“Nel 2017 Anna Corona è venuta a casa mia e mi ha detto una cosa sola: a picciridda morse, la piccolina morì”. Queste le dichiarazioni rilasciate a “Quarto Grado” da una donna a cui è stato oscurato il viso per questioni di privacy. Tali affermazioni costituiscono i cardini della nuova inchiesta sulla scomparsa di Denise Pipitone. La testimone lancia una pesante ombra su Anna Corona parlando di un incontro che sarebbe avvenuto a casa sua nel 2017 per un aperitivo.
All’incontro presente anche il marito della testimone
“Incontro – racconta “Quarto Grado” – durante il quale la Corona davanti al marito della donna avrebbe pronunciato una frase sinistra”. “Non lo so cosa significa ma tutto questo l’ho detto anche alla Procura – aggiunge la testimone ai microfoni della trasmissione di Rete 4 – Non ci credevo nemmeno che mi avesse detto una cosa del genere. Dopo ho chiesto al mio compagno: ‘Ma è vero? Ha detto questo?’ Lui mi ha detto: ‘Sì’”.
La donna giudicata inattendibile dalla Procura
Lo scorso 28 aprile Giacomo Frazzitta, avvocato della famiglia di Denise, ha consegnato la testimonianza di questa donna alla Procura di Marsala ma, dopo essere stata convocata per ben due volte dai magistrati, la signora è stata giudicata inattendibile. Le sue affermazioni sarebbero prive di riscontro, come scrivono nero su bianco i giudici nella richiesta di archiviazione per Anna Corona.
Il giallo del “magazzino”
L’avvocato di Piera Maggio, però, non demorde. Nelle carte con cui si oppone all’archiviazione, il legale si focalizza su un’altra parola che avrebbe pronunciato la testimone: ‘magazzino’. Una parola che la donna ha ripetuto più volte anche a “Quarto Grado”. “Qualcuno dice che la bambina qualcuno l’ha buttata a mare – dice – e lei mi dice: ‘Ma chi ha i soldi per prendere una barca, l’avranno buttata in qualche magazzino’”. Si trattava solo di una battuta scherzosa, benché di cattivo gusto? Sentita dagli inquirenti lo scorso 10 maggio, la testimone ha negato di aver mai parlato di un magazzino in cui sarebbe stata portata Denise.
Eppure ai microfoni di “Quarto Grado” ha parlato di un’altra occasione in cui Anna Corona avrebbe accennato ad un deposito: “Dopo 15 giorni si presenta a casa mia e mi dice che ha bisogno di 800 euro perché la sua macchina è rotta e aspetta che il vecchio deve vendere il magazzino a Carini. Lì ho detto: ‘No! Non è che veramente lei dice una cosa del genere e hanno buttato la bambina là?’”. Un vecchio, un magazzino a Carini, come entrano nel giallo?
Per Frazzitta la donna è una testimone chiave
Nel suo ricorso, l’avvocato di Piera Maggio chiede che quel deposito venga ricercato. Secondo il legale, il proprietario di quel magazzino sarebbe con alta probabilità lo stesso uomo che aveva affittato ad Anna Corona l’appartamento in cui la donna viveva con le sue figlie all’epoca della scomparsa di Denise. Agli eredi di quest’uomo non risulta che lui ne abbia mai venduto uno ma sono in corso accertamenti. Per Frazzitta, la donna che ne ha parlato deve essere considerata una testimone chiave dell’inchiesta.