22 Febbraio 2024, 16:58
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“Gloria”, la nuova fiction di RaiUno prodotta da Eagle Pictures con protagonista Sabrina Ferilli nei panni di una diva decaduta, è stata accolta positivamente da pubblico e critica. La serie (sei episodi in tre serate) ha conquistato anche Aldo Grasso.
“Finalmente una commedia divertente, autoironica e provocatoria – esulta il noto critico televisivo sulle pagine del “Corriere della Sera” – Gloria Grandi (Sabrina Ferilli) è stata un’acclamata diva del cinema italiano, ma deve il suo successo soprattutto a una serie televisiva giunta alla quarta stagione, nel ruolo della dottoressa Palazzo. Inchiodata al suo ruolo (le chiedono inevitabilmente consigli medici come già capitò ad Alberto Lupo ne ‘La cittadella’ di Cronin, 1964), vorrebbe tornare al ‘grande schermo’ e abbandonare il ‘piccolo’. La strada suggerita dal suo cialtronesco agente (Massimo Ghini) non è delle più corrette ma…”.
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“Sarà perché, fin dalle prime inquadrature, si crea un clima di complicità e di divertimento, sarà perché è il mondo stesso del cinema e della televisione a mostrare tutte le sue contraddizioni e le sue ribalderie (ma anche la confusione che regna nella testa degli spettatori è presa di mira), sarà perché Sabrina Ferilli indossa la parte con naturalezza, ma è una delle rare volte in cui in una commedia italiana dei nostri giorni tutti gli attori sembrano recitare bene – sentenzia Aldo Grasso – a cominciare dalla brava Emanuela Grimalda, nel ruolo di assistente factotum (del resto, anche la cattiva recitazione fa parte del copione o, quanto meno, può trarre in inganno)”.
“Gloria si comporta da vera diva, facendo il verso alle grandi dive dello schermo sul viale del tramonto: litigiose, vanagloriose, bugiarde, portate al melodramma anche nella vita quotidiana – conclude – Ma se i continui passaggi dal dramma alla farsa riescono con rara leggerezza gran parte del merito va alla scrittura e a Ferilli, molto a suo agio nella parte. Su ‘Gloria’ si potrebbero imbastire molti discorsi, dalla paura di cadere nel dimenticatoio di chi è vissuto sotto le luci della ribalta al bisogno di sentirsi continuamente amati, dai sotterfugi cinici per riconquistare il palcoscenico al narcisismo endemico del mondo dello spettacolo, ma il consiglio è di goderlo in allegria, di viverlo per quello che è: una commedia riuscita”.
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22 Febbraio 2024, 16:58