05 Novembre 2023, 18:14
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E’ il 23 aprile 2022 quando Stefano Tacconi, uno dei più grandi portieri italiani, si vede costretto a parare il gol più difficile della sua vita. L’ex calciatore crolla a terra a causa di un’emorragia cerebrale da rottura di un aneurisma. Un incubo inaspettato e imprevedibile che segnerà per sempre la sua esistenza e quella di chi lo ama. Stefano Tacconi si trovava ad Asti insieme al suo primogenito Andrea grazie alla cui prontezza è riuscito a sopravvivere. Nei giorni scorsi, l’ex portiere della Juventus e della Nazionale è tornato finalmente a casa dopo aver completato la riabilitazione nella Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo.
Domenica 5 novembre, Stefano Tacconi è stato ospite insieme al figlio Andrea di Silvia Toffanin a “Verissimo”. “L’abbiamo passata brutta, pensavo di essere immortale e invece dietro l’angolo c’è sempre qualcosa di inaspettato – ha esordito – E’ capitato a me e menomale che c’era mio figlio con me. Come è stato tornare a casa? Sono stato annaffiato dai miei cani, mi hanno leccato”. Parlando del ricongiungimento con i suoi amici a quattro zampe, l’ex calciatore si è commosso e ha iniziato a singhiozzare. Poi è tornato indietro con la memoria al malore che è sopraggiunto nel giorno del compleanno della moglie.
“Dovevo aspettarmelo, erano 2-3 giorni che ero stanco morto, avevo girato da solo in macchina per 3mila chilometri – ha raccontato – Sentivo che qualcosa non andava bene. Avevo mal di testa, ho preso le solite pastiglie ma niente (…) Ho perso il matrimonio di mia nipote, i 18 anni di mia figlia, però almeno mi hanno visto vivere ed è quello che conta”. “Dei primi tempi non ricordo niente perché ero in coma – ha continuato – Nonostante sia stato un atleta, ho faticato tantissimo. La riabilitazione è stata molto dura, erano 25 anni che non toccavo una palestra. Ho dovuto ricominciare da capo, a camminare, a parlare. Mia moglie e i miei figli sono stati importanti, facevano avanti e indietro. Poi mia moglie che è devota di Padre Pio mi ha prenotato questa ‘vacanza’ a San Giovanni Rotondo”.
“Come mi sento dentro oggi? Mi dicono tutti che devo stare attento perché l’emorragia può tornare di nuovo – ha confidato Stefano Tacconi – Questo è quello che mi fa più paura perché io non sto mai fermo, ho sempre bisogno di muovermi. Però ho una famiglia che mi sta dietro e questo è importante. E’ la mia squadra. Adesso non mi fanno toccare né vino né fumo”. “A mia moglie il medico che mi ha operato ha detto: ‘Preghi questa notte che non so se arriva a domattina’ – ha svelato – Sono cose forti per una donna ma ha resistito anche lei. E’ una trentina, una montanara e non molla. Mi sta dietro, mi cura, mi guarda”.
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Andrea Tacconi, 28 anni, ha fatto il suo ingresso in studio. Il giovane per il padre è una sorta di angelo custode. “Se abbiamo superato questa, superiamo tutto – ha esordito Tacconi Jr. – I primi mesi sono stati devastanti”. Andrea ha ripercorso i momenti concitati in cui il genitore è crollato a terra: “Aveva delle convulsioni, si è irrigidito e ho pensato al peggio. Vedevo che non respirava e mi è venuta la prontezza di girarlo su un fianco e da lì ha ricominciato a respirare. Hanno chiamato subito i soccorsi e fortunatamente in cinque minuti è arrivata l’ambulanza. Il tempismo è fondamentale in queste cose. L’importante è essere qui a raccontarlo. Ha perso 30 chili”.
“Ho scoperto com’ero 66 anni fa, senza camminare, senza parola – gli ha fatto eco Stefano Tacconi – Sono rimasto anche con la voce bassa. Adesso dovrò fare un mantenimento, andrò in ospedale due volte a settimana perché in questi due giorni che non ho fatto palestra ho cominciato già a peggiorare (…) Vorrei portare la mia famiglia in vacanza a Sharm el-Sheikh appena possibile perché ce la meritiamo un po’ tutti”. “Auguro al mio papà di migliorare sempre di più, magari la prossima volta lo portiamo qui camminando”, ha concluso Andrea Tacconi.
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05 Novembre 2023, 18:14