Piero Marrazzo a 'Verissimo': 'Comportarsi come me è da vigliacchi'

Piero Marrazzo a “Verissimo”: “Avevo una vita parallela, comportarsi così è da vigliacchi”

Daniela Vitello

Piero Marrazzo a “Verissimo”: “Avevo una vita parallela, comportarsi così è da vigliacchi”

| 23/03/2025
Piero Marrazzo a “Verissimo”: “Avevo una vita parallela, comportarsi così è da vigliacchi”

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Piero Marrazzo, 66 anni, è stato ospite di Silvia Toffanin a “Verissimo”. Il giornalista ha parlato a cuore aperto dello scandalo che lo ha travolto nel 2009. All’epoca ricopriva la carica di presidente della Regione Lazio. Il 3 luglio Piero Marrazzo si reca a bordo dell’auto della Regione Lazio a casa della prostituta transessuale Natalie ubicata in via Gradoli, a Roma. Dopo essersi spogliato, il campanello suona. Sono quattro carabinieri in borghese che gli intimano di non rivestirsi e lo accusano di far uso di cocaina. Nel frattempo, girano un video a sua insaputa con il quale lo ricatteranno. Il giornalista non sporge denuncia.

A fine ottobre esplode lo scandalo e Piero Marrazzo si dimette dalla carica di Governatore del Lazio, sebbene non fosse indagato e non avesse commesso alcun reato. Al processo, infatti, è parte lesa. Per un mese vive recluso nel convento benedettino a Montecassino. Il giornalista ed ex politico si separa dalla moglie Roberta Serdoz e le sue tre figlie, Giulia, Diletta e Chiara, sono vittime di bullismo. Il 19 aprile 2010 la Suprema Corte di cassazione stabilisce che Piero Marrazzo è stato vittima predestinata di un’imboscata di alcuni carabinieri infedeli della Compagnia di Roma Trionfale. Il caso Marrazzo è raccontato in un libro dal titolo: “Storia senza eroi”.
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Piero Marrazzo e Silvia Toffanin (Foto Instagram)

Piero Marrazzo a “Verissimo”: “Oggi riesco a parlarne ma provo il doppio della vergogna”

“Come va? Quando riesci a rompere un muro e lo fai insieme alle tue figlie, allora diventa qualcosa di importante – esordisce Piero Marrazzo nello studio di “Verissimo” – Ho tre figlie: Giulia, Diletta e Chiara. Se non ci fossero state, questo muro non lo avrei mai tolto, perché noi uomini sappiamo fare molte cose, ma se non c’è la forza femminile non riusciamo ad andare avanti. Il giornalista era sposato con tre figlie ma c’era “questo segreto, questa parte di me, che non riuscivo a confessare alla mia famiglia ed è una cosa che ha colpito all’epoca anche la società”.

“La maggioranza delle volte sono uomini eterosessuali ad avere rapporti, sessuali o sentimentali, con donne transessuali, sex worker o no – spiega – Io non avevo la forza di condividere questa parte di me. Avevo una vita parallela e quando un uomo sbaglia in questo modo e si comporta così è un vigliacco. Perché non ha il coraggio di dirlo. Fino all’ultimo la bocca è rimasta serrata. Tutto questo rappresenta un esempio negativo, io non riuscivo a parlare, era come se ci fosse un blocco. Oggi riesco a parlarne ma provo il doppio della vergogna dopo averlo scritto”.

Piero Marrazzo (Foto da video)

La scelta di rinchiudersi per un mese in un convento

“Mia moglie è stata grande, mi è rimasta vicino come le mie figlie – confessa Piero Marrazzo – Perché è successo? Spesso sono meccanismi profondi, il perché in questo caso è il tradimento di un amore. Lei se lo sarà chiesto, anche io me lo sono chiesto e non smetti mai di chiedertelo se ami o hai amato una persona. Immaginati la pressione, ho scelto un luogo per stare da solo con me stesso, mia moglie voleva provare ad attutire questa pressione, anche per le nostre figlie. Per questo sono andato a Montecassino”.
“Le mie figlie dimostrano che possono prendere per mano un padre che è caduto e aspettare che si rialzi, non fiero di quello che ha fatto – aggiunge il giornalista ed ex politico – Fa male rivedere quello che hanno sofferto mia moglie e le mie figlie. Le mie figlie hanno litigato per strada con chi mi insultava. Sono un privilegiato perché loro mi sono state accanto così, non so se lo merito. Non sarei qui se loro non mi avessero detto ‘papà mo’ basta’ perché io avevo sempre paura di riaprire queste ferite, il cui responsabile ero io”.
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Silvia Toffanin (Foto da video)

“Le vere vittime di quello che è accaduto in quel maledetto giorno sono le donne transessuali”

“Oggi il muro è caduto perchè almeno abbiamo fatto chiarezza, ci ho messo la faccia, quella che dovevo mettere – conclude -Adesso ha un senso averlo fatto, adesso c’è anche chi deve riflettere perchè per 15 anni mi ha voluto schiacciare con quelle immagini (…) Quello che è stato fatto a me, le persone della comunità Lgbtqi lo sentono ogni giorno, ragazzi che per loro scelte sessuali vengono colpiti in una scuola. Le vere vittime di quello che è accaduto in quel maledetto giorno sono le donne transessuali perché loro sono rimaste lì, mentre io sono qui a parlarne”.

Pubblicato il 23/03/2025 16:16

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