Piero Marrazzo 14 anni dopo lo scandalo della trans Natalie

Piero Marrazzo si racconta a 14 anni dallo scandalo della trans Natalie

Daniela Vitello

Piero Marrazzo si racconta a 14 anni dallo scandalo della trans Natalie

| 11/10/2024
Piero Marrazzo si racconta a 14 anni dallo scandalo della trans Natalie

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Piero Marrazzo annuncia un libro di memorie dal titolo “Storia senza eroi” in cui insieme alle sue tre figlie racconta lo scandalo che ha travolto lui e la sua famiglia nel 2009 costringendolo a lasciare la scena politica. 366 pagine in uscita il prossimo 15 ottobre in cui l’ex presidente della Regione Lazio non fa sconti a sé stesso né ne riceve dalle sue figlie. La caduta di Piero Marrazzo comincia il 3 luglio 2009 quando a bordo dell’auto della Regione Lazio arriva in via Gradoli, a Roma, e suona alla porta della prostituta transessuale Natalie. Dopo essersi spogliato, il campanello suona ancora e nell’appartamento fanno irruzione quattro carabinieri in borghese che gli intimano di non rivestirsi e lo accusano di far uso di cocaina. Nel frattempo, girano un video a sua insaputa con il quale lo ricatteranno. Piero Marrazzo non denuncia e si confina nel silenzio sperando che l’incubo finisca così come è cominciato.

Piero Marrazzo travolto dallo scandalo: “Non fa bene tacere, il silenzio schiaccia”

Lo scandalo esplode a fine ottobre e Piero Marrazzo che sta per ricandidarsi si dimette. Lui non viene indagato, non ha commesso alcun reato e partecipa al processo solo come parte lesa. Cerca pace in un convento benedettino a Montecassino dove resterà per un mese. La vicenda ha gravi ripercussioni sulla sua vita privata e professionale. Il giornalista ed ex politico si separa dalla moglie Roberta Serdoz e le sue tre figlie, Giulia, Diletta e Chiara, convivono con insulti e battutine. Il 19 aprile 2010 la Suprema Corte di cassazione stabilisce che Piero Marrazzo è stato vittima predestinata di un’imboscata di alcuni carabinieri infedeli della Compagnia di Roma Trionfale.

In un’intervista rilasciata a “Sette”, settimanale del “Corriere della Sera”, Piero Marrazzo spiega perchè rispetto all’oblio ha prevalso la volontà di raccontare la sua storia in un libro: “Non fa bene tacere. Le mie figlie, con il loro amore, mi hanno aiutato a capire che la mia vita, la nostra vita, non era riducibile a un ‘caso’, a uno ‘scandalo’, ma era tanto altro, la vicenda complessa di una persona, di una famiglia. Poi le parole di Manuela, la psicologa: ‘Lei si deve rendere conto di che cosa vuol dire l’immagine di un uomo che cade e si rialza’. Il silenzio schiaccia”.

Piero Marrazzo (Foto da video)

“La sinistra non è una Chiesa e la politica non deve entrare nelle mutande delle persone”

“Non ho dubbi, quello che avevo fatto, per un uomo pubblico, non era opportuno – ammette – Non avevo adempiuto all’obbligo che avevo nei confronti delle Istituzioni. E poi, soprattutto, la mia colpa più grave, verso la famiglia: per la vergogna non avevo messo in sicurezza le mie figlie e mia moglie Roberta”. “La macchina mediatica, ne conosco bene le regole, mi mise nell’angolo – ricorda – Mi ero occupato di Sanità e Rifiuti, che chi tocca muore, e mai un sospetto, tanto meno un’inchiesta. Ma per quella esposizione mi chiesero di farmi da parte. Replicai: ma un partito non è un tribunale (…) Sono convinto che la sinistra non sia una Chiesa, e che la politica non debba entrare nelle mutande delle persone, come principio generale”.

Piero Marrazzo: “Dopo lo scandalo la condanna mediatica e moralista è stata forte forte”

A chiamare Piero Marrazzo, chiedendogli di fare un passo indietro, furono Pier Luigi Bersani e Dario Franceschini. “Il valore del mio lavoro in regione non era in discussione – confida – Furono telefonate cortesi. Non ho recriminazioni nei loro confronti. Giorgio Napolitano mi disse: ti sono vicino come uomo, hai fatto la scelta giusta. Non c’è spirito di rivincita o tantomeno vendetta nel libro. Ringrazio la Rai per le opportunità che mi ha offerto. Ma la condanna mediatica e moralista è stata forte forte. Le persone comuni, quelle che avevo incontrato come amministratore o che mi avevano seguito a ‘Mi manda Rai Tre’, furono meno giudicanti e mi furono vicine”.
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Piero Marrazzo (Foto da video)

“Mai ho pensato al suicidio. C’era piuttosto una narrazione che pareva voler spingere a questo”

Il libro contiene il punto di vista delle sue tre figlie. “Hanno scritto cose potenti – afferma Piero Marrazzo – Non mi hanno fatto sconti, né li volevo. Né hanno fatto sconti alla società per come ci ha trattati. Perché non accada più. Io sono qui, fortunato e forte, ho il loro amore. Mi hanno insegnato come a un padre si possa perdonare di non averle protette. Io, come si usa dire, stavo ai piedi di Cristo. Nei quattro mesi che vanno da via Gradoli all’esplosione dello scandalo ero come scisso. Deciso in politica, giravo il mondo come presidente del Lazio. Muto, solo e schiacciato dalla vergogna nella vicenda personale. Mai ho pensato al suicidio. C’era piuttosto una narrazione che pareva voler spingere al suicidio. Io ero soprattutto infinitamente stanco. Quel mese all’abbazia di Montecassino mi ha aiutato molto”.
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Piero Marrazzo (Foto da video)

“Se avessi frequentato una prostituta donna, l’impatto sarebbe stato minore”

E riguardo al “palazzo con le trans” di via Gradoli “dove c’era stato un covo delle Br durante il sequestro di Aldo Moro” aggiunge: “Se uno fa una cosa, poi fa parte della sua vita. Una vita sradicata. Dovrei dire oggi che non avrei voluto scendere quei gradini? Non lo dirò. Posso aggiungere che è frequente l’uso della sessualità per colpire gli altri. E che dalla corruzione, che mai mi ha riguardato, si esce. La sessualità invece”. “Sono certo che, se avessi frequentato una prostituta donna, l’impatto sarebbe stato enormemente minore. Poi sì, tutti vanno ai Pride”, conclude.

Pubblicato il 11/10/2024 10:36

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