Raiz, nome d’arte di Gennaro Volpe, frontman degli Almamegretta nonché attore nella serie tv “Mare fuori”, è stato ospite di Silvin Toffanin nella puntata di domenica 18 maggio di “Verissimo” per raccontare il dolore della perdita della moglie Daniela Shualy, venuta a mancare lo scorso 2 aprile. “Come va?”, chiede subito Silvia Toffanin. “Perdere la propria compagna – risponde – la persona con la quale hai sognato di trascorrere la vita, mi rende difficile rispondere a chi mi chiede come vada. Va. Parafrasando il titolo della scrittrice Hannah Arendt ‘La banalità del male’, io dico che sto vivendo la banalità del pane, devo curare la routine delle giornate per nostra figlia, devo continuare a fare la vita di tutti i giorni, e attraversare il dolore”. “Quello che ci è accaduto non era inaspettato – continua -. Mia moglie Daniela aveva il cancro al seno ed erano 5 anni che si curava. Quello che è successo è stato incredibile”.
“Ho pensato a celebre versetto biblico ‘Dio dà e Dio toglie’. Mentre il suo corpo si preparava a dare la vita a nostra figlia, lo stesso corpo e corredo ormonale, nutriva il cancro che lei aveva già dentro – spiega -. Lei era metastatica al quarto stadio già all’esordio perché la malattia si era sviluppata durante la gravidanza. Questo dà la dimensione dell’accettazione, non possiamo fare altro che questo”.
“Invece che abbandonarsi alla negatività, si è comportata come se non dovesse morire mai”
L’attore e cantante si lascia andare al ricordo della compagna: “È chiaro che il dolore è profondo, è giusto disperarsi, essere arrabbiati, ma questa è la nostra condizione di esseri umani, la nostra finitezza, possiamo cominciare e finire in qualunque momento. La cosa bella di mia moglie è che ha vissuto questi anni in maniera positiva. Mi diceva che avrebbe dovuto vivere bene qualsiasi giorno, anche se fosse stato l’ultimo. Come se avesse messo il cancro su un mobile, nel frattempo cresceva una bambina appena nata. Invece che abbandonarsi alla negatività, si è comportata come se non dovesse morire mai. Questa cosa ha permesso a sua figlia di essere quello che è. Io sono un attore e uno scrittore, sono abituato al mondo dell’immaginazione e in questo periodo immagino che mia figlia diventerà una scienziata in grado di curare la malattia che ha sconfitto sua madre. Così mia moglie avrebbe vinto, non in questa generazione ma nella prossima”. Daniela Shualy ha scoperto di avere il cancro al quando è nata la loro prima figlia, Lea.
“La diagnosi di mia moglie è arrivata subito dopo la nascita di nostra figlia – racconta l’artista – ma non è cascato tutto”. “La vita e la morte – continua – sono l’una dietro l’altra. Noi siamo stati molto felici, anche dopo la scoperta del tumore, dopo la nascita di nostra figlia. Nel dolore della malattia conservo tutti i momenti più belli insieme a lei, io dico sempre che ho trascorso 13 anni con mia moglie come se fossero una giornata di sole. Nel dolore conservo tutte le giornate felici che abbiamo vissuto che sono impagabili”.
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“Grazie a sua madre, mia figlia l’ha vissuta in maniera dura ma consapevole. Piangiamo insieme ma lei c’è”
Adesso sono rimasti lui e la piccola, nel ricordo di una moglie e madre coraggiosa. “Per mia figlia sono mamma e papà – racconta ancora -. Certo, ci sono i genitori di Daniela, suo fratello, mia sorella. Ci sono diverse persone intorno alla nostra piccola famiglia ma di base siamo io e lei che andiamo avanti e stiamo cercando un rapporto nuovo. Daniela resta sia in me che in lei, la cerchiamo tutti i giorni. Grazie a sua madre, mia figlia l’ha vissuta in maniera dura ma consapevole. Ragiona tanto, parla tanto, mi chiede tanto, piangiamo insieme ma lei c’è. È importante che lei sappia di avere una mamma perché lei è ancora lì che la protegge. Chi dà la forza a me? Sempre lei. Le chiedo la forza di guardare avanti”.
Raiz racconta chi era la moglie Daniela Shualy, al di là della malattia: “Mia moglie era un’imprenditrice, ha un’azienda di formazione manageriale che continua ad andare avanti. Aveva una bella carriera, io la chiamavo foglio Excell perché era una donna molto strutturata e un grande cuore, ma molto diversa da me. Era pragmatica, ma con un grande cuore”.
“L’ultima cosa che ha fatto è stata sorridermi. Ci siamo promessi tante cose”
Infine, Raiz si lascia andare al ricordo dei loro ultimi momenti insieme: “È stata eccezionale fino all’ultimo secondo. Ho avuto la grande fortuna di essere lì, abbiamo potuto parlare e salutarci. L’ultima cosa che ha fatto è stata sorridermi. Ci siamo promessi tante cose, lei mi ha detto che era sicura di me e di tutto quello che avrei fatto. Una cosa impagabile, se non fossi riuscito a fare questo starei molto peggio. Sarei meno sereno”. “Un dolore del genere non ha senso, ma di una cosa sono certo: questo siamo e questo ci può succedere in ogni minuto. Siamo carne, sangue, oggi respiriamo e domani no”. “A mia figlia auguro quello che io e Daniela abbiamo sempre sognato per lei, di essere indipendente, libera, colta, una donna che guarda a testa alta il mondo”, conclude.