Anche Pippo Baudo ha voluto dare il suo personale ricordo di Silvio Berlusconi, venuto a mancare lo scorso 12 giugno all’età di 86 anni. Il presentatore siciliano ha conosciuto bene il Cavaliere che riuscì a portarlo a Mediaset convincendolo nel 1987 a firmare un contratto triennale in esclusiva con Fininvest. “Con Silvio Berlusconi ho avuto un rapporto molto intenso: era un grande imprenditore, che partecipava personalmente ai progetti che amava e li curava veramente”, ha dichiarato il presentatore siciliano all’Ansa. Pippo Baudo ha voluto ripercorrere tutti gli avvenimenti che lo hanno legato al Cavaliere negli anni in un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera” partendo dal loro primo incontro. “Lo ricordo benissimo – ha raccontato – Lui si era innamorato di me. Si innamorava spesso delle persone e quando si innamorava le corteggiava in modo incessante. Mi volle conoscere, andai a incontralo ad Arcore e mi disse che mi voleva come direttore artistico delle sue reti. Io tentennavo perché lui aveva Mike Bongiorno, ma mi tranquillizzò dicendomi che lo aveva fatto presidente. A quel punto accettai”.
“Quando arrivavano gli ascolti, la prima telefonata me la faceva lui”
Silvio Berlusconi convinse Pippo Baudo a lasciare la Rai e a firmare un contratto con un compenso da capogiro: 50 miliardi di lire per 5 anni. Del passaggio a Fininvest ha raccontato: “Alla fine mi accettarono tutti, anche perché, e lo dissi a Berlusconi, non volevo fare il vero direttore artistico: non mi andava di fare il maestrino con la penna rossa che corregge i compiti agli alunni”. Ma a qualcuno l’arrivo di Pippo Baudo non andò giù: “Beh a Ricci – ha svelato il conduttore siciliano – lui ce l’aveva da sempre con me e quella diventò un’altra occasione per attaccarmi”. Su Canale 5 fece “Festival” con Lorella Cuccarini: “Fu un successo enorme. Registravamo le puntate al Palatino, finivamo di montare alle 6 del mattino e poi partivano le cassette per le varie regioni italiane perché allora non c’era ancora la diretta. Ricordo che, quando arrivavano gli ascolti, la prima telefonata al mattino me la faceva lui”. Riguardo alla tv di Stato ha detto: “La Rai del monopolio si sentiva imbattibile, la vulgata era che il fenomeno sarebbe finito nel nulla. E invece poi la tv pubblica dovette misurarsi con la concorrenza e fu un bene. Le tv di Berlusconi hanno spronato la Rai a cambiare pelle, ad essere più attenta alle esigenze del pubblico”.
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“Andai da Berlusconi a dirgli che volevo andarmene”
Il presentatore si sentiva troppo legato alla Rai e, nonostante i successi, dopo appena un anno, a gennaio del 1988, decise di rescindere l’esclusiva, anche a costo di pagare una penale mostruosa e di stare fermo per un anno, come prevedevano le clausole del contratto. “Andai da Berlusconi a dirgli che volevo andarmene e lui mi rispose che non poteva fare brutta figura nei confronti dei suoi, che dovevo pagargli una penale come risarcimento – ha confessato – Lui sapeva tutto di me, sapeva che non avevo tutti quei soldi e allora mi chiese di cedergli un palazzo di mia proprietà che gli stava molto a cuore. Io ormai mi ero fissato, volevo andarmene e gli dissi che andava bene, che ci saremo rivisti più avanti per firmare. Lui mi stoppò: firmiamo subito. Aprì una porta ed entrò un notaio. Aveva previsto tutto”. Silvio Berlusconi sapeva che l’edificio valeva miliardi. “Mi ha fregato – ha sentenziato – Io volevo trattare, ma sull’atto c’era già scritto tutto, anche le particelle catastali. In quella palazzina di fronte alla Fao ci mandarono il Tg5. Enrico Mentana la chiamava Palazzo Baudo”. “Berlusconi rappresentava il Paese di allora e quello che è venuto dopo”, ha concluso.