La morte di Sammy Basso ha lasciato sconforto ma anche speranza. Il 28enne era uno dei pochissimi al mondo ad essere nato con la progeria di Hutchinson-Gilford, una malattia che causa un invecchiamento precoce del corpo. La morte è stata improvvisa, è successo sabato scorso durante una festa, Sammy Basso ha accusato un malore e a nulla sono serviti i tentativi di rianimarlo. Il suo desiderio in vita era quello di dare un contributo nello studio della malattia che lo affliggeva sin dalla nascita. Per questo motivo ha deciso di donare il suo corpo alla scienza per aiutare e la ricerca. Come riportato dal “Corriere della Sera”, la famiglia si sta muovendo per esaudire il desiderio del 28enne che aveva conseguito una laurea in Biologia. I genitori hanno già preso contatti con il Centro di riferimento per la donazione del Corpo e Biobanca dell’Università di Padova il cui responsabile, Raffaele De Caro, docente di Anatomia e specializzato in Pathology and Forensic Medicine, ha fatto sapere: “Siamo un centro di riferimento nazionale. Ci mettiamo a disposizione. Aspettiamo le decisioni della famiglia”.
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Il preside di Biologia: “Ha indicato la strada giusta su cui proseguire per trovare una cura”
Sammy Basso era conosciuto e molto stimato all’Università di Padova dove ha conseguito due lauree, di cui una in Biologia molecolare. “Uno dei migliori studenti che abbiamo avuto, superiore a tutti – ricorda Francesco Argenton, presidente del corso di laurea in Biologia e suo professore – . Una grande passione per la scienza, capacità comunicativa, saggezza, curiosità, amore infinito per la vita. Il suo entusiasmo è stato trascinante nei seminari in cui ha insegnato. Sammy Basso è stato soprattutto uno scienziato, i suoi studi hanno gettato le fondamenta per arrivare a una terapia genetica che aiuti ad alleviare i sintomi della progeria e allunghi la vita a chi è ammalato”. “Le sue ricerche sulla progeria sono arrivate a conclusioni importanti – ha aggiunto – tanto che sono state pubblicate su prestigiose riviste internazionali, tra cui Nature Medicine e successivamente citate negli studi di altri 109 ricercatori… Ha lasciato il segno e indicato la strada giusta su cui proseguire per trovare una cura, anche se non a breve”.
La morte di Sammy Basso raccontata dall’amico: “Si è divertito sino all’ultimo momento”
La vita di Sammy Basso è stata breve ma intensa. Accanto a lui ci sono sempre stati i genitori e moltissimi amici. Primo fra tutti, Riccardo Zanolli con il quale ha condiviso la scuola, i viaggi come quello sulla mitica Route 66 e l’impegno nella ricerca sulla progeria. Il giovane era con Sammy Basso anche l’ultima sera, quando ha avvertito il malore che gli è stato fatale. “Eravamo insieme a quella festa – racconta il giovane al ‘Corriere della Sera” -. Si è divertito sino all’ultimo momento. Proprio come voleva che fosse la sua vita. Sammy non si è mai preso sul serio. Rare volte l’ho visto infelice. Ogni giorno una meraviglia. Indimenticabile. C’è stato qualche momento di difficoltà, ma non mancava mai il sorriso. Quel viaggio ha tanti significati. E c’è una data che ritorna. Il 5 ottobre. Quel giorno del 2014 io sono tornato in Italia, lui è rimasto ancora qualche giorno. Esattamente dieci anni dopo, la sera del 5, è finito il suo viaggio”.
Poi ricorda gli ultimi istanti dell’amico: “Stava ballando. Si è accorto di non stare bene, ma non ha voluto andare a casa. La resistenza alle difficoltà è quella che ha avuto sempre nella vita”. “Era un maratoneta della vita – aggiunge – fino all’ultimo giorno ragionava con progettualità verso il futuro. Eravamo ragazzi e mi diceva: andrò all’università, mi laureerò, studierò la malattia”.
L’amico: “Sammy mi ha insegnato che un cuore grande fa posto a tanti”
Riccardo Zanolli porterà avanti i progetti dell’amico con l’aiuto dei genitori di Sammy Basso. “Sono vicepresidente dell’Associazione Italiana Progeria Sammy Basso. Una realtà che nasce grazie ai suoi genitori, belle persone. L’hanno creata dal nulla. Oggi è la seconda realtà mondiale sulla progeria. Continueremo sulla strada che lui ha tracciato per curare la malattia”. I due giovani si sono conosciuti tra i banchi di scuola. “Avevamo 14 anni – ricorda -. Poi ci siamo ritrovati a Padova, all’università: io a ingegneria, lui alle facoltà utili per la ricerca sulla malattia. Era il collante che faceva stare uniti tutti. Sammy mi ha insegnato che un cuore grande fa posto a tanti. Ed era così. Aveva tanti amici, era importante per lui. In classe gli assegnavano il primo banco per la sua altezza, ma se c’era da fare qualche scherzo, anche ai professori, non si tirava indietro. Qualche punizione la prendeva, non voleva avere favoritismi”.
“Era un grande intellettuale, sopra la media in ogni cosa che faceva”
Sammy Basso lascia un’eredità importante alla scienza e a chiunque abbia condiviso qualcosa con lui. “Era un grande intellettuale e un personaggio pubblico – dice infine Riccardo Zanolli – ma con una umiltà immensa, una delle sue principali caratteristiche. Sempre disponibile e sorridente. Sapeva volere bene ed era impossibile non volergliene. Era sopra la media in ogni cosa che faceva. Anche nel suo lato comico. Era autoironico. Lottava per vivere una vita normale ma lo faceva con il sorriso. Che ha avuto sino alla fine”.
I funerali di Sammy Basso si terranno terranno venerdì 11 ottobre, con inizio alle 15.00, al campo sportivo di Tezze sul Brenta (Vicenza). II funerali del biologo saranno celebrati con rito religioso cattolico ma all’aperto per poter accogliere i tanti che sicuramente vorranno presenziare. Il comune di Tezze ha fatto sapere che in occasione dei funerali verrà proclamato il lutto cittadino.