Paolo Kessisoglu e Luca Bizzarri sono una coppia esplosiva in tv, ma a quanto pare non nella vita. Il “Corriere della Sera” ha intervistato Paolo Kessisoglu per parlare di un progetto che gli sta molto a cuore. Si tratta di “C’è Da Fare Ets”, l’associazione non profit che ha fondato nel 2023 con la nuova compagna Silvia Rocchi e che proprio questa settimana scende in campo per parlare di disagio psicologico nell’età evolutiva all’Aedicola Lambrate con Matteo Bussola, Mario Calabresi, Katia Follesa, Matteo Lancini e altri. Un’iniziativa che coinvolge la gente comune e che culminerà con un evento in piazza Duomo a Milano. Con l’occasione il comico ha raccontato un po’ di sé, partendo dai suoi sogni da ragazzo: “Avrei voluto fare il chitarrista – esordisce – la prima chitarra me l’hanno regalata i miei genitori, a 7 o 8 anni, per Natale. Ricordo che ebbi una dispensa particolare: siccome mi era salita la febbre a 40, potei aprire il regalo un giorno prima”.
Poi parla della sua famiglia: “Mio padre Pietro era commerciante, mia madre Graziella faceva la mamma, dopo che siamo nati mia sorella Federica e io. Mia sorella è sempre stata la studiosa di casa, io lo scapestrato. Gestisce grandi numeri per l’Asl di Genova, ma in tarda età ha cominciato ad appassionarsi di teatro”.
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“Depardieu era molto simpatico, ma volgarissimo. Continuava a fare battute sul s*sso”
Paolo Kessisoglu parla del suo amore per il teatro, ma nella sua vita artistica ha fatto televisione, cinema e musica. “Il bello del mio lavoro è che sembra uno, ma è fatto di tanti mestieri, è difficile annoiarsi. Con il teatro e il cinema mi trovo più a mio agio rispetto alla televisione, che paradossalmente è quella che ho bazzicato di più”, ammette. Si sente fortunato per essere riuscito a fare ciò che desiderava: “Il momento più bello è stata la mia partecipazione all’unica mega produzione internazionale: Asterix alle Olimpiadi. La differenza? Si apre l’ascensore e ci trovi Alain Delon con Benoît Poelvoorde. Oppure vai in un camerino che pensi sia per sei e invece scopri che è il tuo, magari con un catering per un banchetto nuziale. O fai una scena con Depardieu e lui non c’è”. Poi spiega: “Perché lui fa solo i primi piani. Per tutto il resto ci sono le controfigure”.
Di Alain Delon e Gérard Depardieu ricorda: “Del primo non ho una immagine bellissima, perché fece una battuta molto razzista sui giocatori della Francia dopo la partita che vincemmo noi agli europei: infatti lui era contento. Depardieu era molto simpatico, ma anche molto pesante: volgarissimo, non maleducato, continuava a fare battute sul sesso”. Il suo sogno sarebbe quello di lavorare con due registi: Paolo Sorrentino e Luca Guadagnino.
“Orgoglioso di mostrarmi ai miei genitori mentre canto al fianco di Gino Paoli e Gianni Morandi, i loro miti”
L’attore è nato a Genova e lì ha le sue radici. Il suo posto del cuore, rivela, è Santa Chiara e rimpiange di non aver conosciuto Fabrizio De Andrè: “Mio padre me lo faceva sentire mattina, pomeriggio e sera – ricorda -. Portava come un oracolo questo famoso lp che De André gli aveva firmato, perché andava a comprare i tappeti nel suo negozio: La buona novella. Adesso ce l’ho io”. Del giorno del crollo del Ponte Morandi ricorda: “Era a San Francisco, in vacanza. Lessi del crollo al mattino. Mi ha sconvolto, perché sul ponte Morandi ci sono passato tantissime volte, conoscevo a memoria tutte le giunture, per me era un monumento”. “Ho scritto una canzone, il giorno stesso mi trovai in una libreria con un pianoforte – aggiunge – e le note sono cadute sui tasti. Tornato in Italia quel motivetto continuò a tornarmi in testa, così ho buttato giù il testo e ho trovato il modo di farlo avere a Ivano Fossati”.
Nel progetto ha coinvolto 25 artisti e hanno cantato insieme “C’è da fare”. “Con i fondi raccolti abbiamo offerto assistenza domiciliare a bambini e anziani colpiti dal crollo – rivela -. È la cosa che sono stato più orgoglioso di mostrare ai miei genitori: vedermi cantare al fianco di Gino Paoli e Gianni Morandi, i loro miti”.
Paolo Kessisoglu e Luca Bizzarri: “Gli voglio bene ma le nostre vite sono separate”
Il suo rapporto con la popolarità è conflittuale: “Spesso mi fermano per strada o nei ristoranti e talvolta me ne lamento, perché sono orso, ligure. Però dico che è peggio quando non ti fermano”. Paolo Kessisoglu parla poi del suo rapporto con il suo socio Luca Bizzarri e rivela: “Teniamo separate le nostre vite individuali. Quando ho un problema personale non chiamo lui, ho amici più vicini, sebbene Luca sia una persona che stimo sul piano professionale, e gli voglio bene. Ma le nostre vite sono separate”. Il comico ha sempre dichiarato di essere vegetariano. “La bistecca non la mangio – spiega -, ma magari a un aperitivo posso prendere una fetta di salame. Il pesce lo mangio solo fuori”.
“In cosa credo? Non credo molto in un Dio cristiano – spiega – E non mi importa granché di sapere se Gesù è esistito o no. C’è però una ricerca di Dio dentro di me”. L’ultimo pensiero va ai suoi genitori che sono mancati a pochi mesi l’una dall’altro: “Sono grato a loro. perché si sottovaluta il valore della bontà e loro hanno sempre mantenuto la barra dritta. Li sogno pochissimo. Però ci parlo, molto più di prima”.