Susanna Tamaro riappare su Facebook dopo un periodo di silenzio. E’ lei stessa a spiegare il motivo della sua assenza durante le festività natalizie. Purtroppo la scrittrice triestina, il cui nome è indissolubilmente legato a “Va’ dove ti porta il cuore”, successo da 15 milioni di copie da lei scritto nel 1992, è rimasta vittima di un incidente domestico. Considerata la dinamica, la disavventura avrebbe potuto avere delle conseguenze ancora più gravi.
“La notte del 18 ho avuto un bruttissimo incidente”
“Vi siete stupiti che non ho scritto niente nel periodo delle feste? Avevo già pensato a un post per il 19 dicembre, compleanno del mio avo Ettore Schmitz – meglio conosciuto come Italo Svevo – ma la notte del 18 ho avuto un bruttissimo incidente. In una crisi di sonnambulismo, infatti, ho fatto un piano di scale in volo”, racconta Susanna Tamaro a corredo di uno scatto che la ritrae su una sedia a rotelle. A seguito della caduta la scrittrice ha riportato diverse contusioni e fratture agli arti inferiori e superiori.
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“Sono fortunata perché avrei potuto morire o rimanere paralizzata”
“Che shock quando mi sono svegliata e ho capito che stavo volando senza sapere come atterrare – confessa – Eppure, già quando ero in ambulanza, non facevo altro che dirmi: come sono felice, come sono fortunata perché avrei potuto morire o rimanere paralizzata e invece sono ancora viva, pur con un po’ di fratture. La lotta con il dolore mi ha tolto tutte le energie per i pensieri che avrei voluto condividere con voi. Ma ho pensato anche che se sono ancora qui è anche per il vostro affetto e per le tante cose che ci uniscono. Grazie per i bellissimi messaggi che mi avete mandato! Presto risorgerò!”.
La scrittrice è affetta dalla sindrome di Asperger
Quattro anni fa, Susanna Tamaro annunciò il ritiro dalla vita pubblica. “Non ho più energie – disse – Come sapete, soffro di una sindrome neurologica, quella di Asperger, che dà tanti vantaggi, come una memoria spaventosa, ma anche tanti svantaggi, soprattutto dopo 50 anni. Finché ero giovane ho potuto gestirla, dopo i 50 ho cominciato a peggiorare. Non posso più muovermi, viaggiare, fare incontri, non ho più forza per farlo e dovendo scegliere scelgo di rimanere a casa per poter ancora scrivere Non è un ritiro per il disgusto del mondo”. E a proposito del benessere economico raggiunto grazie al suo successo letterario aggiunse: “I soldi mi mettevano angoscia, non sapevo che farmene, per questo nel 2000 ho donato tutto a una fondazione creata per promuovere progetti per le donne”.