25 Giugno 2021, 10:42
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Il 31 agosto 1997, a Parigi, moriva Diana Spencer. La “principessa triste” perse la vita in un terribile incidente automobilistico sotto il tunnel del Pont dell’Alma. Con lei morirono il suo compagno, il miliardario Dodi Al-Fayed, e l’autista dell’auto, Henri Paul. Si salvò per miracolo il bodyguard, Trevor Rees-Jones, che di quella tragica notte non ricorda nulla.
La morte di Lady Diana è tutt’oggi avvolta da un alone di mistero. La versione ufficiale scarica la colpa sull’autista, ma negli anni fiumi di inchiostro sono stati spesi sull’ipotesi di un complotto, sostenuta anche dal padre di Dodi Al-Fayed, che punta sul coinvolgimento dei servizi segreti britannici.
Una delle tante teorie complottistiche, forse la più clamorosa, tira in ballo il principe Carlo. Stando ad una lettera scritta nel 1995 dalla principessa di Galles, l’erede al trono avrebbe voluto vederla morta. “Sono seduta qui, al mio tavolo, oggi, in ottobre, con il desiderio che qualcuno mi abbracci e mi incoraggi a essere forte, ad andare avanti a testa alta – recita la missiva – Questa particolare fase della mia vita è la più pericolosa…Mio marito sta pianificando un incidente nella mia macchina, un guasto ai freni per causare un grave trauma cranico”.
La lettera, che Lady D consegnò al suo maggiordomo Paul Burrell, fu resa pubblica nel 2003. John Stevens, all’epoca capo di Scotland Yard, decise di approfondire la questione e interrogò Carlo d’Inghilterra. Il particolare, racconta il “Daily Mail, emerge solo oggi grazie a un rapporto che rivela le fasi dell’indagine del 2004 chiamata “Operazione Paget” che mirava a far luce sulle teorie cospiratorie sulla morte della principessa. L’interrogatorio del primogenito della regina Elisabetta avvenne nel 2005, nel più totale riserbo, al primo piano di St. James’s Palace. Prima di lui, Scotland Yard sentì anche altri membri della famiglia reale inglese.
Secondo i complottisti, dietro la presunta volontà di Carlo di far fuori Lady D si nascondeva il desiderio di sposare la donna della sua vita, ovvero Camilla Parker-Bowles. Tuttavia, nella lettera, Diana Spencer ha un’altra idea. L’incidente sarebbe servito a “spianare la strada a Carlo per sposare Tiggy”. La Tiggy a cui fa riferimento la principessa è Tiggy Legge Bourke, tata di William e Harry. Proprio tirando in ballo la bambinaia, nel 1995, Martin Bashir avrebbe estorto con l’inganno a Lady D l’intervista-bomba in cui si scagliò contro la Casa Reale e per questo fu “spogliata” del titolo di Sua Altezza Reale.
Charles Spencer, fratello di Diana, sarebbe caduto in un tranello tesogli proprio da Martin Bashir. Quest’ultimo avrebbe mostrato al conte un falso certificato di aborto terapeutico a nome di Tiggy Legge-Bourke. Bashir avrebbe chiesto di incontrare Lady Diana che, sospettando già di una relazione tra il marito e la tata e per via della sua fragilità, avrebbe perso completamente la testa dinanzi al documento.
Nella lettera scritta nel 1995, Diana sottolinea che “Camilla non è nient’altro che un diversivo, siamo state usate dallo stesso uomo, in tutti i sensi”. Negli anni, c’è stato chi ha messo in dubbio l’autenticità della missiva. Dall’Operazione Paget emerge che la principessa l’avrebbe scritta in un momento in cui si trovava in una forte condizione di paranoia. “Non abbiamo trovato altre prove a sostegno dello scenario suggerito nella nota di Diana”, ha dichiarato l’ex capo di Scotland Yard mettendo un punto sulla vicenda.
Nata a Sandringham nel 1961, Lady Diana sposò Carlo d’Inghilterra nel 1981, dal quale si separò nel 1996 mantenendo il titolo di “Principessa di Galles” ma perdendo quello di “Altezza Reale”. La coppia ebbe due figli, William e Harry. Impegnata nel sociale e in prima linea nella campagna contro le mine antiuomo, Lady Diana è stata ribattezzata la “regina di cuori”. Il giorno del suo funerale, nelle strade di Londra si riversarono 3 milioni di persone.
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25 Giugno 2021, 10:42