Come sta Jannik Sinner? Il tennista altoatesino, numero uno del ranking Atp, ha tenuto tutti col fiato sospeso dopo aver accusato un malore durante il match contro il danese Holger Rune. La partita, disputata a Melbourne, si è poi conclusa con la vittoria in quattro set di Sinner che passa così ai quarti di finale degli Australian Open. Nella seconda metà del secondo set, il tennista italiano in evidente difficoltà ha invocato un medical time out ed è stato raggiunto in campo da un fisioterapista che gli ha misurato la pressione, applicato un saturimetro e dato un medicinale. Asciugamano sul volto e mani tremanti, il numero uno al mondo ha fatto preoccupare tutti. Invitato ad andare negli spogliatoi, è tornato in campo dopo 11 minuti.
Jannik Sinner racconta il malore: “Mi sono svegliato male e non ho fatto il riscaldamento”
In conferenza stampa, Jannik Sinner ha accennato al malore accusato durante gli ottavi di finale dell’Australian Open. “Mi sono svegliato male. Può succedere”, ha detto. Di contro, l’altoatesino ha dormito tranquillamente: “Zero problemi. Anzi. Se non avessi messo la sveglia, sarei andato avanti”. Prima della partita, Jannik Sinner ha seguito procedure non abituali. “Di solito mi affido alla mia routine pre-match per trovare la concentrazione: quel rituale di comportamenti mi dà fiducia, mi fa sentire sicuro – ha spiegato – Ho fatto cose che non ho mai fatto. Sono arrivato per ultimo al circolo perché mi aspettavo una partita dura e non ho fatto il riscaldamento. Sapevo che avrei dovuto giocare contro un avversario duro e anche un po’ contro di me”.
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Perchè la rottura della rete è stata provvidenziale: “Sono stato fortunato”
Durante il match, qualcuno ha avuto l’impressione che il campione di tennis zoppicasse. “Non ho avuto alcun infortunio – fa sapere Jannik Sinner – Quando non mi sento bene, tendo a camminare un po’ sulla sinistra. Ieri ha fatto caldo, oggi ha fatto caldo. Capita di non essere al top, non voglio scendere nei dettagli”. Nessuna similitudine con il malessere avvertito durante la sfida di Wimbledon 2024 con Daniil Medvedev. “Non c’è alcuna relazione – ha assicurato -. A Londra avevo dormito male la notte prima, a Melbourne ho riposato. Però l’esperienza di Wimbledon mi ha aiutato tanto: mi ha permesso di gestire la situazione meglio di come avessi fatto a Londra”. Nel caso della sfida contro Holger Rune, la lunga sosta per riparare la rete che si era sganciata al centro è stata per lui provvidenziale. “Quei 20 minuti mi hanno aiutato. Nessuno si aspettava una cosa del genere, di solito non si rompe in quel modo. Sono stato fortunato, mi sono rinfrescato un po’, ho messo acqua fredda in testa ed è stato di grande aiuto. Quando sono rientrato in campo mi era tornato il colore in faccia…”, afferma.
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Sinner dopo il malore: “Qualcosina c’è, sto combattendo”
Il numero uno al mondo ha avvertito delle vertigini. Prima della partita, aveva visto un medico e si era sentito meglio. Il momento più drammatico è stato quando, tremante, è stato costretto a sedersi. “Non mi stavo sentendo bene – ha raccontato – ho avvertito un po’ di sbandamenti e forse ho avuto problemi con la pressione. In quel momento c’era tanto sole ed era molto umido”. “Ho pensato a tutto il lavoro fatto, anche nell’off season a Dubai, a dicembre – ha dichiarato in conferenza stampa – Ho pensato che ho lavorato tanto anche per riuscire ad affrontare giornate come questa. Ho preso spunti dal passato e dal presente, anche Rune faceva fatica. È stata una giornata in cui ho giocato bene a tennis ma il fisico faceva fatica a seguirmi, ce ne sono altre in cui il fisico è perfetto e il tennis non c’è. Succede. La perfezione non esiste. È proprio nelle difficoltà che devi riuscire a fare la differenza con l’avversario. Quindi da questo punto di vista sono contento e super positivo, mi sono gestito, ho lavorato bene”.
“Non voglio entrare nei dettagli di quello che ho avuto”, ha aggiunto. È un infortunio? “No”. È un problema di salute? “Qualcosina c’è, sto combattendo”. Ai quarti di finale, Jannik Sinner sfiderà l’australiano Alex De Minaur.