di aver lasciato la Rai. Il bilancio è più che positivo”. “Da 15 anni conduco un programma quotidiano – aggiunge – È una bella fatica fisica. Questa è la nona edizione di ‘Tagadà’ e l’aspetto più bello è che siamo una squadra. Alcune persone di ‘Tagadà’ sono lì dal primo giorno, persone di rara qualità e quasi tutti hanno ricevuto altre offerte di lavoro e non se ne sono andati perché stare a ‘Tagadà’ è anche un modo di stare insieme. “Se salta un collegamento non me la prendo mai – confida – Io amo lavorare con persone per bene, non amo chi vuole solo farsi notare”.
Con i colleghi di La7 ha un un buon rapporto con tutti, con alcuni c’è anche un’amicizia: “Stimo moltissimo Alessandra Sardoni, ho delle piacevoli frequentazioni con David Parenzo, Diego Bianchi mi fa molto ridere; ho un buon rapporto con Formigli e con Floris con cui ci rubiamo il pesce crudo. Sono affezionata a loro, non so proprio vivere nel conflitto”. Tanti anni fa, Tiziana Panella si è rotta la schiena e si è innamorata del chirurgo che l’ha operata. “Verissimo. Ci siamo innamorati e sposati nel giro di pochissimo, poi dopo un po’ è finita”, racconta. Poi si è innamorata di un collega: “Sì ci siamo conosciuti nel 2001 a La7, entrambi arrivavamo dalla Rai. Mi ha invitato fuori con la moto, salgo e andiamo al mare a mangiare. Nel tragitto lui si mette a cantare ‘Jeeg Robot d’acciaio’ e io penso che voglio fare un figlio con lui”.
Dalla loro unione è nata Lucia. “Sì. Prima ero molto impegnata con il lavoro, poi ho cominciato a pensare alla maternità e quando è nata Lucia ho scoperto una vocazione – confessa Tiziana Panella – Avevo già 35 anni: se ne avessi avuti 20 avrei fatto una squadra di calcio. È certamente il viaggio più bello della vita. Con Lucia mi si è accesa la vita. Ma sul serio. Quando è nata mia figlia ho scoperto una malattia degenerativa. Mi hanno detto: ‘Salutala’. L’ho tenuta stretta per mano, per tre mesi, in ospedale. Devastata. Nel frattempo la mia salute migliorava. A tutt’oggi l’evoluzione della mia malattia è considerata un miracolo. Il mio rapporto con Lucia è particolarmente speciale”. “Mia figlia ha scelto di fare Medicina. Vuole salvare vite, specializzarsi in chirurgia d’urgenza. Del resto cos’altro poteva fare? Penso che davvero sia il suo mestiere. Salva le vite da quando è nata”, aggiunge.
Tiziana Panella racconta anche dell’incontro con il suo attuale compagno Vittorio Emanuele Parsi, anche lui volto noto in tv: “Galeotta è stata la guerra in Ucraina, due anni fa. Lui è stato molto spesso mio ospite e abbiamo cominciato a sentirci… poi lentamente, pendolari dell’amore: lui a Milano, io a Roma. Adesso lui vive a Roma con me, e la notte controllo che respiri bene. Lui mi ha regalato la capacità di essere felice (…) Dopo il malore ci siamo detti, una cosa meravigliosa. Ma non la dico”. Parlando della sua storia d’amore in un’intervista rilasciata prima del malore, la giornalista ha ammesso: “Sto vivendo un amore in pace, senza nessun tormento. È un professore, è il mio compagno da un anno e mezzo, dopo un lungo periodo di sofferenza e assenza”.
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18 Marzo 2024, 18:09