Tra i tantissimi necrologi pervenuti al “Corriere della Sera” in occasione della scomparsa di Silvio Berlusconi, spiccava quello di Matilde Simonetti, detta Mity. La donna offre il suo personale ricordo del Cavaliere di cui ha curato l’immagine dal 1992 al 2010 in un’intervista al settimanale “Oggi”. “Ogni aggettivo riferito al Dottore, anche se declinato al superlativo, mi sembra sminuente”, esordisce. C’è lei, per esempio, dietro gli spot della discesa in politica di Silvio Berlusconi: le inquadrature, la scrivania, le luci, lo sfondo con la libreria e le foto di famiglia, insomma, la regia e la scenografia, che nel berlusconismo superano per importanza la sceneggiatura.
“Per i miei gusti, usava troppa cipria anti-lucido”
“Li giravamo alle 6 del mattino, perché poi Berlusconi non avrebbe avuto tempo – ricorda – Faceva un freddo terribile: il Dottore stava ristrutturando la villa di Macherio, lo studio era stato ‘sventrato’. Da una parte c’eravamo noi con le sciarpe e i cappellini di lana. Dall’altra lui, splendido in doppiopetto, seduto alla sua scrivania, sorridente, con una luce stupenda, caldissima…Feci razzia delle foto di famiglia, gliele sistemai dietro, alcune le avevo ‘organizzate’ io. Una volta dovetti mandare qualcuno a comprare dei jeans per i bimbi, che avevano solo pantaloni eleganti”. E la calza sull’obiettivo della telecamera per spianare le rughe? “Una leggenda. Allora, tra l’altro, non le aveva, le rughe. Usavamo dei filtri, questo sì, e delle luci trattate. Ma niente collant”. Unico disaccordo “la cipria anti-lucido, per evitare i riflessi nelle foto o in tv. Per i miei gusti, ne usava un po’ troppa. Si teneva in tasca un piumino secco: appena io mi voltavo, lo tirava fuori e si incipriava, poi lo rimetteva in tasca credendo che io non lo vedessi”.
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“Eravamo tantissimi a consigliargli di frenare le sue frequentazioni femminile”
Tra le immagini passate alla storia c’è quella che ritrae Silvio Berlusconi con la bandana a passeggio in Sardegna nel 2004. “Decise lui, forse c’era un trapianto da proteggere, lui lo coprì così. Ero in vacanza a Viareggio, quando vidi le immagini mi prese un colpo”, rivela. Mity Simonetto aveva già lasciato l’incarico all’epoca dei primi scandali non giudiziari: la D’Addario, la separazione da Veronica Lario, Ruby. “Erano questioni troppo grandi e lontane da me, non avrei saputo gestirle – spiega – Se gli ho mai consigliato di frenare le sue frequentazioni femminili? Eravamo in tantissimi a dirglielo. Lui ascoltava tutti, ma nelle decisioni era un uomo solo: soltanto sua madre Rosa avrebbe potuto influire sul suo comportamento, ma aveva già 90 anni”.