Sara Campanella voleva tornare a Palermo per curare i tumori, invece è morta a 22 anni a Messina per mano di un collega di studi che si era invaghito di lei, non ricambiato. A distanza di qualche giorno dai funerali dell’ennesima vittima di femminicidio, una ragazza a cui un coetaneo ha rubato sogni e futuro, ai microfoni di “Fanpage.it” parla la sua migliore amica Mariagrazia. Le due si erano conosciute all’università di Palermo e tra loro era scattato un feeling immediato. “All’epoca lei studiava con me Scienze Motorie – racconta Mariagrazia – Non conoscevamo nessuno e non ci eravamo mai incontrate prima ma ci siamo guardate ed è scattato qualcosa. Abbiamo legato subito. Abbiamo vissuto la stessa vita in luoghi diversi fino al giorno del nostro incontro. Lei poi si è trasferita a Messina per studiare ma siamo rimaste sempre profondamente legate. La prima volta che abbiamo parlato fu lei ad avvicinarsi a me e a presentarsi. È stato facile condividere le nostre vite, avevamo tante cose in comune. Abbiamo passato ogni giorno insieme fino a quando lei non si è trasferita a Messina per studiare. Ci siamo tenute sempre in contatto, facevamo tanti sacrifici per vederci e i nostri genitori ci aiutavano a incontrarci e passare del tempo insieme. Passavamo settimane intere l’una a casa dell’altra, ormai condividevamo le famiglie”.
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Sara Campanella studiava a Messina ma voleva tornare a Palermo
Poco prima di morire, Sara Campanella aveva chiesto la tesi in Oncologia presso la facoltà di Tecniche di Laboratorio Biomedico. Adesso l’università di Messina le conferirà la laurea alla memoria. “Voleva tornare a Palermo dopo la laurea per stare più vicina agli amici e alla famiglia – rivela Mariagrazia a “Fanpage.it” – Attendeva la laurea più di qualunque altra cosa, faceva il conto alla rovescia. Voleva specializzarsi con una tesi sperimentale in oncologia”. “Amava quello che faceva, era molto appassionata – confida – Sara era il sole, nei momenti bui cercava il buono delle cose e riusciva a fartelo vedere. Era studiosa, intelligente e straordinariamente bella. Per me è il sole, lo è ancora adesso. Ce lo dicevamo a vicenda, ma era lei ad illuminare tutto. Avevamo in comune perfino il gruppo sanguigno 0 negativo. Ogni volta che la guardavo sorridevo, non c’era altro modo di reagire alla sua presenza. Nei momenti bui riusciva a trovare il buono, sempre, ti dava il motivo per rialzarti e lottare. Era buona, altruista e molto affettuosa. Mi ha dato l’amore che altre persone non sono riuscite a darmi in molto più tempo. Si prendeva cura delle persone che aveva accanto, cercava di fare tutto il possibile e anche di più per ‘salvarti dal male’”.
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Mariagrazia non sapeva nulla di Stefano Argentino: “Sara non me ne ha mai parlato”
Sara Campanella aveva parlato alla sua migliore amica del ragazzo con cui da poco aveva una relazione. “Erano molto felici insieme – confessa Mariagrazia – Lui la trattava bene e lei aveva un’idea dell’amore estremamente pulita e bella. Sapeva che era importante mettere il bene e la libertà dell’altro davanti a tutto. Voleva costruirsi una famiglia e avere un lavoro stabile. Quando mi parlava del suo fidanzato, mi diceva che aveva trovato la sua persona, mi raccontava di quanto la coccolasse e la accudisse. Stavano molto bene insieme”. Mariagrazia non sapeva nulla di Stefano Argentino, il collega di studi che ossessionava Sara da due anni: “Purtroppo non mi ha mai raccontato nulla di questo individuo. Sapevo che nella loro classe erano in pochi, circa una ventina di persone. Mi diceva che si conoscevano tutti ma di Argentino non mi ha mai parlato né mi ha detto i problemi che stava vivendo da così tanto tempo. Lei era troppo buona, cercava di mettere a suo agio tutti e aveva lo spirito dell’inclusione. Probabilmente non ha visto un pericolo in questa persona. Mi sono chiesta cosa sia successo: avrà pensato che fosse emarginato? Voleva aiutarlo? Non lo so, ma so che lei era gentile di indole con tutti”.