Il caso di Gubbio è riuscito ad oscurare l’annuncio di Giorgia Meloni “prima donna premier d’Italia”. La cittadina umbra è diventata celebre per una presunta intossicazione collettiva culminata con quelle che sono state definite “scene apocalittiche”. La vicenda è diventata virale grazie a degli audio e foto circolati su Whatsapp che hanno acceso i riflettori sui membri di una società di pesca sportiva che hanno scelto un ristorante locale per il pranzo incriminato.
“Le Iene” indagano
Ad approfondire la vicenda bollata come fake news dai soggetti coinvolti ci hanno pensato “Le Iene”. Secondo gli audio, infatti, la cena a base di pesce crudo sarebbe finita malissimo con gente che scappava in bagno o che usciva per vomitare. Qualcuno, non riuscendo a controllare gli spasmi, sarebbe addirittura finito in un fossato mentre era alla guida della propria auto schiantandosi contro altre macchine.
L’organizzatore e il proprietario del ristorante
Ad intervenire nel servizio di Michele Cordaro inizialmente è l’organizzatore dell’evento: “Il pranzo era pesce pescato da noi. Eravamo intorno ai 100 e una signora col fratello si sono sentiti male. Sono stati visitati e rilasciati col referto testimoniante un calo di pressione”. Poi è stata la volta del proprietario del ristorante: “Abbiamo cucinato alcune cose noi e altre sono state portate da fuori. Su 100 persone, 30 hanno avuto questi problemi. Non c’è stata alcuna scena apocalittica”.
La testimonianza di Biscotto e l’ira del sindaco
Anche “Biscotto”, tra i protagonisti del pranzo di Gubbio, ha avuto modo di raccontare la sua versione a “Le Iene”: “Ho avuto dei piccolissimi disturbi, ma niente di che. Ho fatto in tempo a tornare a casa e dopo mezz’ora sono uscito nuovamente. Magari quello che ha mandato l’audio ha voluto ingigantire per fare il simpatico”. A non perdonare la vicenda è il sindaco di Gubbio: “La goliardia ha un limite, stiamo denunciando tutti. Dobbiamo proteggere l’immagine della nostra città”.