19 Ottobre 2024, 08:41
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Un uomo è stato tratto in salvo dopo aver trascorso 67 giorni in mare alla deriva. È successo in Russia. Mikhail Pichugin, 48 anni, ha resistito per più di due mesi a bordo di un gommone nel gelido mare di Okhotsk, nell’Estremo oriente russo, vicino alla costa della Siberia. Il naufrago era partito insieme al fratello 49enne e il nipote di 15 anni, trovati morti accanto a lui sul gommone. I tre erano partiti a inizio agosto per le isole Shantar e, dopo non essere mai rientrati all’isola di Sakhalin, il 9 agosto sono stati dati per dispersi. Nonostante le ricerche, i soccorsi non sono riusciti mai a localizzarli e i tre erano stati oramai dati per dispersi. Solo per caso, qualche giorno fa, un peschereccio ha individuato il gommone con a bordo il sopravvissuto e le due vittime del naufragio.
Mikhail Pichugin è riuscito a sopravvivere grazie alla sua mole, pesava 100 chili, ma ne ha persi la metà. L’uomo al momento del salvataggio è apparso in evidente stato di choc ma cosciente.
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Non si riesce ancora a capire come Mikhail Pichugin sia riuscito a sopravvivere. Secondo quanto hanno fatto sapere i media locali, i tre uomini avevano a bordo una piccola razione di cibo e circa 20 litri d’acqua quando il motore della loro imbarcazione si è rotto lasciandoli alla deriva. L’avvistamento del naufrago è avvenuto al largo della penisola di Kamchatka. Le autorità locali hanno pubblicato un video del momento del ritrovamento e del salvataggio del 48enne. Nel breve video sfocato si intravede un uomo con un giubbotto di salvataggio che grida disperatamente “venite qui”. L’equipaggio del peschereccio lo ha subito tratto in salvo e riportato sulla terraferma per le cure. Secondo quanto riferiscono i media russi, le prime parole del naufrago sono state: “Non ho più forze”. Il tratto di mare in cui è naufragata l’imbarcazione dei tre malacapitati è considerato uno dei più freddi dell’Asia orientale, noto per le sue tempeste.
Dal racconto dei media Mikhail Pichugin, il fratello e il nipote di 15enne erano partiti da Capo Perovskij, Territorio di Khabarovsk, in direzione della regione di Sakhalin. Il gruppo aveva previsto di stare via non più di due settimane e aveva con sé scorte di acqua e cibo limitate e quel periodo.
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Lo scopo del viaggio era di osservare le balene, ma ben presto dei tre non si sono avute più notizie. Dopo la scomparsa, i soccorritori li hanno cercati per giorni sorvolando quel tratto di mare con gli elicotteri, ma senza fortuna. Il sopravvissuto ha raccontato che il motore del catamarano si è bloccato lasciandoli alla deriva in balia delle forti correnti e di essersi tenuto in vita bevendo acqua piovana e riscaldandosi con un sacco a pelo “mongolo” con l’imbottitura di pelo di cammello. Sempre secondo il suo racconto, dopo la morte dei suoi compagni di viaggio ha usato i loro giubbotti di salvataggio catarifrangenti per attirare l’attenzione. La moglie di Mikhail Pichugin, parlando con l’agenzia di stampa russa Ria Novosti, ha dichiarato: “Non sappiamo ancora nulla. Sappiamo soltanto che è vivo… È una specie di miracolo!”.
La donna ha raccontato inoltre che il marito avrebbe voluto portare con sé anche la figlia 12enne, ma che lei fortunatamente si era opposta. Ora il sopravvissuto è ricoverato in un ospedale di Magadan in stato di shock e condizioni “più o meno stabili”.
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19 Ottobre 2024, 08:41