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Selvaggia Lucarelli: “Dieci anni fa il mio attuale compagno non l’avrei nemmeno guardato”

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25 Dicembre 2021, 13:59

4' DI LETTURA

La giornalista e scrittrice si mette a nudo in un libro

  • Si intitola “Crepacuore” ed è la storia di una dipendenza affettiva: la sua
  • E’ stata per quattro anni con un manipolatore che l’ha fatta sprofondare in un baratro
  • Oggi è legata allo chef Lorenzo Biagiarelli: “Lui è un uomo risolto”

Selvaggia Lucarelli è di nuovo in libreria con “Crepacuore”. E’ la storia di una dipendenza affettiva: la sua. Una relazione durata quattro anni che fortunatamente appartiene al passato ma che l’aveva fatta sprofondare in un baratro. In questo romanzo, che è indubbiamente una seduta di autoanalisi, si trova la risposta alla domanda “Come può una donna forte e intelligente cadere nella rete di un uomo narcisista e manipolatore?”. Oggi la giornalista e scrittrice 47enne è felice e serena al fianco dello chef Lorenzo Biagiarelli.

Selvaggia Lucarelli e Lorenzo Biagiarelli (Foto Instagram)

“Dieci anni fa il mio attuale compagno non lo avrei neanche guardato”

Ma come spiega lei stessa in un’intervista a “La Stampa”, “la persona giusta non la incontri per caso”. Il manipolatore si fa strada attraverso un “vuoto” che si annida nel profondo di sé. “Il vuoto è un virus silente, che non lo cancelli, ma puoi disinnescarlo se ti trovi ad avere una personalità definita e indipendente. Se sei già ricca, arriva anche la storia d’amore – dichiara al quotidiano torinese – Dieci anni fa il mio attuale compagno non lo avrei neanche guardato. Perché è troppo risolto. E io non sarei stata pronta con un uomo così. Oggi sì”. In un manipolatore forse potrebbe ancora inciampare “ma oggi non avrebbe presa”.

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Selvaggia Lucarelli (Foto Instagram)

“Io sono stata invasa dalla sensazione di un amore totalizzante”


Selvaggia Lucarelli spiega meglio in cosa consiste una dipendenza affettiva: “Sono storie che partono con un love bombing, con attenzioni e promesse, con dichiarazioni e impegni (…) Culturalmente la donna è più facilmente vittima, ma attenzione: è una questione che va oltre le classi sociali o geografiche. Io sono stata invasa dalla sensazione di un amore totalizzante, salvo scoprire che non era così”.

Selvaggia Lucarelli (Foto da video)

“Il mio vuoto mi ha fatto regredire all’età infantile”

“Assomiglia alla dipendenza da una sostanza stupefacente – prosegue – perché sei come il tossicodipendente che cerca di tornare all’inizio e trovare piacere, ma invece sei solo una vittima di quello che chiamo sortilegio. Non avevo voglia di innamorarmi in quella fase della mia vita, ma avevo fame di amore per colmare un vuoto che mi aveva fatto regredire. Io sono tornata all’età infantile. Io mi sono aggrappata ai pantaloni di quest’uomo perché non mi lasciasse, come si fa da bambini con la mamma”.

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Selvaggia Lucarelli (Foto Instagram)

“Sicuramente la zavorra del passato famigliare c’è”

Il vuoto che causa la cosiddetta fame d’amore è spesso legato all’infanzia. Nel suo caso specifico, la giornalista e scrittrice dice: “Sicuramente la zavorra del passato famigliare c’è, ma non voglio sovraccaricare di responsabilità il passato. In fondo il passato non è destino. Però è interessante scavare e può aiutare a decodificare errori e momenti di ostinazione”.

Selvaggia Lucarelli e Lorenzo Biagiarelli a Trapani (Foto Instagram)

“Ho replicato lo schema relazionale di mia madre”

La madre di Selvaggia Lucarelli, purtroppo, è affetta da Alzheimer. “Più che il presente ora posso vivere del ricordo di lei – rivela – Aveva ambizioni, da ragazza. Diceva di voler diventare come l’inventore della Ford (Henry Ford, ndr) e lasciare il segno. Invece si è persa in un amore totalizzante. Volevo riscattarla, ho seguito anche i suoi sogni, ma nella sfera sentimentale sono finita come lei, almeno dal punto di vista dello schema relazionale”.

Selvaggia Lucarelli (Foto da video)

“Quando stacchi il cordone ombelicale, ti butti sugli animali domestici”

Il libro, spiega, non ha come obiettivo né tantomeno come messaggio l’autoassoluzione: “Serve a spostare lo sguardo”. Ciò accade quando ci si guarda indietro e con un distacco inaspettato si analizza il proprio vissuto. “Fino a una certa età viviamo di sogni e ambizioni e siamo proiettati sull’orizzonte – dice la Lucarelli – Poi, come me, arrivi a essere genitore del tuo genitore, qualche traguardo professionale lo hai raggiunto, nel mio caso ho un figlio ormai grande e allora quando capisci che il cordone ombelicale ormai è staccato, beh, allora ti butti sugli animali domestici come ho fatto io con il gatto”. E perché no trovi anche la forza per riscattarti.

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25 Dicembre 2021, 13:59

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