Guido Russo ospite di Massimo Giletti
- La storia del medico odontoiatra biellese ha fatto il giro del mondo
- “Non volevo truffare lo Stato, la mia era solo una provocazione”
- Il conduttore: “Faccio fatica a credere alla sua versione”
Guido Russo, il medico odontoiatra che qualche giorno fa si è presentato in un centro vaccinale di Biella con un braccio in silicone, è stato ospite di Massimo Giletti a “Non è l’Arena”. Voleva fingere di farsi il vaccino per ottenere il green pass raggirando il sistema oppure, come dice lui, intendeva semplicemente fare una provocazione?
“Faccio il dentista a Biella, mi sono laureato nel 1990 in Odontoiatria e svolgo la professione a Biella – esordisce – Ho una famiglia normale che mi vuole bene, un figlio che studia Odontoiatria e un giorno farà il mio stesso mestiere, una sorella avvocato e una vita tranquilla fino a qualche giorno fa”. “Però, un po’ di responsabilità ce l’ha messa pure lei in questo cambio”, fa notare il conduttore.
“Quest’estate, ho fatto cinque vaccini”
L’odontoiatra non ci sta ad essere dipinto come un no vax e cerca di spiegare meglio il perché della sua avversità al vaccino anti-Covid. “Qui mi hanno già giudicato e condannato prima ancora di ascoltare i fatti e non è giusto – dichiara – Se sono un no vax? Dare una definizione è difficile. Se ci riferiamo al vaccino contro il Covid, allora sono contrario al vaccino contro il Covid. Quanto agli altri vaccini, li ho fatti tutti e anche di più. Solo quest’estate, ho fatto cinque vaccini diversi, tutti documentati! Ho fatto l’antirabbica con richiamo, l’antitetanica con le immunoglobuline, l’antinfluenzale e la vaccinazione anti-pneumococco”.
“Era una cosa pianificata: non volevo fare il vaccino”
“La mia ‘performance’, chiamiamola così, è dovuta a un fatto: io non volevo fare il vaccino contro il Covid – sentenzia – Ho costruito una parte di gommapiuma rivestita di silicone, ho messo gommapiuma un po’ dappertutto per rendere tutto più uniforme. Non potevo avere solo il braccio gonfio, dovevo essere tutto gonfio. E’ stata una cosa pianificata. Mi sono presentato in un centro vaccinale, ho fatto la coda, ho compilato tutti i moduli e ho aspettato il mio turno. Poi sono entrato in uno stanzino semibuio con una luce che illuminava la parte superiore del braccio”.
“Non lo so cosa pensavo…alla fine me ne sono andato a casa”
“Quando mi sono spogliato, alzando la manica corta della t-shirt, l’operatrice mi ha guardato in maniera strana e ha subito capito che c’era qualcosa che non andava – racconta – Poi l’ha toccato, non so se con curiosità o con ribrezzo, e ha detto: ‘Ma lei ha una protesi!”. Ho risposto: ‘Non è una protesi, è un braccio finto”. ‘E’ venuto qui pensando che io non me ne accorgessi e le facessi lo stesso il vaccino?’. ‘Io non lo so cosa pensavo, magari me lo faceva, magari non me lo faceva’. Lei ha detto: ‘Doveva dirmelo prima’. Non so esattamente cosa intendesse. Poi ha cominciato a dire: ‘Lei è venuto qui a prendermi in giro, io sono qui che faccio il mio lavoro’. Quindi è andata a chiamare una collega e le ha raccontato il fatto. Io nel frattempo mi ero già rivestito e ho detto: ‘Non voglio fare il vaccino’. Quindi siamo andati dal medico che mi aveva fatto l’anamnesi che doveva sottoscrivere che non avevo fatto il vaccino. Ho firmato e l’operatrice mi ha salutato ed è andata via. Io sono andato a casa”.
Massimo Giletti: “Non capisco dove volesse arrivare”
Massimo Giletti è incredulo: “Io non riesco a capire che, in un momento così complicato, un medico come lei vada dentro un centro vaccinale con un braccio finto…perché? Qual è la logica? Voleva truffare lo Stato? Magari sperava che l’infermiera non se ne accorgesse? Oppure c’è qualcos’altro dietro? Perché mi sembra talmente surreale questa storia che la faccia uno come lei che è un medico che non riesco a capire dove volesse andare”.
L’odontoiatra: “Volevo lanciare una mia protesta personale”
Guido Russo sostiene che la sua è stata una semplice provocazione e che non voleva truffare lo Stato: “Intanto, si vedeva da lontano che era finto. L’operatrice l’ha capito dopo due secondi. Era una cosa proprio artigianale. Io volevo che andasse a chiamare tutti, che andasse a chiamare i responsabili, i carabinieri… che si creasse una situazione di scompiglio lì dentro in modo da avere un po’ di audience per lanciare una piccola protesta mia personale. Volevo lanciarla localmente, a Biella, non pensavo di arrivare a un pubblico così vasto. La mia era una provocazione per lanciare una mia protesta personale…sul fatto che adesso gli italiani hanno la libera scelta su fare o non fare il vaccino mentre determinate categorie sono obbligate per lavorare. Allora non è più una libera scelta! Non solo la categoria sanitaria ma anche le forze dell’ordine e gli insegnanti. E’ quasi un ricatto”.
Guido Russo: “Il paziente è più sicuro quando il medico fa il tampone”
“Faccio fatica a credere alla sua versione. Avrebbe potuto andare con una telecamera se voleva avere un po’ di audience”, rileva il conduttore. “Parliamo dei sanitari obbligati a fare il vaccino…mettendoci nei panni di un paziente, come fa a essere sicuro che un sanitario sia sano e non sia contagioso? Chi fa il vaccino, può contagiarsi e contagiare. Il paziente è più sicuro quando il medico fa i tamponi un giorno sì e uno no”, è l’opinione dell’odontoiatra.
Maria Rita Gismondo: “Da medico mi sento un po’ offesa”
Nella vicenda entra a gamba tesa Maria Rita Gismondo, dir. Microbiologia Ospedale Sacco di Milano: “Non mi permetto di offendere il collega, però mi sento un po’ offesa da medico che lavora tutti i giorni per ostacolare questa pandemia. Ho dato io stessa la disponibilità a fare il medico vaccinatore perché abbiamo bisogno di vaccinare le persone. Che qualcuno approfitti di questo momento per fare una pubblicità, mi sembra fuori luogo. Secondo me, avrebbe potuto agire diversamente. Poi non dobbiamo confondere l’obiettivo del vaccino e quello del tampone. Sono due obiettivi diversi”.
“Noi medici abbiamo il dovere del buon esempio”
“Sappiamo benissimo che la vaccinazione riduce la possibilità di contagio, sebbene l’obiettivo sia quello di non avere la forma severa e non finire con l’esito nefasto – aggiunge – Un medico deve vaccinarsi per proteggere se stesso dall’infezione severa e proteggere in qualche modo, lo dico con grande onestà intellettuale, il paziente che cura perché anche se si dovesse infettare il virus sarà depotenziato e ci sarà una carica virale inferiore. Visto che i medici trattano con pazienti, ovvero con persone che sono potenzialmente fragili, devono tutelarle al massimo perché anche una carica virale bassa nel loro caso potrebbe nuocere. Noi medici abbiamo anche il dovere del buon esempio: se non ci vacciniamo noi, come faremo a convincere le persone fragili, gli anziani, a vaccinarsi?”.
Luca Telese: “Ecco perchè è giusto far parlare gente come lei”
Guido Russo nega di aver chiesto all’operatrice sanitaria di far finta di niente e chiudere un occhio: “No, assolutamente. Non l’ho mai detto”. “Propendo per il fatto che abbia voluto fregare gli altri ma non sono io a doverlo stabilire”, è il parere di Massimo Giletti. “Io non credo alla provocazione dadaista. Lei voleva evitare il vaccino – commenta Luca Telese – In qualunque caso, lei da medico ha fatto una cosa folle. Però stiamo rispondendo anche a chi dice che gente come lei non deve parlare. Gente come lei deve parlare perché è giusto capire come mai chi ha un’istruzione, conosce i tassi di diffusione, sa cos’è un indice RT, non guarda la cosa più banale. Noi stiamo seguendo la pandemia in Europa. In Germania, che ha una campagna vaccinale bassa, oggi ci sono stati 800 morti, come da noi un anno fa. Quali sono i paesi più vaccinati? Italia, Spagna e Portogallo. Quali sono i paesi in cui ci sono meno morti? Italia, Spagna e Portogallo”. “Il suo è un gesto inqualificabile – gli fa eco Sandra Amurri – Lei si è preso gioco di persone che hanno pagato prezzi altissimi. Lei, che a maggior ragione è un medico, mai e poi mai avrebbe dovuto farlo. Ma non scherziamo! E’ una mancanza di rispetto profonda nei confronti di quelli che lavorano e rischiano la vita”.
Guido Russo: “Il giorno dopo del braccio finto, mi sono vaccinato”
A quel punto, arriva il colpo di scena. “Io non volevo offendere nessuno e il giorno dopo del braccio finto mi sono vaccinato. Ho dovuto piegarmi al sistema che obbliga i sanitari a vaccinarsi”, confessa Guido Russo. “Si è vaccinato prima di sapere che la sua condotta era stata oggetto di indagine da parte della Procura”, precisa il suo legale. “Sono uscito da lì demoralizzato perché in quel momento, in quel luogo, non ero riuscito ad avere l’audience che volevo – confida l’odontoiatra – Mi sono detto: ‘Non ce l’ho fatta, non sono un bravo attore’. Ero triste. Ho fatto il vaccino perché devo lavorare. Visto che lo Stato mi impone di farlo, il giorno dopo sono andato a farlo. Penso che il vaccino sia l’unica arma che abbiamo contro questa brutta malattia ma ci deve essere la possibilità di scegliere”. “Lui ha ritenuto che la politica sanitaria dovesse applicare sistemi diversi obbligando il medico a fare il tampone piuttosto che il vaccino”, puntualizza il suo avvocato. “Se vede il braccio, capisce subito che non era mia intenzione truffare nessuno”, chiosa Russo.