Televisione

Salvo Sottile a “Ciao maschio”: “Sono stato bullizzato perchè fragile e sovrappeso”

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27 Ottobre 2024, 17:20

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Salvo Sottile è stato tra gli ospiti della puntata di “Ciao Maschio” andata in onda sabato 26 ottobre. Il giornalista palermitano, attualmente in onda su Rai3 con “Farwest”, ha utilizzato gli aggettivi “fumantino”, “generoso” e “profondo” per definire sé stesso dando una spiegazione per ciascuno di loro. Riguardo a “fumantino” ha subito precisato: “Sono molto migliorato nel corso degli anni. Lo ero molto di più quando ero giovane. Adesso sto superando i 50, ma quando ero molto più giovane mi accendevo subito come un fiammifero. L’esperienza mi ha insegnato ad ammorbidirmi un po’. Adesso cerco di contare sino a 20 prima di prendere fuoco. Le vampate ce le ho sempre, però cerco di contenermi. Se tornassi indietro, probabilmente non farei alcune scelte che mi hanno fatto sbattere il muso contro una porta, conterei fino a 20. Ma quando si è giovani, nel bene e nel male, si fanno scelte azzardate. A farmi inca**are oggi è la falsità delle persone. Quando so che ho una persona davanti che magari parla male di me o non mi stima, però fa di tutto per dimostrarmi il contrario, quello mi fa diventare una bestia”.

Nunzia De Girolamo (Foto da video)

Salvo Sottile a “Ciao Maschio”: “Da ragazzo a Palermo facevo i filmini nei matrimoni”

“A 18 anni Mentana ti disse che eri troppo giovane per fare questo mestiere”, ha ricordato Nunzia De Girolamo. “Ero talmente piccolo che cercai di capire chi avevo di fronte – ha spiegato Salvo Sottile – E di fronte, in fondo, avevo un altro ragazzo perchè Mentana aveva 36 anni quando diventò direttore del Tg5. Aveva un carattere molto particolare. Io arrivai da lui con tutta l’umiltà e anche con tutta la paura di uno che pensa di essere troppo piccolo davanti a una cosa così grande. Credo che mi abbia detto quella frase per farmi capire che se un domani io avessi avuto questa possibilità, questa carta me la dovevo giocare bene”. “Da ragazzo a Palermo facevo i filmini nei matrimoni perché arrotondavo – ha raccontato il conduttore di “Farwest” – Mi pagavano in nero, è prescritto ormai (ride). Avevo qualche soldo da parte che mi permetteva di fare qualche cosa extra. Ho iniziato a maneggiare la telecamera pensando sempre di stare dietro, mai davanti. Stavo molto attento agli sguardi, alle facce, alle mani, e questo poi mi è servito quando ho iniziato a fare il giornalista per stare molto attento ai dettagli. Questo è un mestiere che si può fare in tanti modi ma i dettagli sono sempre fondamentali”.

Selvaggia Lucarelli e Salvo Sottile (Foto da video)

“Da bambino ero molto fragile, i miei compagni spesso mi prendevano in giro”

“Che bimbo eri?”, ha chiesto Nunzia De Girolamo. “Non ero per niente forte, ero molto fragile – ha confessato Salvo Sottile – Da bambino sono stato bullizzato, andavo a scuola ed ero sovrappeso. Molto spesso venivo preso in giro dai miei compagni. C’è un’immagine di me che mi torna ogni tanto in testa quando magari ci sono delle notti in cui mi sveglio. C’è questo bambino da solo con il pallone, perché mia mamma mi lasciava con il pallone davanti a una scuola e mi diceva: ‘Adesso arrivano gli altri e giocano’. Io restavo con questo pallone, per non scontentare mia madre, da solo per ore, fino a quando non mi tornava a prendere”.
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Salvo Sottile (Foto Instagram)

“Non sono uno che parla molto, però sono uno che va molto in profondità”

“Loro non volevano giocare con me, in realtà neanche mi si avvicinavano – ha confidato il giornalista – A volte i bambini riescono a tirare fuori una crudeltà che poi è anche una forma di verità. Però te la buttano in faccia senza sconti. Quindi dovevo fare i conti con tutto questo e devi avere le spalle forti perché non sempre tutti i ragazzini sopportano. C’è anche chi non sopporta e purtroppo fa una brutta fine. Molti di quei ragazzini li ho rivisti e ho avuto anche il coraggio di guardarli in faccia e di parlare con loro. Ho scoperto una cosa che mi ha fatto soffrire: nel momento in cui loro stessi mi hanno guardato non più come il bambino del palloncino, ma come il ragazzo o l’uomo che poi sono diventato, avevano quasi soggezione. È il grande gioco della vita”. Riguardo all’aggettivo “profondo”, Salvo Sottile ha detto: “Io non sono uno che parla molto, però sono uno che va molto in profondità. Probabilmente perché non mi è mai piaciuta, sia nella vita che nel lavoro, la parte superficiale delle cose. Sono uno abituato ad andare oltre, a guardare oltre l’apparenza”.
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Salvo Sottile a “Ciao Maschio”: “A Palermo facendo questo mestiere non dormivo la notte”

Salvo Sottile fu tra i primi giornalisti ad arrivare sul luogo della strage di Capaci in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta. “La mia terra è stata una grande palestra per me perché mi ha insegnato a interpretare gli sguardi, i silenzi – ha rivelato – All’epoca avevo 19 anni e mi sono trovato dentro una pagina di storia, dentro qualcosa di molto più grande di me. Nello stesso tempo ho avuto paura e sconcerto. La paura di pensare che forse non ero pronto per affrontare tutto questo e raccontare all’Italia con un servizio, il mio primo servizio, la mia prima diretta, quello che stava succedendo. Poi lo sconcerto, da palermitano, da siciliano, di sentire sulla mia pelle la sconfitta per la morte di quest’uomo che aveva fatto la differenza, che era stato isolato prima di morire come tutti quelli che vengono ammazzati. Era stato isolato e abbandonato al suo destino, quasi portato su un vassoio nelle mani del carnefice per essere ucciso”.

Salvo Sottile ha anche ricordato “la paura che avevo tutte le sere quando ero ragazzino tornando a casa, quando avevo iniziato a fare questo mestiere. Il fiato sul collo di certa gente lo sentivo e vivere con la mia famiglia in quella città, sapendo che io facevo quel mestiere ma che domani mia madre poteva essere sorpresa da qualcuno, non mi faceva dormire la notte. La notte per me è un problema ed ecco perché non dormo, per stare vigile”.

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27 Ottobre 2024, 17:20

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