La confessione della piccola di casa Carrisi
- E’ accaduto quando si trasferì a Los Angeles per studiare recitazione
- “Avevo bisogno di provare esperienze nuove, ho fatto incontri assurdi”
- Nel locale “ogni tanto arrivava Quentin Tarantino”
In un’intervista al “Fatto Quotidiano”, Romina Jr., ultimogenita di Al Bano Carrisi e Romina Power, rievoca il periodo in cui si trasferì negli Stati Uniti, paese della famiglia materna, per sfuggire all’attenzione mediatica e inseguire il sogno di diventare attrice.
“Crescevo e mi sentivo sola”
“Me ne sono andata in America a studiare – racconta – Volevo scendere dalle montagne russe, smettere di far parte di un film corale per il quale non avevo fatto nemmeno il provino. Ho capito che l’attenzione morbosa non è una forma d’amore, soprattutto quando il pubblico di terze persone veniva e mi giudicava, mentre io crescevo e mi sentivo sola”.
“Oggi ho trovato la mia dimensione”
“Ho studiato quattro anni a Los Angeles recitazione, improvvisazione e scrittura – prosegue – Sono andata per studiare e preparami e ho capito che mi piace di più stare dall’altra parte delle telecamere: ho fatto anche l’attrice e mi piace stare in scena ma ho compreso che cercavo dei ruoli soprattutto per nascondermi. Oggi, anche grazie alla psicoanalisi, ho trovato la mia dimensione: più che celarmi dentro un personaggio, voglio essere libera di esprimere me stessa”.
“Non mi sono mai sentita una figlia di papà”
Durante il suo soggiorno in America, la piccola di casa Carrisi ha fatto anche delle esperienze atipiche, come lavorare in un locale per spogliarellisti. “Non mi sono mai sentita una figlia di papà – spiega – Volevo vivere una straordinaria normalità. Semplicemente avevo bisogno di provare esperienze nuove, di tuffarmi in un mondo completamente sconosciuto. Ho osservato molto, mi sono divertita, ho fatto incontri assurdi”.
L’esperienza in uno strip club
“Ogni tanto arrivava Quentin Tarantino: gli piaceva una ragazza che somigliava molto ad Uma Thurman – ricorda – Noi cameriere eravamo costrette a dare tutte le mance al manager del locale, un tipo stron*issimo: una sera un cliente iraniano s’innamora di me e mi rifila mance da 100 dollari, così correvo in bagno e m’infilavo di nascosto le banconote negli stivali. A fine serata il capo mi disse: ‘Com’è che non hai tirato su manco dieci dollari?’. Io feci la faccia da svampita e me ne andai soddisfatta, con le banconote nello stivale”.