Ospiti de “L’Intervista” di Maurizio Costanzo
- Un incontro, il loro, scritto nel destino
- “A volte riusciamo a capirci senza parlarci”
- I due non riescono nemmeno ad immaginare di separarsi
Pio e Amedeo ripercorrono la loro vita e la loro carriera nel corso della seconda puntata de “L’Intervista” di Maurizio Costanzo. Una conversazione profonda, attuale, sincera tra video evocativi e domande puntuali. Quello tra i due bontemponi della risata è un incontro voluto dal destino. Per una strana coincidenza, infatti, nascono a cinque giorni di distanza nello stesso ospedale. Le loro madri erano vicine di letto, come testimonia una foto che scorre sul videowall, e i due lo hanno scoperto quando già lavoravano insieme.
“Il primo incontro quando Amedeo si trasferì nel mio stesso quartiere”
“Abbiamo vissuto da piccoli in due quartieri popolari di Foggia, ai due estremi della città – racconta Pio – Poi Amedeo si è trasferito nel mio quartiere. Ricordo il primo incontro, avevamo all’incirca 11 anni. Lui aveva gli zoccoli e i peli sulle dita dei piedi”. “Ho cominciato a fare lo sviluppo prima di tutti gli amici – spiega Amedeo – C’ho la barba da quando avevo 13 anni, mentre me la taglio da un lato, dall’altro mi è già ricresciuta”. “Io pesavo quanto peso adesso e lì abbiamo capito che c’era qualcosa in comune”, scherza Pio. “A volte riusciamo a capirci senza parlarci – svela Amedeo – Da ragazzini giocavamo nella stessa squadra di calcio, Pio faceva la panchina.
L’amore per Foggia e gli esordi in tv
Dopo il liceo (i due hanno frequentato istituti diversi), si iscrivono alla facoltà di Scienze della Comunicazione. Ad entrambi mancano pochi esami alla laurea. In comune hanno anche l’amore sconfinato per la loro città natale. “Io sto a Milano ma è una finzione perché sto sempre a Foggia”, confessa Pio. “Io sono rimasto fedele a Foggia – gli fa eco Amedeo – Foggia è l’amico in difficoltà, non puoi non volergli bene. Allo stadio mi trasformo, divento quasi ultrà”.
Vivaci, irriverenti, senza filtri, Pio e Amedeo lavorano nei villaggi turistici, provano sketch e inventano personaggi. Poi il debutto in tv e il successo con “Emigratis”. “Siamo stati due anni in giro a Milano e il primo che ci aprì le porte fu Davide Parenti – ricordano – Cominciammo con ‘Le Iene’. Ci mandarono a Sanremo e poi facevamo dei personaggi che erano gli ultrà dei vip, facevamo i cori da stadio ai vip. Grazie a Davide e poi grazie a Maria De Filippi che è stata una pedina importante nella nostra carriera”.
Il successo di “Emigratis”
“Grazie a ‘Emigratis’ abbiamo avuto la possibilità di girare il mondo aggratis. Ci pagavano pure – aggiungono – Fu un grande successo sin dalla prima edizione. Fu una bella conquista perché non abbiamo fatto altro che fare quello che facevamo. L’idea nasce dagli italiani visti di cattivo occhio all’estero. Quando vai in vacanza e ci sono degli italiani che fanno ‘gli italiani di cui tu ti vergogni’….ecco noi li abbiamo esaminati ed esasperati. Abbiamo voluto interpretare il ruolo degli scrocconi, di quelli che vogliono accasarsi a casa della gente. Abbiamo impersonato un ruolo senza tanta difficoltà perché alla fine quei personaggi noi li avevamo visti, studiati e ci avevamo anche convissuto nella nostra vita. Li abbiamo anche ‘fatti’. Quando siamo arrivati a Milano, ci piazzavamo a casa dei parenti. Ci siamo ripromessi di tornare a mettere zoccoli e pellicce”.
“Separarci? Siamo nati insieme e moriremo insieme”
“Se abbiamo mai pensato di separarci? All’inizio spesso. Pio è difficilissimo da gestire (ride, ndr.) – dice Amedeo – Però penso che sia ancora più dura fare questo mestiere da soli. Non saprei neanche continuare da solo, è anche una questione di riconoscenza, sarebbe uno sgarbo”. “Il nostro è più di un rapporto d’amicizia, più di un rapporto di lavoro, più di un rapporto tra fratelli. Io piuttosto cambio lavoro. Siamo nati insieme e moriremo insieme”, sentenzia Pio.
In lacrime per le loro mamme
I loro occhi si riempiono di lacrime quando parlano delle loro madri. “Mamma è andata via giovane, aveva 57 anni – racconta Amedeo – All’inizio il dolore è fortissimo ma la cosa più struggente è la mancanza che si avverte tutti i giorni”.
“Io sono fortunato ad avere una grande mamma, però Rosa (la mamma di Amedeo, ndr.) era una persona eccezionale – spiega Pio – Ricordo gli ultimi giorni… come se lei aspettasse il mio ritorno da Milano per dirmi le ultime parole. Era una guerriera. Io le raccontavo tutto quello che Amedeo non aveva il coraggio, il tempo o la voglia di dirle”.
La famiglia come punto fermo
La conversazione si sposta sulle loro famiglie. Pio, sposato con Cristina dopo un lungo fidanzamento, nel 2016 è diventato papà di Chiara. Amedeo, con la sua compagna Maria, è diventato papà di Federico e di Alice.
“I figli sono il senso della vita perché è l’unica traccia che noi possiamo lasciare al mondo – confida Amedeo – Sono un papà che vizia molto. Purtroppo stando a volte lontano settimane per lavoro, per lunghi periodi non li posso vedere. Quindi cerco di compensare il senso di colpa”.
“Fare i genitori è veramente molto difficile – gli fa eco Pio – Ho conosciuto Cristina a scuola, alle superiori, le portavo la merenda. La andavo a prendere con l’Opel Corsa col finestrino rotto attaccato con lo scotch. Da sedici anni è la mia musa ispiratrice. Cristina è il mio equilibrio. Quando chiedono a mia figlia ‘che lavoro fa papà?’, lei dice ‘fa ridere le persone’. Questa cosa mi rende molto orgoglioso”.