Neonata rapita, la polizia: "Così l'abbiamo liberata"

Neonata rapita, la polizia: “Così l’abbiamo liberata”

Daniela Vitello

Neonata rapita, la polizia: “Così l’abbiamo liberata”

| 22/01/2025
Neonata rapita, la polizia: “Così l’abbiamo liberata”

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“La Vita in Diretta” si occupa del caso della piccola Sofia, la neonata di appena un giorno rapita all’interno della clinica Sacro Cuore di Cosenza da una coppia che non poteva avere figli. “Per quattro ore – sottolinea Alberto Matano – la bimba è stata la figlia di tutti”. Gli autori del folle gesto sono Rosa Vespa, 51 anni, residente a Cosenza, e Acqua Moses, 43, di origini senegalesi. Lei ha simulato una gravidanza per nove mesi, è andata in giro con un finto pancione, ha acquistato il corredino e preparato la cameretta. Una settimana prima del rapimento ha anche comprato una torta di marzapane per festeggiare il ritorno a casa dopo il “parto”. Lo scorso 8 gennaio, i due coniugi hanno annunciato su Facebook la nascita di un maschietto di nome Ansel. Peccato che il bebè sottratto nella clinica Sacro Cuore fosse una femmina. Quando i poliziotti hanno bussato alla porta dell’abitazione di Rosa Vespa e Acqua Moses era in corso una festa per celebrare la nascita di un bambino che non esisteva. La piccola Sofia era vestita d’azzurro. Palloncini, confetti e festoni erano dello stesso colore.

Rosa Vespa e Acqua Moses (Foto da video)

Neonata rapita, Alberto Matano: “Sembra un film dell’orrore”

“È una storia assurda, per fortuna è finita bene – esordisce Alberto Matano – Ricostruiamo quello che sembra un film dell’orrore: una bimba appena nata che viene rapita in clinica e la famiglia per quattro ore non sa dove sia finita la loro creatura”. Tutto è successo durante l’orario delle visite quando una coppia si è intrufolata all’interno della clinica Sacro Cuore di Cosenza. Rosa Vespa è entrata nella stanza di Valeria, la neo mamma, spacciandosi per una puericultrice e ha portato via Sofia con la scusa di lavarla. Ma col passare dei minuti la bimba non tornava più in stanza e i genitori hanno fatto scattare l’allarme. Sono le immagini delle telecamere di videosorveglianza interna a svelare che la coppia aveva lasciato la struttura con Sofia. Si vede Rosa Vespa con una mascherina sul volto avvicinarsi ad un passeggino seguita poco dopo dal marito con un cappellino in testa. I due scompaiono nel nulla e scatta il panico.
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La piccola Sofia riabbraccia i genitori (Foto da video)

La madre di Sofia: “E’ stato un incubo, temevo di non rivederla più”

“Mia figlia mi ha chiamato e mi ha detto: ‘E’ sparita la bambina’. Ho subito chiamato i carabinieri”, racconta Mario, il nonno paterno, ai microfoni de “La Vita in Diretta”. Cosenza diventa una città blindata, tutte le vie di uscita vengono bloccate e gli stessi cittadini si mobilitano. La vicenda diventa di dominio pubblico attraverso il web e tutta l’Italia resta con il fiato sospeso. Poi la notizia che tutti aspettavano: Sofia è stata ritrovata. La bimba torna in clinica scortata dai poliziotti con una leggera infreddatura per via delle ore trascorse insieme ai rapitori. Tutto è bene quel che finisce bene anche se resta l’interrogativo di come sia potuto accadere. E’ la domanda che si pone anche nonno Carmine: “Non riesco a capire come si fa a prendersi una bimba in una clinica e uscire senza che nessuno controlli”. “La Vita in Diretta” manda in onda una breve dichiarazione della madre della bambina: “Il mio stato d’animo? Al momento felice ma è stato un incubo. In quei momenti ho pensato il peggio, di non rivederla più. Tutta la Calabria si è data da fare per ritrovare la mia bambina. Poliziotti, carabinieri e tutte le forze dell’ordine, tutti quanti. Che spiegazione mi sono data? Niente, quella donna voleva un maschietto ed è capitata così. Non l’avevo mai vista prima”.

Federico, padre della piccola Sofia (Foto da video)

Il padre della neonata rapita: “Le ore più brutte della nostra vita”

Federico, padre di Sofia, si ferma con i giornalisti fuori dalla clinica e ribadisce: “Questa signora non l’abbiamo mai vista”. “Dicono che era già entrata in clinica e aveva tentato di rapire un bambino – aggiunge – È venuta nella nostra stanza dicendo che era una puericultrice e che doveva pulire la bimba. Ci siamo fidati e gliel’abbiamo data. Dopo 20 minuti non tornava più, abbiamo chiesto e ci hanno detto che la bambina non si trovava. Valeria era scioccata, sono state le ore più brutte della nostra vita. Com’è potuto accadere? Non c’è nessuno che controlla, né all’entrata, né all’uscita. Per fortuna è andata bene. L’importante è che la bambina sia tornata e che stia bene. Questa donna ci provava da venerdì, hanno detto che era già entrata in clinica, stava qui fuori. Nella nostra stanza è entrata solo ieri, infatti non l’avevamo mai vista. In questa clinica c’eravamo già stati quattro anni fa per la nascita di mio figlio. Quando sarà più grande, racconterò tutto a Sofia. Una volta a casa, vogliamo stare tranquilli e sereni. Vogliamo dimenticarci di ieri”. “È qualcosa di inimmaginabile quello che stiamo raccontando. Pensate che delirio si è consumato ieri”, commenta Alberto Matano dopo aver sentito le dichiarazioni del papà di Sofia.

Rosa Vespa e Acqua Moses (Foto da video)

Il racconto del poliziotto: “Ho bussato e ho bloccato la porta con il piede”

L’inviata de “La Vita in Diretta” dà la parola a Claudio Sole, dirigente della polizia di Stato, che racconta del ritrovamento di Sofia avvenuto nell’abitazione di Rosa Vespa e Acqua Moses dove era in corso una festa per un bambino di sesso maschile. “Una volta bussato alla porta, una signora ci ha aperto l’uscio e io ho bloccato la porta con il piede – spiega – Ho detto: ‘Buonasera, siamo della polizia’. Vedendo la faccia esterrefatta dei presenti e della coppia, ho chiesto: ‘Dov’è la bambina?’. La signora, senza proferire parola, col dito indice ha indicato una stanzetta attigua alla zona giorno. Una volta entrato lì dentro, ho visto che c’era ina culletta dove era adagiata la piccola Sofia con una tutina azzurra. Anche la stanzetta aveva una parete di colore azzurro e la culletta di legno aveva dei dettagli dipinti di azzurro”.
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Claudio Sole, dirigente della polizia di Stato (Foto da video)

I rapitori rischiano una pena che va dai 3 ai 15 anni

“Il tavolo era imbandito con palloncini e festoni azzurri – continua Claudio Sole – Alla porta c’era un fiocco azzurro come augurio per la nascita di un maschietto. Insomma, tutto lasciava pensare che all’interno di quella casa ci fosse un maschietto, anziché una femminuccia. Oltre alla coppia, in casa c’erano cinque persone più una ragazzina di 7-8 anni”. “Dei lanci d’agenzia dicono che il marito si dice all’oscuro del piano della moglie. Com’è possibile?”, chiede Alberto Matano. “Questo ce lo chiediamo anche noi. Sarà oggetto di approfondimento investigativo”, risponde il poliziotto. Vera Vespa e Acqua Moses, subito fermati dalle forze dell’ordine, rischiano una pena che va dai 3 ai 15 anni per rapimento di minore.

Pubblicato il 22/01/2025 20:33

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