09 Maggio 2024, 10:19
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Si scrive un nuovo capitolo del caso di Antonio Scurati. Come tutti sanno, lo scrittore sarebbe dovuto intervenire, qualche settimana fa, nel programma di Serena Bortone “Chesarà…” con un monologo sul 25 aprile. L’intervento è poi saltato a poche ore dalla messa in onda. Circostanza che ha suscitato la reazione della conduttrice e giornalista che ha prima denunciato tutto sui social e poi ha deciso di leggere personalmente il monogolo dello scrittore in apertura di puntata. Nei giorni successivi molti colleghi si sono schierati dalla parte di Serena Bortone leggendo a loro volta il monologo e alcuni hanno mostrato solidarietà alla collega. Un episodio che ha acceso i riflettori sulla tv di Stato accusata di censura dai sindacati dei giornalisti, dalle opposizioni e anche da molti artisti. Del caso Scurati si è discusso in commissione di Vigilanza Rai e l’amministratore delegato Roberto Sergio ha annunciato di aver avviato un procedimento disciplinare contro la giornalista Serena Bortone.
Nella nota finale si legge: “Contestato a Bortone, come avvenuto in analoghi casi, il post pubblicato sui social in violazione della normativa della policy aziendale, ci sono regole che devono essere rispettate da tutti i dipendenti. La normativa vieta di rilasciare dichiarazioni pubbliche su attività, notizie o fatti aziendali. La contestazione è un atto dovuto e seguirà l’iter previsto dal regolamento”.
Serena Bortone è “colpevole”, quindi, di aver pubblicato il 20 aprile un post sui propri profili social proprio in merito alla vicenda Scurati annunciando che l’intervento dello scrittore era stato annullato senza spiegazioni. La conduttrice ha poi deciso di leggerlo durante la sua trasmissione. La nota dell’azienda sottolinea che “come da prassi nella contestazione si chiedono alla giornalista eventuali giustificazioni e chiarimenti”. Ma a fare tanto scalpore ha contribuito anche il gesto della premier Giorgia Meloni che il giorno stesso in cui è uscita la notizia ha pubblicato il monologo sulla sua pagina Facebook in risposta a chi accusava il Governo di ingerenze nella tv pubblica. L’amministratore delegato Roberto Sergio ha fornito la versione dei fatti dell’azienda e ha spiegato il motivo per cui è saltata la partecipazione dello scrittore.
L’ad ha parlato di motivi economici e non editoriali: “Non è stato annullato il contratto. Si era d’accordo con il valore economico, ma quando si è scoperto che si trattava di una promozione è stato invitato a titolo gratuito: è una prassi quando ci sono elementi di promozione”.
Secondo l’azienda, lo scrittore ha deciso di non prendere più parte alla trasmissione quando gli è stato comunicato che il suo intervento sarebbe stato “a titolo gratuito” perché “interessato a un periodo di promozione di una graphic novel prenotabile dal 19 aprile e di una fiction tratta dalla sua opera”. Un gigantesco malinteso, quindi, e una reazione spropositata di Serena Bortone che con il suo comportamento “ha creato un danno reputazionale all’azienda e a tutti i dipendenti, con un’accusa di censura inesistente”. “Avviato un procedimento di audit interno, le cui risultanze si avranno a breve, concentrato su due aspetti: il primo, sugli eventuali disallineamenti procedurali, e sicuramente ce ne sono stati. Il secondo, i comportamenti dei singoli su cui sono state chieste relazioni – ha sottolineato l’amministratore delegato -. All’esito saranno decise azioni migliorative dei processi o interventi nei confronti dei dipendenti”.
Fatto sta che la Rai è in subbuglio. Il sindacato dei giornalisti Usigrai ha indetto uno sciopero lo scorso 6 maggio a causa del “controllo asfissiante sul lavoro giornalistico, con il tentativo di ridurre la Rai a megafono del governo”. Un’accusa chiara che segue la scia della vicenda Scurati. Lo sciopero è stato in parte boicottato dalle redazioni di alcuni telegiornali con il sostegno del nuovo sindacato di centrodestra UniRai. In sede di Commissione di Vigilanza è intervenuto anche il direttore generale Rai Giampaolo Rossi. “Non c’è stato alcun comportamento antisindacale da parte dell’azienda nello sciopero – ha dichiarato – ma una spontanea presenza che ha consentito di mandare in onda i tg. Una presenza legittima come stabiliscono le sentenze che equiparano la libertà di scioperare a quella di non scioperare”.
“Lo sciopero ha riscontrato un’adesione del 56% su tutti i giornalisti e del 71% se si calcolano solo i presenti. Se l’adesione fosse stata più alta non sarebbe stato possibile mettere in onda i tg. L’affluenza non è stata tale da non consentire di mandare in onda le edizioni più importanti”, ha concluso.
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Tornando alla vicenda di Antonio Scurati, l’amministratore delegato Roberto Sergio ha parlato di “un’accanimento distruttivo di cui Rai è vittima, un accanimento che cerca di contrapporre a fatti, dati, numeri, risultati concreti e verificabili, delle fantasiose ricostruzioni quando non delle infamanti accuse che non solo danneggiano la reputazione e il valore della Rai ma che mortificano la comunità di donne e uomini che ogni giorno lavora per portare nelle case degli italiani il meglio delle loro capacità”. Ma i sindacati non ci stanno a far passare questa lettura dei fatti. Il segretario Usigrai Daniele Macheda ha attaccato l’ad dichiarando: “E cosi l’ha fatto: Roberto Sergio, l’uomo che da dirigente Rai, direttore della radiofonia attaccava pubblicamente sui social il Giornale Radio Rai, ora da Amministratore delegato fustiga a colpi di procedimenti disciplinari chi, anche attraverso i social, difende la propria libertà e professionalità da un sistema di controllo “asfissiante” sul lavoro dei giornalisti della Rai. I provvedimenti annunciati sulla vicenda Scurati sono dunque arrivati ma alla persona sbagliata. Il procedimento disciplinare aperto contro Serena Bortone è inaccettabile. Anche basta”.
Intervengono anche le opposizioni. Il Partito democratico ha criticato la decisione dell’ad Rai con una nota. “Il procedimento disciplinare definisce l’idea che la dirigenza ha del pluralismo informativo. Siamo di fronte ad un atto arrogante, minaccioso, intimidatorio – scrivono i componenti dem della commissione – ‘Colpirne uno per educarne cento’, è il motto che anima questa maggioranza che vuole rendere l’azienda del servizio pubblico il megafono del governo”. Al coro di dissenso si unisce anche Vittorio Di Trapani, presidente della Federazione nazionale stampa italiana: “Nella Rai di oggi si difende e si protegge chi cancella una pagina di cultura sul 25 aprile, e si punisce chi denuncia la cancellazione. Ha ragione Usigrai: clima asfissiante”.
Ma cosa rischia Serena Bortone a seguito del provvedimento disciplinare? Alla giornalista viene contestata la “scorrettezza”, interpretata dall’azienda come un “danno d’immagine”. Una voce fuori dal coro è quella di Marco Travaglio che sul “Fatto Quotidiano” ha attribuito a Serena Bortone la responsabilità di aver fatto un “pasticcio”. Secondo la ricostruzione del giornalista, la redazione del programma di Serena Bortone ha deciso di mandare alla Direzione Approfondimenti di Paolo Corsini e del suo vice Giovanni Alibrandi il monologo. Dopo la lettura dello stesso, i due decidono di annullare il contratto per proporre ad Antonio Scurati una partecipazione a titolo gratuito. I due la danno per cosa fatta e ne deducono che lo scrittore abbia accettato. Così parte il comunicato stampa sulla sua partecipazione. A detta di Marco Travaglio, l’errore è stato di Serena Bortone in quanto non ha avvertito Antonio Scurati del cambio di programma ma contatta subito i capistruttura che non rispondono subito alla sua mail. La giornalista risponde al silenzio dell’azienda pubblicando il post incriminato. Ora Serena Bortone rischia una multa.
Ma erano tante le questioni discusse nell’audizione serale davanti alla commissione di Vigilanza della Camera dei Deputati. I vertici Rai sono intervenuti anche sull’ospitata di John Travolta a Sanremo. L’attore si era presentato indossando delle scarpe di cui è testimonial. Questa la versione dell’ad Roberto Sergio: “Né i dipendenti né i collaboratori esterni della Rai erano a conoscenza della volontà dell’attore di indossare le scarpe con il logo dell’azienda U-Power, poco noto al pubblico, non riconosciuto prima dell’ingresso, e il contratto stipulato con la società Divina Luna prevedeva espressamente il divieto di introdurre elementi di valenza pubblicitaria o promozionale se non da Rai autorizzato. L’esibizione ha violato gli accordi, abbiamo avviato un’azione al tribunale civile di Roma, a carico di Divina Luna e di U-Power, per inadempimento contrattuale e violazione degli obblighi di correttezza, per il risarcimento danni anche reputazionali. La decisione è di sospendere il pagamento dell’intero compenso per la prestazione di Travolta”.
Affrontata anche la vicenda che ha riguardato il giornalista Franco Di Mare. Il giornalista ha annunciato, nel corso di un’intervista rilasciata a Fabio Fazio sul canale Nove, di avere il mesotelioma, un tumore aggressivo dovuto all’esposizione alle polveri di amianto, con cui potrebbe essere entrato in contatto durante il suo lavoro da inviato Rai nei Balcani. Franco Di Mare aveva denunciato che i vertici della tv pubblica non avevano risposto alla sua richiesta di ricevere lo stato di servizio, un documento che certifica dove il dipendente ha lavorato e per quanto tempo. Roberto Sergio ha precisato: “Inviata ieri a Franco Di Mare, via pec, la documentazione che aveva richiesto”.
Discussa anche la questione inerente al programma in quattro puntate di Roberto Saviano “Insider” cancellato all’inizio della scorsa stagione dalla programmazione anche se già registrato. “Ho chiesto al direttore Stefano Coletta di inserire Insider nei prossimi palinsesti estivi o invernali”, ha precisato Roberto Sergio. Affrontato anche il tema dei confronti tra i leader della politica italiana alla vigilia delle Europee sulla tv di Stato. “Ci sarà un unico confronto tra tutti i leader candidati, prima del voto, lavoriamo perché possa essere ospitato dalla Rai”, ha concluso l’ad.
Giovedì 9 maggio, durante la penultima puntata di “Viva Rai2!”, Rosario Fiorello ha affrontato l’argomento alla presenza di uno spettatore d’eccezione: l’amministratore delegato della Rai Roberto Sergio. “Se passate da viale Mazzini, la Bortone è legata alla gamba destra posteriore del cavallo – ha ironizzato lo showman siciliano – È stato lui! L’ha punita Roberto Sergio”. “Stanno solo chiarendo, non stanno punendo”, ha precisato Fabrizio Biggio. “No, no, la punisce – ha ribadito Fiore – Addirittura alcuni di quelli che lavorano a viale Mazzini possono passare e tirare alcune freccette sulla Bortone rea di aver detto cose. In Rai queste cose non le fanno mica passare. Roberto Sergio è un punitore di quelli che tu…(ride). È più la parte Roberto che quella Sergio. Ma inquadratemelo, vediamo la sua faccia mentre dico ‘ste cose”. Roberto Sergio, in piedi fuori dal Glass accanto al suo cartonato, ha abbozzato un sorriso. “Lui è l’ad Rai. Caro ad, sappi che su Repubblica ti danno punitore”, ha chiosato Rosario Fiorello.
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09 Maggio 2024, 10:19