29 Agosto 2021, 13:28
5' DI LETTURA
Ornella Vanoni offre un ritratto di sé a tratti inedito in un’intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera”. La cantante 86enne torna indietro con la memoria a Giorgio Strehler col quale si fidanzò a 20 anni.
“Nessun uomo mi ha mai amata tanto – racconta – Era sposato, ma non importava: sposarmi non è mai stata la mia ambizione. Mi diceva: hai talento, ma non hai i nervi per reggere. Aveva ragione. Però alla fine ce l’ho fatta senza di lui. Non potevo seguirlo nella droga e negli altri suoi vizi”.
“Entrai nel gruppo di Visconti, che mi piacque molto – prosegue – Lì incontrai Renato Salvatori, quello di Poveri ma belli. Mi ha quasi messo a letto. Fu solo un flirt, ma uscirono le foto di una nostra gita in motoscafo sul lago di Bracciano. Strehler ne soffrì come un cane. Veniva a casa mia e cominciava a ripetere: ‘Con te non posso vivere, senza di te non posso vivere…’”.
“Una volta, anni dopo, mi telefonò: ‘Tu devi tornare con me, ti voglio al mio fianco…’ – confida – Lo informai che stavo per sposarmi (con il produttore Lucio Ardenzi, ndr.). Strehler andò su tutte le furie: ‘Quel mercante!’. Giorgio era circondato da donne in adorazione; non si capacitava che una potesse dirle di no. Ma io lo adoravo quando lui, un genio, era sul palco, a fare la Tempesta o Il gioco dei potenti. Nella vita lo amavo come si ama un uomo. E delle altre non me ne fregava niente”.
La conversazione si sposta sul grande e tormentato amore vissuto con Gino Paoli. “Lo sentii nella casa discografica suonare ‘Il cielo in una stanza’ – ricorda – Chiesi chi fosse, mi risposero: ‘Un fro*io che fa canzoni orrende’. Strano, mi dissi: suonava maluccio, ma la canzone mi era parsa stupenda. Così cominciai a frequentarlo. Lunghe passeggiate (…) Fino a quando, appoggiati a un muretto, gli chiesi: ‘Ma tu sei fro*io?’. Rispose: ‘No, perché?’. E io: ‘Mi avevano detto così’. E lui: ‘A me invece hanno detto che tu sei lesbica, canti male e porti male… Io li lascio dire, e poi gli sco*o le mogli’. Siamo scoppiati a ridere. E ci siamo dati il primo bacio”. Di Paoli era gelosissima: “Non c’era mai. Sposato, sempre in giro. Uscivamo di casa ognuno con una borsa di gettoni e stavamo ore al telefono. Ora lui mi dice: ‘Ornella, ti ricordi le risate?’. Ma quali risate, io soffrivo da morire. Sposai Ardenzi, ma ero ancora innamorata di Gino”.
Ornella Vanoni conferma di non avere soldi da parte: “Li ho sempre persi tutti. Hanno scritto che ho un patrimonio di 118 milioni di euro, più di Miuccia Prada. Se fosse vero non sarei qui con lei, sarei a nuotare in un’isola del Pacifico. Li ho persi un po’ perché mi fregavano: a fine tournée talora mi davano solo una parte di quel che mi spettava; sapevano che non avrei controllato. E un po’ per un senso di solitudine. Ero sempre da sola nelle mie scelte; e gettavo via il denaro. Compravo una casa, la arredavo, poi vedevo che nessuno veniva a trovarmi, neppure mio figlio, e la rivendevo, magari a metà prezzo”.
E a proposito del figlio dice: “Ci ho messo una vita a recuperare i rapporti con Cristiano. Da piccolo lo lasciavo ai nonni, per lavorare. Volevo restare con lui, ma mio marito mi disse: ‘Se non torni subito, sono rovinato’. Così feci ‘La fidanzata del bersagliere’. Un bambino tende a pensare che preferisci il lavoro a lui; e ci soffre. Così caddi nella mia prima depressione. La gravidanza però è stata il periodo più bello della vita perché è l’unico momento in cui non sei sola. In cui si è davvero in due”.
“Se mi è successo con gli uomini? Nei momenti di eros – confessa – Quando lo faresti in un portone, divoreresti la persona amata di baci, la mangeresti, vorresti infilartela dentro, essere un tutt’ uno…”.
Da 25 anni Ornella Vanoni vive sola per scelta. “Sono rimasta terribilmente delusa da un uomo – spiega – Colpa mia: mi sono ostinata a cambiarlo; ma gli uomini non cambiano, se non in peggio; e all’appuntamento lui alla fine non viene. Questa persona ebbe un infarto e le salvai la vita: non aspettai l’ambulanza, la portai al Niguarda in taxi. Il giorno dopo mi odiava. Così sono rimasta con Ondina, il mio cane. Siamo due ragazzine sole. E poi ho due nipoti”.
“La vecchiaia? L’ho accettata. Invecchiare vuol dire non essere morti, e avere la schiena a pezzi – conclude – Oltre una certa età non si può e non si deve andare. Mia zia visse 107 anni: un cervello lucido, purtroppo, in un corpo distrutto. Da diventare pazzi. No, a un certo punto bisogna morire”. Il presente, invece, non lo vive con serenità: “Come potrei…fronte alle immagini di Kabul, alle madri che gettano i bambini oltre il filo spinato? Io sento dentro di me il dolore del mondo. È un periodo terribile della storia: il cambio climatico, la pandemia. La Terra non ci vuole più. Ci sta chiedendo di andarcene. Ed è tardi per tornare indietro”.
Pubblicato il
29 Agosto 2021, 13:28