Vanno a vivere nei boschi: trovati mummificati dopo un anno

Lasciano tutto e vanno a vivere nei boschi: i loro corpi trovati mummificati

Germana Bevilacqua

Lasciano tutto e vanno a vivere nei boschi: i loro corpi trovati mummificati

| 27/07/2023
Lasciano tutto e vanno a vivere nei boschi: i loro corpi trovati mummificati

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Due sorelle e il figlio 14enne della maggiore delle due sono stati ritrovati morti in un campeggio in Colorado, negli Stati Uniti. I tre sarebbero deceduti per il freddo e gli stenti. I loro corpi erano infatti mummificati. Avevano deciso di abbandonare la vita di città per allontanarsi dal mondo caotico che le angosciava. Così avevano lasciato tutto e si erano trasferiti in un campeggio nei boschi. Si tratta di due sorelle, Rebecca e Christine Vance, di 42 e 41 anni, e del figlio 14enne della sorella maggiore. I media locali hanno parlato del ritrovamento dei tre che lo scorso anno avevano radicalmente cambiato vita. Coltivavano la terra e vivevano dei frutti dei loro raccolti.

A stroncarli molto probabilmente sono stati il freddo o la malnutrizione

Una vita nuova che li ha portati ad una morte orribile e prematura. Il ritrovamento risale allo scorso 10 luglio quando un escursionista si è imbattuto nei loro cadaveri nei pressi di Gold Creek Campground, a nord-est di Gunnison. I cadaveri delle due sorelle e del giovane erano già in avanzato stato di decomposizione. Secondo il medico legale che ha effettuato l’autopsia, i tre sono riusciti a sopravvivere in tenda per alcuni giorni mangiando del cibo in scatola. A stroncarli molto probabilmente sono stati il freddo o la malnutrizione. Le temperature durante l’inverno diventano molto rigide in quella zona. L’unico cibo trovato nel rifugio era una scatola di ramen. Al momento non è chiara la data del decesso, ma secondo i primi rilievi sarebbe avvenuto da diversi mesi, con tutta probabilità durante l’inverno.
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I luoghi del ritrovamento (Foto Twitter)

La sorellastra: “Io e mio marito abbiamo cercato di fermarli ma non c’è stato modo”

La famiglia ha tentato di fermarli come ha raccontato al “New York Times” Jara Trevala, sorellastra di Rebecca.  L’ansia della donna provocata dal mondo esterno era peggiorata durante la pandemia. “Non credeva alle teorie del complotto, ma semplicemente aveva paura del mondo che aveva davanti ai suoi occhi. Credeva che avrebbe avuto una vita migliore immersa nella natura”, ha spiegato. Dell’altra sorella invece ha raccontato. “All’inizio Christine non voleva andare, ma poi ha cambiato idea perché pensava che se fosse stata con loro, avrebbero avuto maggiori possibilità di sopravvivere. Il figlio adolescente di Rebecca era un ragazzo intelligente e premuroso, era triste di non poter vedere più i suoi amici e parenti, ma allo stesso tempo era entusiasta del viaggio che stava per intraprendere insieme alla madre. Io e mio marito abbiamo cercato di fermarli, ma non c’è stato modo”, ha aggiunto.

Pubblicato il 27/07/2023 14:55

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