Paolo Crepet: “Peggiore generazione di genitori della storia”

Paolo Crepet: “Quella attuale è la peggiore generazione di genitori della storia”

Germana Bevilacqua

Paolo Crepet: “Quella attuale è la peggiore generazione di genitori della storia”

| 25/03/2025
Paolo Crepet: “Quella attuale è la peggiore generazione di genitori della storia”

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Paolo Crepet è tornato sul ruolo dei genitori nel disagio giovanile, un fenomeno sempre più dilagante. Il noto psichiatra è stato intercettato dal “Corriere della Sera” al termine del suo spettacolo “Mordere il Cielo” al Lingotto di Torino. Un successo di pubblico con oltre duemila spettatori. Si tratta di una lectio sulle angosce e sulle ansie del presente. La grande partecipazione è segno che la gente è smarrita e sente ancora il bisogno di interpretare e capire la realtà che la circonda. Ma Paolo Crepet è molto pessimista e dice: “Il rischio, sempre più forte, è di vivere un’età dell’insensibilità e dell’indifferenza che riguarda tutti. Anche i più giovani, francamente cresciuti dalla peggior generazione di adulti, o pseudo tali, della storia”. Un giudizio durissimo che lo psichiatra argomenta così: “Sono gli stessi genitori che si sentono undicenni, e lo dimostrano le stupidità che pubblicano sulle varie piattaforme social. Come può questa gente educare un adolescente alla responsabilità e alla consapevolezza di sé?”.

Il tema delicato dei giovani d’oggi allo sbando, senza più un guida né principi, ha inspirato anche una nuova serie Netflix, “Adolescence”, ambientata in Inghilterra. Un progetto che racconta l’arresto di un tredicenne accusato dell’omicidio di una compagna di classe. Una storia tragicamente simile a molte notizie di cronaca che sentiamo quotidianamente anche qui in Italia.
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Paolo Crepet (Foto da video)

Paolo Crepet contro i genitori: “Siamo di fronte a una società brutale, dove nessuno parla più di futuro”

Il noto psichiatra e sociologo ammette di non aver visto “Adolescence” e di non avere alcuna intenzione di farlo. “Non intendo ingrassare alcuna piattaforma digitale – sentenzia – che, peraltro, in linea generale ritengo responsabili del degrado sociale cui stiamo assistendo”. “Perché tanto successo? Perché sono tutti anestetizzati – spiega – anche gli intellettuali e non si rendono conto che, il solo fatto di ritrovarci una società dove un tredicenne ammazza una compagna, dovrebbe far inorridire. Siamo di fronte a una società brutale, dove nessuno parla più di futuro”. Il sociologo spiega come i social abbiano fatto perdere il senso della realtà alla gente che non sa più esprimere neanche il dissenso. “Dove sono le persone che scendono in piazza dopo i vari femminicidi? – si chiede – Anche loro sui social. Invece dovrebbero essere ogni giorno in piazza, a manifestare per un motivo preciso”. Nel suo libro “Prendetevi la Luna” edito da Mondadori, Paolo Crepet metteva in guardia dall’invadenza della tecnologia. In un’intervista a “La Verità” del 2023, il noto psichiatra e sociologo parlava del dialogo tra genitori e figli: “Oggi ce n’è addirittura troppo. Il che non è un bene. Ciò che fa la differenza è la qualità del dialogo, basato su quali ruoli”.

“Non c’è meno dialogo di una volta, parliamo di tutto e di tutti – aggiunge -. Cosa vuol dire dialogo? Se è mettersi intorno a un tavolo, imbastire un discorso, una dialettica con una provocazione… sono contento. Invece sento un mucchio di parole banali”.
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Paolo Crepet (Foto da video)

“Il governo dovrebbe vietare l’uso dei social fino ai 16 anni d’età”

Nella stessa intervista, Paolo Crepet torna sulla crisi dei giovani d’oggi e spiega: “Nella società di oggi si fa di tutto per dispensare i giovani da dolore e fatica. Intendiamoci su cosa significa dolore: la malattia va combattuta, e il dolore che comporta, lenito. Ma non c’è una morfina che possa eliminare i dolori dell’anima – sottolinea lo psichiatra –. Ci sono gli psicofarmaci ma certe questioni vanno affrontate e non spente nemmeno con uno psicofarmaco che ti riduce a un’ameba”. Poi lancia la sua proposta: “Il governo dovrebbe vietare l’uso dei social fino ai 16 anni d’età. Come succede in Australia, per esempio”. Paolo Crepet parla di una scelta consapevole della classe dirigente e spiega perché: “Brutalmente, l’elettorato è dalla parte di questa roba qui – argomenta -. Vuole annichilire sui social facendo evaporare la propria identità di persona adulta che, in quanto tale, ha anche delle responsabilità”. “E pazienza se poi le tredicenni sono minacciate di morte. Tremendo eh? Eppure, terribilmente attuale. E vero”, conclude.

Pubblicato il 25/03/2025 16:02

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