Oliviero Toscani è morto lunedì 13 gennaio, all’ospedale di Cecina (Livorno), dove era ricoverato da venerdì scorso. Il celebre fotografo era affetto da una grave malattia, l’amiloidosi. Lo aveva annunciato lui stesso in una lunga intervista rilasciata al “Corriere della Sera” lo scorso mese di agosto. “Sto vivendo un’altra vita – aveva confidato ad Elvira Serra –. Vengo da una generazione, quella di Bob Dylan, dove eravamo forever young, il pensiero di invecchiare proprio non c’era. Fino al giorno prima di essere così, lavoravo come se avessi 30 anni. Poi una mattina mi sono svegliato e all’improvviso ne avevo 80”. Ed è proprio la canzone di Bob Dylan che tanto amava che ha accompagnato il fotografo fino alla fine. Almeno così racconta al quotidiano “La Repubblica” Michele Emdin, il professore della cardiologia della Fondazione Monasterio di Pisa che lo aveva in cura.
“Possa tu essere sempre coraggioso rimanere eretto e forte e possa tu rimanere per sempre giovane”: sono i versi di “Forever young”, la canzone di Bob Dylan che la figlia di Oliviero Toscani ha fatto ascoltare al padre, insieme a brani di Lucio Dalla, quando il grande fotografo stava morendo. “Se ne è andato serenamente, questo lo posso assicurare”, dice il cardiologo.
Oliviero Toscani, la causa della morte: “A dicembre stava meglio, poi il crollo”
Il celebre fotografo se n’è andato alle 3.30 della notte del 12 gennaio. “È morto serenamente – assicura il medico – circondato dai suoi affetti più importanti nella rianimazione dell’ospedale di Cecina. Ascoltando la sua musica preferita”. Il fotografo era già stato ricoverato prima di Natale: “Sì, era stato a Pisa due mesi – conferma il professor Michele Emdin – Le sue condizioni erano in ripresa, la malattia si era stabilizzata, tanto che aveva ricominciato a prendere peso”. Poi però la situazione è precipitata: “Il problema è stata una setticemia, un’infezione partita dalla colecisti. Non è una cosa direttamente legata alla sua malattia. Ma quando c’è una setticemia c’è uno shock, che in questo caso si inserita su un quadro generale di fragilità. Devo dire che all’ospedale di Cecina i colleghi che lo hanno seguito sono stati bravissimi. Sono stato a trovarlo sabato pomeriggio, ho parlato con i familiari”.
Il medico ricorda il rapporto personale instaurato con Oliviero Toscani: “ La nostra non era più una relazione medico-paziente. In questi due anni eravamo diventati amici, per me era una persona importante, avevo intrecciato anche rapporti con i suoi familiari. Ne parlo anche nella mia poesia, il nostro rapporto è diventato stretto, lo ascoltavo raccontare ‘sprazzi scintillanti di vite parallele’”.
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Il suo medico: “Non temeva la morte ma aveva ‘la malattia in gran dispetto’”
Il professor Michele Emdin svela come Oliviero Toscani ha affrontato la morte: “Non temeva la morte ma, come diceva Dante, aveva ‘la malattia in gran dispetto’. Si sentiva prigioniero di un corpo malato ma la sua testa era ancora giovane, quella di un ragazzo. Era un paziente modello, seguiva tutte le indicazioni, ma era anche un filosofo, più che un fotografo”. I funerali di Oliviero Toscani, per volontà della famiglia, si svolgeranno in forma privata. Il corpo del fotografo sarà poi cremato a Livorno. È stata predisposta una camera mortuaria presso l’ospedale per consentire l’ultimo saluto ai suoi cari. “Le sue condizioni erano molto gravi, a causa della patologia di cui soffriva – ha dichiarato la direttrice dell’ospedale Giovanna Poliseno dopo la morte del celebre fotografo – Nonostante l’assistenza, non è stato possibile evitarne il decesso”. “Nelle ultime ore è stato sedato, come previsto dal protocollo, per accompagnarlo al decesso”, ha concluso.
