Selvaggia Lucarelli “fa a pezzi” Angelo Duro, campione di incassi al box office con il suo primo film da protagonista dal titolo “Io sono la fine del mondo”. La penna del “Fatto Quotidiano” ha avuto un sussulto dinanzi all’articolo uscito su “La Repubblica” in cui Stefano Cappellini bolla il comico palermitano come il nuovo riferimento culturale della destra italiana. Una definizione che non trova affatto d’accordo la penna del quotidiano diretto da Marco Travaglio. “C’è molto più ammiccamento al pensiero vannacciano nei suoi editoriali che nel film del comico – sentenzia – (…) Se fossi stata Giorgia Meloni io il ministero della Cultura l’avrei dato più a Cappellini che a Giuli o a Duro”.
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Selvaggia Lucarelli: “Angelo Duro? Fortuna basata sul nulla”
A detta di Selvaggia Lucarelli, la fortuna dell’interprete di “Io sono la fine del mondo” sarebbe “basata sul nulla”. “Per ritenere la comicità di Angelo Duro qualcosa di ‘scorretto’, qualcosa che possa rappresentare ‘il faro dell’egemonia culturale della destra’, qualcosa – perfino – che somigli al Vannaccismo, bisogna essere molto impressionabili – scrive sul “Fatto Quotidiano” – O, in alternativa, Stefano Cappellini (che appunto ritiene Duro un riferimento della cultura di destra, quella che legittima il pensiero scorretto)”.
Selvaggia Lucarelli: “Le battute di Angelo Duro fanno sembrare Vannacci un nazista dell’Illinois”
Secondo Selvaggia Lucarelli, Angelo Duro “presunto comico del politicamente scorretto, è l’evoluzione cinica del Cinepanettone”. “Le sue battute fanno sembrare Vannacci un nazista dell’Illinois – afferma – (…) La verità è che Angelo Duro non è – prevedibilmente – Ricky Gervais, non è – prevedibilmente – Louis C.K. e, qui sta il vero dramma, non è – imprevedibilmente – neanche Pio e Amedeo. Le battute del suo film sono deboli, polverose e innocue e al massimo Duro che fa una battuta al ciccione o alla femminista può risultare un faro della prevedibilità e dell’antipatia, non certo dell’egemonia culturale della destra. Che si fa spazio utilizzando mezzi molto meno grossolani che qualche battuta scema al cinema”.
Angelo Duro esulta per il successo al botteghino
Nel frattempo, continua la corsa al botteghino e “Io sono la fine del mondo”, scritto a quattro mani da Angelo Duro e Gennaro Nunziante (regista delle pellicole di Checco Zalone, ndr) è il film più visto nelle sale italiane da due settimane. “Prima mi facevate incaz*are, ora mi fate pure incassare”, esulta il comico palermitano sui social rivolgendosi ai cosiddetti “moralisti” che a suo dire sono la sua fortuna: “Sono la categoria che più amo. È grazie a loro se faccio tutti questi numeri in teatro. Perché s’incaz*ano per quello che dico e mi fanno vendere più biglietti”.