17 Aprile 2023, 17:34
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Re Carlo III avrebbe un patrimonio da 600 milioni di sterline (671,2 milioni di euro). Il doppio rispetto alla fortuna accumulata dalla defunta regina Elisabetta II stimata a settembre 2022 in 370 milioni di sterline. A metterlo nero su bianco è il “Sunday Times”. La parsimonia e l’oculatezza nel mettere da parte il denaro sono tra le doti più spiccate dell’eterno erede diventato finalmente re.
Il monarca avrebbe cominciato a risparmiare quando era ancora principe di Galles, titolo passato al suo primogenito William. A spingerlo a diventare ancora più parsimonioso sarebbe stato il divorzio da Lady Diana costato all’allora principe Carlo 17 milioni di sterline. Da quel momento, avrebbe deciso di gestire con maggiore accortezza i profitti derivanti dalle sue attività nel Ducato di Cornovaglia che gli hanno permesso di sostentarsi autonomamente in attesa di diventare re.
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Stando a quanto riporta il “New York Times”, tra il 2011 e il 2022, il sovrano avrebbe aumentato i profitti annuali del ducato del 42,6% a 25,4 milioni di sterline. Nel medesimo asso temporale, la ricchezza del ducato sarebbe aumentata di quasi il 50% a 1,04 miliardi di sterline. Dal 2012 al 2022, inoltre, Re Carlo avrebbe ricevuto 212,7 milioni di sterline dal possesso del ducato e avrebbe versato spontaneamente l’imposta sul reddito nonostante non gli fosse stata richiesta.
Strettamente correlata alla sua abilità nel risparmiare sarebbe la passione ambientale che lo porta a fare “da sempre delle scelte di vita frugali”. Re Carlo, insomma, sarebbe uno di quelli che non ama “buttare via le cose”. A cominciare dagli abiti acquistati negli anni che Re Carlo fa “riparare” nonostante abbia la disponibilità economica per rinnovare il guardaroba. A raccontarlo al “Corriere della Sera” è Fabrizio Servente, l’amico italiano, presidente per l’Italia della Campaign for Wool che promuove la scelta “sostenibile” della lana di cui Carlo è patrono.
“Oh sì eccelle nell’arte del ‘Rammendo’ – svela – Certe cose che indossa, sono rammendate molto bene. Basta avvicinare lo sguardo e si notano piccoli punti, piccoli rattoppi alle sue giacche. Re Carlo non è affatto uno sprecone, ha un innato senso sostenibile: la maggior parte dei nouveau riches se c’è uno strappo in una tasca la buttano, al contrario lui la fa riparare”. “Quel suo cappotto cammello? Ce l’ha da vent’anni e lo riusa da allora! – aggiunge – E’ in linea con quanto predica da cinquant’anni. E poi utilizza ancora le giacche del padre Filippo. Di più, cambia ricami e applicazioni delle divise di quand’era in Marina”.
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17 Aprile 2023, 17:34