Silvio Berlusconi, con la sua morte, lascia agli eredi un patrimonio immenso da spartire. Un testamento esiste e lì sono contenute le ultime volontà del leader di Forza Italia sulla destinazione del 33% del patrimonio, in cui rientra anche la quota Fininvest. Il Cavaliere non avendo coniuge ha diritto di disporre di circa un terzo dei suoi beni mentre i due terzi vanno di diritto ai figli. Secondo un calcolo approssimativo il patrimonio in gioco dovrebbe essere intorno ai 4 miliardi. Le opere d’arte e beni non registrati sfuggono invece a una classificazione e valutazione. Una società, “Immobiliare Idra”, detiene le principali proprietà, in carico per un valore di 412 milioni. Non ha reddito proprio, ma solo i costi di conduzione delle ville che sono intorno ai 20-25 milioni annui. Quello che tutti si chiedono è a chi andranno Villa San Martino ad Arcore e la Villa Certosa in Sardegna. Molte proprietà saranno certamente divise tra gli eredi per metterle sul mercato e dunque destinate ad essere “monetizzate”. Tra queste la villa di Porto Rotondo che una perizia ha valutato 259 milioni.
Sono quattro gli immobili di cui Silvio Berlusconi aveva la proprietà personale
Silvio Berlusconi deteneva il 61%. Questo significa che circa il 40% verrà assegnato in automatico ai figli (8% a testa) che sono gli unici altri azionisti della holding alla testa del gruppo. Il risultato è che già oggi Marina e Pier Silvio hanno poco meno del 16% ciascuno (32% cumulato), mentre i tre figli del secondo matrimonio con Veronica Lario (Barbara, Luigi ed Eleonora) vanno complessivamente al 46%. Sono quattro gli immobili di cui Silvio Berlusconi aveva la proprietà personale, non ingabbiati in una società e che dunque potrebbero essere attribuiti direttamente agli eredi senza filtri azionari. Il primo è la dimora storica di Milano-San Gimignano. Il secondo è il villino “Due Palme” di Lampedusa. Il terzo era uno dei rifugi preferiti da Silvio Berlusconi fuori dalla Brianza: Villa Campari sul Lago Maggiore, a Lesa. Infine, il quarto: un bivani ereditato dal Cavaliere che apparteneva a un pittore triestino, Glauco Dimini, morto nel 2015. Era il suo atelier e nelle ultime volontà scrisse proprio che lo lasciava a Silvio Berlusconi di cui era grande estimatore.
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Il Cavaliere potrebbe aver deciso di far entrare nella cassaforte anche Marta Fascina
Il testamento di Silvio Berlusconi, secondo indiscrezioni, sarà aperto il 26 giugno. Le disposizioni del Cavaliere sul suo patrimonio dovrebbero essere lette dal notaio Arrigo Roveda dello studio Rlcd di Milano, storico riferimento professionale del gruppo e della famiglia. Giovedì 29 giugno, è convocata l’assemblea ordinaria della capogruppo Fininvest con all’ordine del giorno l’approvazione del bilancio e il rinnovo del consiglio di amministrazione. Sarà un’occasione per dare corso alle ultime volontà del fondatore relative alla cassaforte di famiglia. E Marta Fascina? Nella ripartizione il 20% è dirimente per il controllo. Ed è nella gestione di questo pacchetto che il Cavaliere potrebbe aver deciso di far entrare nella cassaforte Marta Fascina e alcuni storici amici come Fedele Confalonieri e Adriano Galliani. Ma si tratta di pure congetture. Nella storia di Fininvest nessun membro esterno alla famiglia Berlusconi è mai entrato nel capitale.
I costi di gestione delle dimore e i ricavi
Gli immobili, secondo alcune stime ufficiose, potrebbero avere un valore complessivo di 650-700 milioni. Il 61% di Fininvest, sulla base del patrimonio netto della capogruppo, è stimabile in 3 miliardi. Con gli “extra” si arriva a 4 miliardi. Silvio Berlusconi lascia ricchezza agli eredi, pochissimi debiti personali, ma costi di gestione da sostenere. Le residenze di Arcore (Villa San Martino), Macherio (Villa Belvedere), quelle in Sardegna di Porto Rotondo (Villa Certosa e Villa Dattilo), Villa Zeffirelli a Roma e Villa Due Palme a Lampedusa, hanno oneri pesanti in fatto di mantenimento. La gestione delle residenze non comporta però solo oneri passivi, ma anche ricavi delle locazioni di circa 20 case e altri immobili di proprietà che fruttano 4,8 milioni, mentre gli altri ricavi ammontano a 14,8 milioni.