Toni Pipitone aveva rilasciato un’intervista a “Quarto Grado”
- La mamma di Denise accende i riflettori sulla sua vita privata: “Sono stata costretta a farlo”
- “Toni mi ha lasciato ed è andato a vivere in Toscana per sette anni”
- “Ecco perchè Denise si chiama Pipitone e non Pulizzi”
In apertura dello speciale di “Ore 14” dedicato alla scomparsa di Denise Pipitone, Piera Maggio replica all’ex marito Toni Pipitone che nelle scorse settimane ha rilasciato un’intervista a “Quarto Grado” (LEGGI QUI), programma con cui la mamma coraggio siciliana ha più volte polemizzato negli ultimi tempi.
“Toni mi lasciò e se ne andò in Toscana per sette anni”
“Ho voluto molto bene a Toni Pipitone, l’ho conosciuto quando ero molto giovane – esordisce Piera Maggio – Mi sono sposata che avevo 18 anni, un mese e un giorno. Una cosa che mi preme dire è che lui non c’entra niente con il sequestro di Denise. E’ una persona che ha voluto tanto bene a Denise e l’affetto era reciproco. Tuttavia, devo specificare che Toni Pipitone ha vissuto per sette anni in Toscana. Lui è andato via da Mazara che nostro figlio Kevin aveva 3 anni. Toni è tornato a vivere a Mazara quando Kevin aveva 10 anni. Dunque, per sette anni, ha vissuto altrove e noi ci vedevamo circa due volte l’anno. Forse lui ha dimenticato che durante questi sette anni mi ha aveva lasciato e che successivamente il nostro matrimonio era più apparenza che altro. Lui decise di mantenere me e mio figlio e di non avere più rapporti con me come marito e moglie. Negli anni a venire ci fu un momento in cui si pentì di questa decisione, purtroppo il nostro rapporto non era più recuperabile”.
“Da Pipitone solo un anno di alimenti per mio figlio”
“Quando Denise aveva 2 anni – prosegue – Toni decise di tornare a vivere a Mazara. Dopo il sequestro di Denise, io ho chiesto la separazione ma lui mi propose di mantenere il rapporto in apparenza, una famiglia di forma, in modo che restasse a casa come era successo in passato. Ma io non ho più acconsentito e ho preso la decisione che dovevo prendere da tempo. Forse mi era mancata la forza e ho pensato più agli altri che a me stessa. Dopo che se ne è andato di casa, Toni ha passato il mantenimento a Kevin solo per un anno. Poi non ha più dato un euro a Kevin, né ha mai contribuito con un euro alla ricerca di Denise. Non è mai stato presente in nessuna udienza, di primo, secondo e terzo grado. Forse dimentica di non aver avuto un rapporto affettivo, lasciamo stare economico, con suo figlio. Ha dimenticato che dopo due anni è scomparso completamente dalla vita di Kevin. Eppure conosceva le nostre condizioni economiche, sapeva che io non lavoravo. Ho voluto chiarirlo per volere di Kevin. Mio figlio ha ritenuto opportuno che io facessi questa intervista”.
“Toni si fermi, mio figlio ferito dalle sue parole”
“Toni ha ricevuto una telefonata da parte di suo figlio dopo l’intervista che ha rilasciato ultimamente – confida la mamma di Denise – E’ stata una telefonata abbastanza forte. So che gli è stato detto di fermarsi e di non continuare a dire cose non vere. Non avrei mai voluto farlo, mi dispiace, perché ho sempre messo da parte la mia vita privata ed essere costretta a fare questi chiarimenti mi fa male. Spero che abbia l’intelligenza e il buon senso di fermarsi. Avrei gradito che la sua presenza in qualche trasmissione fosse legata al bene che voleva a Denise. Forse ha dimenticato alcuni passaggi della nostra vita ma quello che non deve dimenticare è che quando due adulti prendono delle decisioni, le devono prendere sino in fondo e assumersene la responsabilità senza continuare a buttare del fango addosso agli altri. I figli non sono solo per riempiersi la bocca”.
“Io e Kevin ci chiediamo perché sei uscito fuori solo ora”
“Il fatto che si sia esposto in tv ha stupito sia me che Kevin – dice Piera Maggio – Nelle tante interviste che ho fatto, mi hai sempre impedito di fare il tuo nome, ho fatto di tutto per lasciarti da parte perché era quello che volevi. Io e Kevin ci siamo fatti questa domanda: perché sei uscito fuori dopo 17 anni? Francamente non ci siamo dati una spiegazione. Se volevi dimostrare quanto volevi bene a Denise, potevi farlo tranquillamente, nessuno te lo avrebbe vietato. Io credo veramente che tu senta tanto amore nei confronti di Denise, come Denise nutriva tanto amore per te. Però dovevi fermarti lì, non dovevi andare oltre”.
“Piero si è fatto carico di tutto quello che occorreva a Kevin”
“C’è solo un uomo che ha fatto le veci di padre, non solo da un punto di vista sentimentale ma anche economico, che ha mantenuto i miei figli, che si è fatto carico di quello che occorreva a Kevin…la scuola, il cibo, il vestiario – rivela – Anche nei riguardi di Denise sostenendo le spese per la sua ricerca. Un uomo, Piero Pulizzi, che è stato sempre dietro le quinte, che nonostante avesse due figlie da mantenere e che tutt’oggi passa il mantenimento alla figlia 28enne, ha fatto le veci di un altro genitore. Non voglio parlare solo dell’aspetto economico perché a nostro figlio è mancato l’affetto. Io ho fatto da madre e da padre. Quando scoppiano i matrimoni, le colpe sono al 50%. In questo caso, nessuno ha rubato la vita o il marito degli altri. Non voglio che si parli più della mia vita privata, non voglio alimentare i gossip”.
“Perché mia figlia si chiama Pipitone e non Pulizzi”
Nel finale, Piera Maggio spiega perché dopo il sequestro di Denise in occasione del quale è emersa la verità sulla paternità, Piero Pulizzi non ha dato il cognome a sua figlia che ancora oggi si chiama Pipitone: “Il cognome non è stato cambiato soltanto per il bene di Denise. Tutte le ricerche nazionali e internazionali erano state avviate con quel cognome, le locandine erano state fatte con quel cognome e la stessa indagine era stata avviata con quel cognome. Il papà naturale avrebbe voluto darle il proprio cognome ma significava stravolgere gli atti processuali e le ricerche. Anche Toni Pipitone è un papà, questo non glielo nega nessuno. Noi vogliamo rispetto reciproco per il bene di Denise”.