12 Marzo 2024, 16:25
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“Se dovesse vincere l’Oscar ‘La zona di interesse’, so perché vincerebbe, non certo perché è un film migliore di Io capitano. Io Tifo Italia. Tifo Garrone!”. Queste le parole pronunciate da Sabrina Ferilli poco prima della cerimonia di consegna degli Oscar 2024 che hanno sollevato un vero e proprio polverone social. In tanti hanno ricollegato le dichiarazioni dell’attrice romana a quelle di Massimo Ceccherini che aveva ipotizzato il successo “degli ebrei” perché “vincono sempre loro”. L’attore toscano è stato costretto a chiedere scuse dopo che la comunità ebraica era insorta accusandolo di antisemitismo.
A “bastonare” Sabrina Ferilli è intervenuto Massimo Gramellini. “Pazienza per Ceccherini, ma ci si è messa pure Sabrina Ferilli, una che sembrava allergica ai luoghi comuni”, ha scritto nella sua rubrica “Il Caffè” sul “Corriere della Sera”. Il giornalista prova ad interpretare la frase pronunciata dall’attrice: “Allora ce lo dica, signora Ferilli, visto che lo sa. Tiro a indovinare: perché parla della Shoah e a Hollywood la lobby ebraica la fa da padrona; basta che uno ambienti il suo film nei dintorni di Auschwitz e le statuette gliele tirano dietro, mentre un racconto sui migranti come quello di Garrone non gode di protezioni in alto loco. Le ho letto nel pensiero? Spero di no, ma i pregiudizi sono così prevedibili”.
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“Immagino ne abbia messo al corrente il suo collega Roberto Benigni, che vinse l’Oscar nel 1999 con ‘La vita è bella’ e già all’epoca gli addetti ai livori lasciarono intendere che ambientare la storia in un campo di concentramento era stata una furbata per sedurre la famosa lobby- ha aggiunto – Certo, vedere un film prima di giudicarlo in certi casi aiuta. Si scoprirebbe che ‘La zona di interesse’ non è un film sugli ebrei, come sostiene l’arguto Ceccherini, ma su una famiglia che vive a ridosso di un lager senza curarsene. Racconta la miopia del nostro sguardo, la meschineria di chi non alza mai la testa dalle proprie rassicuranti certezze. Insomma, più che un film «sugli ebrei», è un film su chi pensa che ‘La zona di interesse’ abbia vinto perché parla di ebrei”.
Oggi Sabrina Ferilli ha chiarito la sua affermazione condividendo le parole del critico Paolo Mereghetti secondo cui “La zona di interesse” è “più furbo che davvero bello, tutto costruito sulla ‘banalità’ piuttosto che sul ‘male’ e molto abile a sfruttare il senso di colpa dello spettatore occidentale di fronte a una tragedia che il film si preoccupava di rendere ‘rarefatta’ ed ‘elegante’ senza davvero farci i conti. E senza quello sguardo morale che invece Garrone aveva cercato con ‘Io capitano'”. “Il caffè qualcuno lo può dedicare al suo collega di testata”, ha aggiunto lanciando una frecciatina a Massimo Gramellini.
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12 Marzo 2024, 16:25