La vicenda dei due vigili urbani che si sono lasciati andare alla passione nell’auto di servizio durante un pattugliamento notturno in un campo nomadi a Roma è stata dipinta come una storia boccaccesca. Una trasgressione al dovere dettata dal potere del carne che ha messo in serio imbarazzo il comando generale della polizia municipale della Capitale.
Come riportato dal sito “Leggo” che per primo ha dato la notizia, i due colleghi sarebbero stati traditi dall’autoradio lasciata sbadatamente accesa con tanto di audio captato dalla sala operativa e finito – oltre che sulla bocca dei colleghi – anche sulla scrivania del comandante generale Stefano Napoli. A distanza di alcuni giorni dalla diffusione della notizia, emerge un quadro differente e la storia piccante dei due colleghi birichini si tinge addirittura di giallo. Da quanto ricostruito da alcuni quotidiani e siti d’informazione, sembra infatti di essere al cospetto di una spy-story.
“La vigilessa aveva denunciato due colleghi per molestie sessuali”
A portare alla luce l’amplesso dello scandalo non sarebbe stata la radio lasciata incautamente accesa ma una microspia piazzata appositamente per “incastrare” uno dei due amanti, ovvero la vigilessa sulla quarantina, figlia d’arte. “L’episodio risale al mese di giugno e il file è stato consegnato al comandante nel mese di agosto, salvato su una pennetta a sua volta contenuta in una busta con allegata una lettera anonima che ricostruiva l’episodio – racconta “Il Fatto Quotidiano” – L’intera ricostruzione è stata raccolta all’interno di un esposto che uno dei due agenti protagonisti presenterà nei prossimi giorni presso la Procura di Roma, per l’accertamento dei reati di captazione abusiva con supporti elettronici e grave lesione della privacy (…) Emerge anche che la donna in passato aveva denunciato due colleghi per molestie sessuali, episodi di cui era stato informato il Comando generale”.
Una vendetta nei confronti della madre della vigilessa?
“A rendere ancora più sospetta l’azione del presunto ‘spione’ c’è il fatto che una dei due amanti è la figlia di una ex vicecomandante e attuale dirigente del Comune di Roma, ciclicamente associata al ruolo di comandante del Corpo ma non molto amata dai sindacati autonomi – si legge ancora – Una guerra interna alla Polizia locale le cui dinamiche sono emerse anche da un’inchiesta andata in onda lunedì sera durante la trasmissione Report su Rai 3. L’iniziativa dunque potrebbe essere stata presa proprio per danneggiare l’immagine della vigilessa o del suo familiare. In attesa della presentazione dell’esposto in Procura, è già stata avviata una verifica interna da parte dei vertici della Polizia locale volta a smascherare i presunti ‘spioni’”.